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La forza della cultura secondo Claudio Abbado

Da sempre attento al mondo dei giovani, ai ragazzi Claudio Abbado aveva raccontato la sua passione per la musica nel libro “La casa dei suoni”.

La frase con cui vi invitiamo a iniziare la giornata oggi appartiene a Claudio Abbado, grande direttore d’orchestra, nato il 26 giugno 1933 e spentosi a Bologna all’età di 81 anni il 20 gennaio 2014 dopo una lunga malattia che l’aveva fortemente debilitato nel fisico. Da sempre attento al mondo dei giovani, ai ragazzi Claudio Abbado aveva raccontato la sua passione per la musica nel libro “La casa dei suoni”.

“La cultura permette di distinguere tra bene e male, di giudicare chi ci governa. La cultura salva.”

La carriera musicale di Claudio Abbado

Nato a Milano il 26 giugno 1933, Claudio Abbado ha rappresentato fin dagli anni Sessanta una figura di primo piano nel panorama musicale italiano. A soli 35 anni, nel 1969, diviene direttore musicale del Teatro alla Scala di Milano, incarico che rico epre fino al 1986. La decisione di lasciare il Teatro che l’ha reso celebre nel mondo è motivata da dissapori con la nuova  direzione amministrativa e provoca una spaccatura nella comunità musicale italiana. Nel frattempo Abbado assume l’incarico di direttore artistico della Staatsoper di Vienna e crea la Gustav Mahler Jugendorchester, per valorizzare i giovani musicisti. Alla Staatsoper viennese resta fino al 1991, quando assume la direzione della Berliner Philharmoniker, incarico ricoperto fino al 2002. In seguito si dedica alla Mahler Chamber Orchestra, nata dalla Gustav Mahler Jugendorchester, all’Orchestra del Festival di Lucerna, da lui fondata nel 2003, e all’Orchestra Mozart di Bologna, fondata sempre da Abbado nel 2004.

L’impegno per i giovani

Il suo impegno nella creazione di orchestre giovanili è motivato dalla sua convinzione che la musica possa avere davvero un potere salvifico. Sempre nello stesso spirito, si è costantemente impegnato nella divulgazione della conoscenza musicale tra le categorie più emarginate e a rischio, sicuro che questo potesse contribuire ad affrancare i ragazzi dalla criminalità. In vita gli sono stati tributati numerosi riconoscimenti, in Italia e all’estero: nel 1984 era stato nominato cavaliere di Gran Croce e il 30 agosto 2013 Giorgio Napolitano l’aveva proclamato senatore a vita. Ancora una volta a favore dei giovani, aveva deciso recentemente di destinare l’onorario che gli spettava per questa carica alla creazione di borse di studio presso la Scuola di Musica di Fiesole.

La casa dei suoni

Per avvicinare la figura di questo grande della musica, si può farlo attraverso le parole con cui il maestro stesso si racconta. Ne “La casa dei suoni” Claudio Abbado si rivolge ancora una volta ai più giovani, parla della sua passione per la musica e spiega loro con semplicità e chiarezza quali sono gli strumenti che compongono un’orchestra, a quali famiglie appartengono. Spiega anche la scrittura musicale, un linguaggio preciso che si articola in cameristica, sinfonica, lirica. Questo complesso meccanismo fatto di molteplici ingranaggi è un mosaico di tessere che deve essere composto da un direttore lavori: il direttore d’orchestra, appunto.

L’impegno sociale e l’attività culturale

La frase “La cultura permette di distinguere tra bene e male, di giudicare chi ci governa. La cultura salva” è il manifesto di come Claudio Abbado abbia profuso le sue energie e il suo impegno per valorizzare le tematiche culturali e sociali legandole alla musica, con l’obiettivo di renderla sempre più accessibile. È soprattutto il contatto con “El Sistema” del maestro José Antonio Abreu che gli fornisce lo spunto per creare un “Sistema” adattato alla struttura sociale e culturale dell’Italia. Per Abbado la musica diventa strumento di riscatto sociale che, in maniera coraggiosa e innovativa, riesce a raggiungere il cuore di tutti.

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