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“Il Discorso all’Umanità” di Charlie Chaplin un inno alla libertà e al rispetto

Il 16 aprile è l'anniversario di Charlie Chaplin. Condividiamo "Il Discorso all'Umanità" tratto dal film "Il Grande Dittatore" che tutti dovremmo leggere e ripetere.

Mi dispiace. Ma io non voglio fare l’imperatore. No, non è il mio mestiere. Non voglio governare, né conquistare nessuno; vorrei aiutare tutti se è possibile: ebrei, ariani, uomini neri e bianchi.”

Con questa frase inizia Il Discorso all’Umanità di Charlie Chaplin, un inno in difesa della libertà, un pezzo di letteratura che può essere considerato il manifesto per un mondo migliore.

Il 16 aprile 1889 ricorre l’anniversario di Charlie Chaplin, genio assoluto del cinema mondiale, e visti i tempi che stiamo vivendo il suo Discorso ci sembra come se fosse stato scritto e pronunciato nella nostra epoca.

Ricordiamo che il 15 ottobre 1940 Charlie Chaplin presenta al pubblico americano Il Grande Dittatore, un’opera pensata quattro anni prima, completata in scrittura nel 1938 e girata in segreto nel 1939, quando l’Inghilterra aveva già dichiarato guerra alla Germania.

Il film, parodia del nazismo e della figura di Adolf Hitler, ci dona una superba recitazione di Charlie Chaplin e soprattutto la magia delle parole del suo Discordo che sono rimaste impresse nella memoria collettiva mondiale.

Il Discorso all’Umanità di Charlie Chaplin

“Mi dispiace. Ma io non voglio fare l’imperatore. No, non è il mio mestiere. Non voglio governare, né conquistare nessuno; vorrei aiutare tutti se è possibile: ebrei, ariani, uomini neri e bianchi. Tutti noi, esseri umani, dovremmo aiutarci sempre; dovremmo godere soltanto della felicità del prossimo. Non odiarci e disprezzarci l’un l’altro. In questo mondo c’è posto per tutti: la natura è ricca, è sufficiente per tutti noi; la vita può essere felice e magnifica. Ma noi lo abbiamo dimenticato. L’avidità ha avvelenato i nostri cuori, ha precipitato il mondo nell’odio, ci ha condotto a passo d’oca a far le cose più abiette.

Abbiamo i mezzi per spaziare, ma ci siamo chiusi in noi stessi; la macchina dell’abbondanza ci ha dato povertà; la scienza ci ha trasformato in cinici; l’abilità ci ha resi duri e cattivi. Pensiamo troppo e sentiamo poco. Più che macchinari, ci serve umanità. Più che abilità, ci serve bontà e gentilezza. Senza queste qualità, la vita è violenza, e tutto è perduto. L’aviazione e la radio hanno riavvicinato le genti.

La natura stessa di queste invenzioni reclama la bontà dell’uomo, reclama la fratellanza universale, l’unione dell’umanità. Perfino ora la mia voce raggiunge milioni di persone nel mondo, milioni di uomini, donne, bambini disperati. Vittime di un sistema che impone agli uomini di torturare e imprigionare gente innocente.

A coloro che mi odono, io dico: non disperate, l’avidità che ci comanda è solamente un male passeggero. L’amarezza di uomini che temono le vie del progresso umano, l’odio degli uomini scompare insieme ai dittatori. E il potere che hanno tolto al popolo, ritornerà al popolo. E qualsiasi mezzo usino, la libertà non può essere soppressa. Soldati! Non cedete a dei bruti! Uomini che vi sfruttano! Che vi dicono come vivere! Cosa fare! Cosa dire! Cosa pensare! Che vi irreggimentano! Vi condizionano! Vi trattano come bestie! Non vi consegnate a questa gente senza un’anima!

Uomini macchina, con macchine al posto del cervello e del cuore. Voi non siete macchine, voi non siete bestie, siete uomini! Voi avete l’amore dell’umanità nel cuore. Voi non odiate coloro che odiano solo quelli che non hanno l’amore altrui. Soldati! Non difendete la schiavitù! Ma la libertà!

Ricordate, Promettendovi queste cose dei bruti sono andati al potere: mentivano, non hanno mantenuto quelle promesse e mai lo faranno. I dittatori forse son liberi perché rendono schiavo il popolo. Allora combattiamo per mantenere quelle promesse! Combattiamo per liberare il mondo, eliminando confini e barriere! Eliminando l’avidità, l’odio e l’intolleranza! Combattiamo per un mondo ragionevole; un mondo in cui la scienza e il progresso, diano a tutti gli uomini il benessere. Soldati! Nel nome della democrazia siate tutti uniti!

Un discorso che interpreta il nostro tempo

Probabilmente la sequenza più famosa de Il grande dittatore è proprio Il Discorso all’Umanità, un monologo di cinque minuti che conclude il film.

Charlie Chaplin abbandona la sua maschera comica e parla direttamente al mondo, trasmettendo un messaggio chiaro ed inequivocabile.

 Le persone devono sollevarsi contro i dittatori e unirsi in pace. Gli aspetti più duraturi del suo discorso sono la sua qualità, il suo tono aspirazionale e la sua fede di fondo nell’umanità.

Chaplin tratteggia a grandi linee un futuro di speranza e lascia ad altri la realizzazione della sua visione, nonostante il fatto che gli aspetti più sgradevoli della natura umana possano impedire all’umanità di raggiungere l’utopia promessa.

Non si può fare a meno di commuoversi per la preveggenza delle sue parole e per il fascino del suo potente atto d’accusa contro tutti coloro che cercano di prendere il potere per se stessi a scapito di tutti gli altri.

Il discorso finale de “Il grande dittatore” ci appare prezioso proprio in questo periodo in cui la tirannia e la follia umana sembra stia prendendo il sopravvento.

Probabilmente, farà valere la sua grandezza finché il conflitto corromperà l’interazione tra gli uomini e i despoti resisteranno.

Solo la libertà e il rispetto per l’umanità garantisce la vera felicità

Charlie Chaplin esordisce affermando che la forza dell’Umanità è non odiarsi ed essere uniti. Condanna l’avidità umana e mette in evidenza che la vera felicità sta proprio nel sapersi integrare gli uni con gli altri.

Chaplin lancia un messaggio contro lo strapotere della tecnologia, che anziché essere utilizzata per il bene comune diventa elemento di discordia e di morte.

La tecnologia deve condividere bontà, amicizia, fratellanza. Il male è destinato sempre a perdere e finire velocemente.

Non bisogna lasciarsi prendere in giro ci chi promette progresso e prosperità, se non ci sia al primo posto la tutela di tutti gli esseri umani. Non bisogna farsi fregare da chi non parla in nome della libertà universale.

L’avidità, l’odio, l’intolleranza devono essere banditi dal nostro vivere. L’umanità libera e unità è l’unica certezza di un mondo e di un futuro migliore.

Da parte nostra non possiamo che ringraziare questo grande genio. GRAZIE Charlie Chaplin!

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