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Memorie di una geisha, la poesia sulla mancanza e le frasi più belle del film

Tratto dallo splendido romanzo di Arthur Golden e vincitore di 3 premi Oscar, "Memorie di una Geisha" racconta la storia di una geisha di Kyoto durante la seconda guerra mondiale.

Basato sull’omonimo romanzo di Arthur Golden, “Memorie di una Geisha” è un film del 2005 diretto da Rob Marshall e vincitore di tre Oscar. Nel film la società giapponese dell’epoca viene ricostruita con grande attenzione per gli usi e i costumi dell’epoca (non a caso il film si è portato a casa proprio gli oscar per la fotografia, la scenografia e i costumi). In Memorie di una Geisha, da non perdere la splendida poesia sulla mancanza

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”Geishe e Samurai”, esotismo e fotografia nel Giappone dell’Ottocento

Dal 18 aprile al 25 agosto 2013, Palazzo Ducale di Genova ospita una mostra che presenta 125 stampe fotografiche originali realizzate dai grandi interpreti giapponesi ed europei dell’arte fotografica, agli albori della sua storia, fra il 1860 e i primissimi anni del Novecento…

Di cosa parla “Memorie di una Geisha”

Kyoto, vigilia della seconda guerra mondiale. Seguendo un destino comune a tante bambine del suo stesso ceto sociale, a soli 9 anni Chiyo viene spedita a una scuola per geishe, dove fra mille difficoltà e subendo le gelosie di altre donne meno belle di lei, imparerà una delle arti più antiche del Giappone. Con il nome d’arte di Sayuri, diviene una delle geishe più ricercate di Kyoto. Ma, dietro il muro delle apparenze, Chiyo è innamorata da sempre dello stesso uomo: il Presidente. Fra loro si frappongono le antiche convenzioni sociali, che vietano alle geishe di innamorarsi.

Dopo la seconda guerra mondiale, i due potranno vivere il loro amore, ma solo scendendo a compromessi con le rigide regole imposte alle geishe. 

Al tempio c’è una poesia intitolata “la mancanza”, incisa nella pietra. Ci sono tre parole, ma il poeta le ha cancellate. Non si può leggere la mancanza, solo avvertirla.

 

 

Le frasi più belle del film

Ecco le frasi più belle tratte dal film “Memorie di una geisha”

“Anche un sasso viene consumato da una pioggia troppo forte.”

 

“Per questo i sogni possono essere tanto pericolosi: covano sotto la cenere come un fuoco e a volte ci consumano completamente.”

 

“Il rimpianto è un tipo di dolore molto particolare; di fronte a esso siamo impotenti. E’ come una finestra che si apre di sua iniziativa: la stanza diventa gelida e noi non possiamo fare altro che rabbrividire. Ma ogni volta si apre sempre un po’ meno, finché non arriva il giorno in cui ci chiediamo che fine abbia fatto.”

 

“Una mente preoccupata dal dubbio non può concentrarsi sul cammino verso la vittoria.”

 

“Una mente turbata dal dubbio non può focalizzarsi sulla via che porta alla vittoria. Due uomini sono pari, veramente pari, solo quando entrambi hanno un’eguale fiducia in se stessi.”

 

“Una mente turbata dal dubbio non può focalizzarsi sulla via che porta alla vittoria. Due uomini sono pari, veramente pari, solo quando entrambi hanno un’eguale fiducia in se stessi.”

 

“Noi esseri umani siamo soltanto una parte di qualcosa di molto più grande. Possiamo schiacciare, camminando, un coleottero o, provocando un banale spostamento d’aria, sospingere una mosca dove probabilmente non sarebbe mai andata. Se pensiamo a questo stesso esempio, però mettendoci al posto degli insetti e attribuendo all’immenso universo il ruolo giocato da noi, comprendiamo perfettamente di essere soggetti ogni giorno all’influsso di forze che non possiamo controllare, non più di quanto il povero coleottero sia in grado di frenare il nostro gigantesco piede che scende su di lui. Che cosa possiamo fare? Dobbiamo utilizzare qualsiasi metodo a nostra disposizione per comprendere i movimenti dell’universo che ci circonda e regolare le nostre azioni in modo da non trovarci a lottare contro le correnti, ma a muoverci in sintonia con esse.”

 

“Le avversità assomigliano a un forte vento, che non soltanto ci tiene lontani dai luoghi in cui altrimenti saremmo potuti andare, ma ci strappa anche di dosso tutto il superfluo cosicché in seguito ci vediamo come realmente siamo, e non come ci piacerebbe essere.”

 

“Conduciamo la nostra esistenza come acqua che scende lungo la collina, andando più o meno in un’unica direzione finché non urtiamo contro qualcosa che ci costringe a trovare un nuovo corso.”

 

 

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