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Primo giorno di scuola, i compiti delle vacanze? Lasciati a metà

Da una ricerca condotta su un campione di 2000 studenti, skuola.net ha ricavato delle statistiche riguardo l'atteggiamento degli studenti nei confronti dei compiti per le vacanze

MILANO – Si torna a scuola: il 5 settembre alcuni studenti hanno già sentito suonare la campanella. Sono i ragazzi della provincia di Bolzano, i primi in Italia a varcare la soglia della classe per sedersi in aula. Ma, a poco a poco, tutti dovranno arrendersi alla fine delle vacanze: da Nord (prima) a Sud (poi), i ragazzi dovranno affrontare di nuovo lezioni, compiti in classe e soprattutto professori. Quegli stessi docenti che – a parte qualche fortunata eccezione – dopo i saluti e qualche racconto di viaggi, sole e mare chiederanno ai propri alunni: “Avete finito i compiti delle vacanze?”. La risposta arriva da Skuola.net, che alla vigilia del back to school, ha intervistato circa 2000 studenti di medie e superiori.

Chi ce l’ha fatta

Esercizi, letture, ripasso e molto altro ancora. L’incubo di ogni estate. E, infatti, meno della metà si presenterà al cospetto degli insegnanti con la coscienza a posto: il 25% è riuscito a fare quasi tutti i compiti, il 21% addirittura li ha finiti. Ma la maggioranza sarà in forte difficoltà: il 13% è arrivato a metà dell’opera; il 27% ne ha fatti pochissimi. Sempre meglio di quel 14% che ha deciso di non farli proprio.

I furbetti

Ma anche tra i più “ligi al dovere” si nasconde qualche furbetto. Anzi, più di qualcuno. L’8% di chi si è “cimentato” (per così dire) nei compiti, dichiara di averli copiati per intero, e un altro 7% di averne copiato la maggior parte. A questi va sommato un altro 26% che si è limitato a dare una sbirciatina qui e lì all’occorrenza. I metodi preferiti? Il web, fonte inesauribile di sapere per il 41%. Ma resta vivo il “passa passa” con amici e compagni di classe, classico stratagemma, utilizzato dal 39% degli intervistati.

Il ruolo dei genitori

Se gli studenti tendono a “smarcarsi” dal “pressing” dei professori, per dirla in gergo calcistico, i genitori sono veri e propri arbitri della stagionale “partita” per lo studio estivo. Se il 46%, infatti, dice che mamma e papà non hanno espresso un parere sull’argomento, per il 33% sono favorevoli ai compiti delle vacanze. Ma c’è un buon 21% che ha visto la famiglia schierarsi apertamente contro questa usanza. Ostilità che si è trasformata in vere e proprie proteste o altre iniziative nel 22% dei casi, oppure – per il 26% – si è tradotta in post di sfogo sui social. Ma il contributo alla battaglia può avere molti altri “strumenti”. Non è un caso che, tra i ragazzi con genitori contrari, aumenta il dato di chi ha svolto pochissimi compiti (34%) o non ne ha fatti per niente (17%). Tra di loro, poi, ben il 30% avrà una giustificazione firmata.

Le motivazioni

Ma qual è il motivo di tanto astio? Il 41% sostiene che in casa si vorrebbe che le vacanze siano dedicate esclusivamente al riposo, mentre per il 29% la mole di lavoro è stata giudicata eccessiva. Il 10% racconta che i propri genitori, durante le pause dalla didattica, vorrebbero passare più tempo insieme anziché dover pensare (ancora) alla scuola. Bisognerà vedere se anche i prof saranno d’accordo con questa visione.

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