I versi di Valerio Magrelli dedicati all’uovo di Pasqua

19 Aprile 2025

Leggiamo assieme questi simpatici versi che il poeta, traduttore e accademico Valerio Magrelli dedica ad un simbolo della Pasqua: l'uovo di Pasqua.

I versi di Valerio Magrelli dedicati all'uovo di Pasqua

Nel panorama poetico contemporaneo italiano, Valerio Magrelli occupa un posto di rilievo per la sua capacità di unire riflessione filosofica e ironia quotidiana, leggerezza formale e profondità di pensiero. Tra i versi che meglio restituiscono questa cifra stilistica si possono citare quelli tratti dalla poesia “Supplementi”, componimento che gioca sulla relazione tra le cose, sugli accostamenti necessari e sulle connessioni che danno significato alla realtà. I versi recitano:

Cos’è il panino
senza companatico?
Cos’è una flebo
senza l’antibiotico?
La notizia è quest’uovo
di Pasqua, magicissimo
uovo che cova la sua offerta speciale.

In queste poche righe, Magrelli esprime con levità e acutezza una riflessione che tocca il cuore stesso della comunicazione, del consumo e della percezione della realtà contemporanea. Per comprenderne appieno il senso è utile scomporre le immagini che l’autore propone e seguirne il filo logico e simbolico.

Il panino senza companatico: il senso del complemento per Valerio Magrelli

L’apertura della poesia si affida a una domanda di apparente semplicità: Cos’è il panino senza companatico? È una domanda solo in apparenza ingenua, perché suggerisce immediatamente il concetto di incompletezza. Il panino, inteso come alimento, acquista senso e valore solo se accompagnato dal companatico, termine antico e ormai quasi letterario per indicare ciò che si mangia insieme al pane. È una metafora chiara della relazione tra un contenitore e il suo contenuto, tra un elemento e il suo complemento necessario.

Allargando il campo oltre il dato culinario, la domanda di Magrelli suggerisce che molte cose nella vita, nel linguaggio e nella società trovano il proprio significato solo in rapporto a qualcos’altro. Un oggetto, un concetto o una situazione isolati possono apparire privi di valore o di senso. È nella relazione, nell’aggiunta, nel supplemento — appunto — che le cose acquisiscono significato.

La flebo senza l’antibiotico: il senso dell’inutilità

Il secondo esempio, Cos’è una flebo senza l’antibiotico?, porta il discorso su un piano clinico-sanitario, ma la logica resta la stessa. La flebo è il veicolo, il mezzo, ma se priva della sostanza terapeutica, rimane sterile, un contenitore senza reale utilità. Anche qui, Magrelli insiste sul concetto di funzione e significato derivanti dall’accostamento.

Questa immagine introduce, con la consueta leggerezza che caratterizza la poesia di Magrelli, un sottotesto più amaro: nella società contemporanea molte cose sono strumenti o contenitori privi di valore se non vengono accompagnati da un contenuto significativo. Vale per gli oggetti, per le parole, per le notizie.

L’uovo di Pasqua e l’offerta speciale: la notizia-merce

Il passo successivo della poesia porta il lettore a un’immagine simbolica: La notizia è quest’uovo di Pasqua, magicissimo uovo che cova la sua offerta speciale. In questa metafora, l’uovo di Pasqua — oggetto festivo e commerciale per eccellenza — diventa la rappresentazione della notizia nel nostro tempo: un involucro brillante, colorato, promettente, che al suo interno contiene una sorpresa, spesso anch’essa confezionata, e quasi sempre pensata per attrarre più per il suo effetto che per il suo valore intrinseco.

Magrelli, con sottile ironia, suggerisce come l’informazione contemporanea sia diventata merce, spettacolo, un prodotto da vendere attraverso il fascino dell’apparenza più che per il contenuto. L’accostamento tra la notizia e l’uovo di Pasqua sottolinea la natura commerciale e consumistica di molta parte dell’informazione moderna: una confezione accattivante e una sorpresa al suo interno che spesso risponde più a logiche di mercato che a esigenze di verità o di approfondimento.

Inoltre, l’espressione magicissimo uovo amplifica il tono ironico, quasi infantile, di una società che accetta l’idea che le notizie debbano essere per forza sorprendenti, spettacolari, confezionate come prodotti da banco per attrarre il consumatore-lettore.

Il filo logico dei “supplementi”

Il titolo della poesia, “Supplementi”, rafforza questa idea di cose che vivono grazie a ciò che si aggiunge loro. Un panino ha senso con il companatico, una flebo è utile con il farmaco, una notizia diventa vendibile con la sorpresa dentro, e per estensione ogni elemento della realtà moderna appare incompleto o poco interessante se non accompagnato dal proprio complemento, spesso esteriore e accessorio.

Valerio Magrelli, in questi pochi versi, compone una riflessione sul bisogno, profondamente umano e oggi esasperato dalla società dei consumi, di affiancare, ornare, arricchire ogni cosa per renderla desiderabile o significativa. È un pensiero che coinvolge il cibo, la salute, l’informazione e, in definitiva, il modo in cui diamo senso alla realtà.

I versi di Magrelli, nella loro apparente semplicità, offrono dunque una critica lucida e sottile alla cultura contemporanea, dominata dal culto del “supplemento”, dall’accessorio indispensabile che trasforma l’ordinario in straordinario. La poesia ci invita a riflettere su come valutiamo le cose e le esperienze, su quanto valore diamo al contenitore rispetto al contenuto, al complemento rispetto all’essenziale. E lo fa con quella leggerezza densa di significato che è cifra tipica della poetica di Valerio Magrelli.

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