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Una frase di Albert Einstein per dire no alla guerra

Per riflettere su quanto sta accadendo nel mondo dove si combatte, vi proponiamo oggi una frase di Albert Einstein sul fatto che la guerra non è mai la soluzione giusta, qualsiasi sia il fine e lo scopo che si abbia.

No alla guerra. E’ delle ultime ore la notizia dell’Iran che ha deciso di far decollare decine di droni diretti su Israele, con tutte le ripercussioni del caso a livello mondiale. E’ una situazione in continuo divenire, e si teme un escalation che possa portare ad un inasprirsi del conflitto a livello mondiale.

Per iniziare la giornata, vi proponiamo una frase di Albert Einstein che ci invita a riflettere su una concetto tanto semplice quanto difficile da comprendere per molti: ovvero che la guerra non è mai la soluzione giusta qualsiasi sia il fine e lo scopo per cui la si decida di fare.

“La guerra non si può umanizzare, si può solo abolire.”

Perché la guerra non è mai giusta

La guerra, anche se nata per “difendere un popolo”, è sempre illecita, non è mai giusta, perché uccidere è un male in sé. Un popolo aggredito, come ad esempio quello ucraino per restare alla stretta cronaca,  non può accettare di essere oppresso. Con che cosa si opporrà ai bombardamenti, ai carri armati, alle armi più terribili comprese quelle chimiche? 

Forse è troppo tardi, forse no e c’è ancora tempo per impegnarsi per fare cessare conflitti come quello in Ucraina ed evitare che la situazione in terra d’Israele continui a inasprirsi.

Siamo certi che attaccare un altro popolo non può mai essere giusta e diciamo attraverso le parole di Albert Einstein che la guerra non è mai stata e mai lo sarà un mezzo valido per sanare i conflitti umani.

Albert Einstein e i conflitti bellici

Il celebre fisico Albert Einstein ha spesso affrontato nei suoi discorsi tematiche relative alla guerra. In questi giorni in cui il conflitto in terra d’Israele sembra inasprirsi sempre più, tornano alla mente un’altra sua celebre citazione. Parole che Albert Einstein  aveva pronunciato proprio parlando delle guerre mondiali, all’indomani della conclusione del secondo conflitto mondiale.

“Io non so con quali armi sarà combattuta la Terza Guerra Mondiale, ma la Quarta Guerra Mondiale sarà combattuta con pietre e bastoni”.

Una metafora ben chiara che voleva sottendere le possibilità distruttive che già all’epoca (Einstein morì nel 1955 ma quella sua citazione dovrebbe risalire a qualche anno prima, ovvero al 1949) avevano raggiunto le armi di distruzione di massa che, a maggior ragione oggi, porterebbero l’intero pianeta verso la catastrofe totale.

Ovvero a passare, come nelle parole del fisico più famoso della storia, dalle incredibili capacità tecnologiche di oggi alle più rudimentali “pietre e bastoni”.

Einstein, d’altronde, nonostante i suoi studi si rivelarono fondamentali nello sviluppo della bomba atomica, si oppose sin dall’inizio all’utilizzo militare dell’energia nucleare e non fu parte del Progetto Manhattan che poi portò alla realizzazione delle bombe che furono sganciate su Hiroshima e Nagasaki.

Le sue parole, all’epoca, si riferivano quindi alle potenzialità distruttive dell’energia nucleare. Ma quanto purtroppo suonano attuali al giorno d’oggi?

Albert Einstein

Nato a Ulma (Germania) il 14 marzo 1879 e scomparso il 18 aprile 1955 a Princeton (New Jersey, Stati Uniti), Albert Einstein senza ombra di dubbio uno dei più grandi scienziati di tutti i tempi.

Einstein è stato un rivoluzionario nel campo della fisica e della filosofia, colui che ha interpretato la realtà in maniera inedita, trovando la famosa formula della relatività.

Uno scienziato ed un uomo fuori dagli schemi, noto anche per la sua intelligente ironia, la sua forte curiosità e il suo eclettismo.

Un personaggio che, a fine ‘800, ha messo in crisi il concetto di “unità”, di materia e del mondo stesso. Un personaggio che ha rivoluzionato la fisica e la scienza.

Albert Einstein ha lasciato molti messaggi per la società del futuro e che ha cercato di offrire un contributo all’umanità attraverso messaggi di pace e di speranza.

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