Iniziamo la giornata di oggi con un pensiero di William Shakespeare, tratto dalla tragedia “Giulio Cesare”. Un invito a prendere fra le mani la propria vita e a plasmarla secondo i nostri desideri più profondi.
Il nostro destino è dentro di noi
Essere o non essere? E’ questo il dilemma che Shakespeare ci ha consegnato attraverso la voce immortale di Amleto. Meglio subire i colpi di fionda della vita o impugnare le armi contro un mare d’affanni? Alla base di questa insolubile dilemma, c’è una duplice visione della vita. Da una parte, ci sono coloro che affidano sé stessi e il loro destino alle stelle, ovvero al fato. D’altra parte, ci sono invece coloro che decidono di essere artefici del loro destino, che lottano e combattono ogni giorno affinché i loro desideri profondi si inverino. Con questa frase, affidata a uno dei conduttori più valorosi della storia umana, Giulio Cesare, Shakespeare ci incoraggia a guardare dentro noi stessi per leggere i nostri desideri e farli nostri.
Giulio Cesare di Shakespeare
Con il “Giulio Cesare”, opera che prelude al periodo delle grandi tragedie, Shakespeare rivisita il conflitto esemplare e sempre attuale tra repubblica e impero, tra autoritarismo e democrazia. E magistralmente svela la dimensione teatrale delle politica, la sua retorica e la sua finzione. In questo dramma di carattere marcatamente politico ogni azione risulta inestricabilmente legata alla volontà di far prevalere le proprie opzioni ideologiche e alla conseguente necessità di persuadere il popolo per farlo aderire a esse. La storia si dispiega quindi come una grande arena della persuasione in cui la forza della parola, la simulazione e la dissimulazione forgiano i destini degli uomini.