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“Non ci si libera di una cosa evitandola, ma soltanto attraversandola” di Cesare Pavese

Oggi iniziamo la giornata affidandoci alle parole di Cesare Pavese, uno dei più grandi interpreti del Novecento

Non c’è modo di liberarsi di qualcosa che ci opprime, se non attraversandolo. O almeno questo è quello che sostiene il grande scrittore del Novecento, Cesare Pavese, in uno dei suoi capolavori: “Il mestiere di vivere“.

Non ci si libera di una cosa evitandola, ma soltanto attraversandola.

Cesare Pavese, uno scrittore

Cesare Pavese è senza dubbio uno degli autori più importanti della letteratura italiana, che merita di essere scoperto e apprezzato anche dai lettori contemporanei. Considerato uno degli interpreti più significativi del Novecento, Cesare Pavese ha raccontato nei suoi romanzi e nelle sue poesie la realtà popolare e contadina, ma con uno sguardo sempre rivolto altre letterature europee. Fu tra i primi a interessarsi alla letteratura statunitense, di cui fu anche traduttore.  

Il mestiere di vivere di Cesare Pavese

Iniziato il 6 ottobre 1935 durante i giorni del confino politico, “Il mestiere di vivere” accompagna Cesare Pavese fino al 18 agosto 1950, nove giorni prima della sua morte. Esso diventa a poco a poco il luogo cui affidare i pensieri sul proprio mondo di scrittore e di uomo e, soprattutto, le confessioni ultime su quei drammi intimi che laceravano la sua esistenza. Amaro, disperato, violento, ironico, raramente sereno, Pavese consegna al lettore una meditazione sulla vita, sui sogni, sui ricordi e sull’arte condotta con rigore intellettuale e morale. Allo stesso tempo, pagina dopo pagina, testimonia con lucidità l’evoluzione di un personale mestiere di vivere.

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