Sei qui: Home » Frasi » Cos’è la libertà, la definizione di Piero Calamandrei

Cos’è la libertà, la definizione di Piero Calamandrei

In occasione della Festa della Liberazione, vi proponiamo una frase di Piero Calamandrei, politico e accademico, fra i maggiori protagonisti della Resistenza

Oggi, 25 aprile, nonché Festa della Liberazione, vi proponiamo una frase di Piero Calamandrei, politico e accademico, ma soprattutto uno dei maggiori protagonisti della Resistenza italiana. 

La libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare.

La Festa della Liberazione

La Festa della liberazione si celebra il 25 aprile perché in quella data nel 1945 avviene la caduta del fascismo in Italia e della liberazione dall’occupazione nazista. Si tratta della transizione decisiva dalla oppressione alla tanto agognata libertà, grazie all’intervento della Resistenza italiana. Sempre il 25 aprile Mussolini fuggì da Milano in direzione di Como ma due giorni dopo venne processato e fucilato a Dongo.

La vita di Piero Calamandrei

Nato da una famiglia di giuristi, Piero Calamandrei si laurea in giurisprudenza nel 1912 a Pisa. Nel 1915 era già docente di procedura civile all’Università di Messina. Avrebbe insegnato a Modena (1918), a Siena (1920) e, dal 1924 fino ai suoi ultimi giorni, nell’Ateneo fiorentino di cui fu rettore. Interventista, Calamandrei partecipa da volontario alla prima guerra mondiale come ufficiale di fanteria. Ma, nonostante la promozione a tenente colonnello, preferisce riprendere la carriera accademica.

25 aprile

Perché è importante festeggiare il 25 aprile

Il 25 aprile del 1945 l’Italia veniva liberata dal nazifascismo, una data molto importante per il concetto di libertà e di democrazia

La libertà e l’impegno contro il Fascismo

L’avvento del fascismo lo porta a impegnarsi contro la dittatura. Da qui, la collaborazione con Salvemini e poi con i fratelli Rosselli, con i quali fondò il Circolo di Cultura di Firenze, devastato nel 1924 dagli squadristi. Ma Piero Calamandrei non si fa intimidire dalla violenza fascista e nel 1925 sottoscrive il Manifesto degli Intellettuali Antifascisti, redatto da Benedetto Croce. Quando gli viene chiesto di sottoscrivere una lettera di sottomissione a Mussolini, Calamandrei preferisce dimettersi dall’incarico universitario. Nel 1942 è tra i fondatori del Partito d’Azione e, dopo l’armistizio, inseguito da un mandato di cattura, si rifugia in Umbria. Così, inizia la sua collaborazione con la Resistenza partigiana, nella quale fu particolarmente attivo il figlio Franco.

 

© Riproduzione Riservata