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Una frase di Sandro Pertini per celebrare la liberazione d’Italia

Per la festa della Liberazione, vi proponiamo una frase dell'ex presidente della Repubblica Sandro Pertini che ben sintetizza il valore della Resistenza e l'importanza della libertà.
Il 25 aprile si celebra la Festa della Liberazione. Per celebrare questo importante evento per la storia del nostro Paese, vi proponiamo una frase di Sandro Pertini, uno dei presidenti della Repubblica italiana più amati di sempre, che ben sintetizza il valore della Resistenza e l’importanza della libertà.
“È meglio la peggiore delle democrazie della migliore di tutte le dittature.”

La liberazione dalla dittatura

La frase di Sandro Pertini, che mette a confronto due diverse forme di governare un popolo, ben sintetizza la necessità dell’epoca di liberare l’Italia dalla dittatura per ripristinare qualsiasi tipo di forma di democrazia, anche la peggiore, purché ci si allontani il prima possibile dal regime totalitario.

Non solo queste parole, ma tutta la vita di Sandro Pertini, che ricordiamo partecipò alla battaglia di Porta San Paolo nel tentativo di difendere Roma dall’occupazione tedesca e in generale fu un rappresentante di spicco della Resistenza italiana, è stato un esempio di lotta ad ogni costo per inseguire i propri valori, per il bene personale e della comunità che condivide gli stessi ideali.

Al centro del pensiero e dell’impegno di Pertini c’è un’idea forte e irrinunciabile di eguaglianza che ha come suo corollario la negazione di ogni privilegio e consorteria. Il presidente più amato dagli italiani, simbolo per tutti di una nazione possibile e sognata, voleva che l’Italia divenisse una “Repubblica declinata al plurale”.

Un esempio molto attuale oggi, alla luce dei conflitti che si estendono in tutto il mondo, e di cui dovremmo ricordarci tutti noi ancora oggi, cittadini e rappresentanti delle istituzioni.

La lotta contro dittature e soprusi di Sandro Pertini

Ostile al regime fascista fin dall’inizio, Sandro Pertini per la sua attività politica fu bersaglio di aggressioni squadriste. Il suo studio di avvocato a Savona fu devastato più volte, mentre in un’altra occasione fu picchiato perché indossava una cravatta rossa, oppure ancora per aver deposto una corona di alloro dedicata alla memoria di Giacomo Matteotti.

Il 22 maggio 1925, Pertini venne arrestato per aver distribuito un opuscolo clandestino, stampato a sue spese, dal titolo Sotto il barbaro dominio fascista, in cui denunciava le responsabilità della monarchia verso l’instaurazione del regime fascista, le illegalità e le violenze del fascismo stesso, nonché la sfiducia nell’operato del Senato del Regno. In seguito a questo, fu aperto a suo nome un fascicolo al Casellario Politico Centrale e venne accusato di “istigazione all’odio tra le classi sociali”.

Nell’interrogatorio dopo l’arresto, in quello condotto dal procuratore del Re e all’udienza pubblica davanti al Tribunale di Savona, Pertini rivendicò il proprio operato assumendosi ogni responsabilità e dicendosi disposto a proseguire nella lotta contro il fascismo e per il socialismo e la libertà, qualunque fosse la condanna. Per questo, nell’autunno 1926 espatriò clandestinamente in Francia assieme a Filippo Turati.

Nel 1929 rientrò in Italia era quello di riorganizzare le file del partito socialista e stabilire contatti con gli altri partiti antifascisti, tra cui i democratici di “Nuova Libertà”.

Il presidente più amato

Sandro Pertini, all’anagrafe Alessandro Giuseppe Antonio Pertini, è stato un politico, giornalista e partigiano italiano. Fu il settimo presidente della Repubblica Italiana, in carica dal 1978 al 1985. Andando spesso oltre il “basso profilo” tipico del ruolo istituzionale ricoperto, il suo mandato presidenziale fu caratterizzato da una forte impronta personale che gli valse una notevole popolarità, tanto da essere ricordato come il “presidente più amato dagli italiani” o il “presidente degli italiani”.

Gli uomini per essere liberi” di Sandro Pertini

“Gli uomini per essere liberi, è necessario prima di tutto che siano liberati dall’incubo del bisogno”. È questo uno dei passaggi più significativi contenuti nella lettera inedita che apre questa raccolta di testi e scritti di Sandro Pertini. Il libro, curato da Pietro Pierri, vicepresidente della Fondazione Sandro Pertini, è una raccolta degli ideali dell’ex Presidente della Repubblica che si ritrovano sia nelle pagine pubbliche, sia in quelle private che arricchiscono questo libro, dando un’immagine più intima e personale di un uomo che tutti gli italiani sentono ancora vicino.

 
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