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”I Promessi Sposi”, le 10 frasi più belle del romanzo di Manzoni

Non c'è uno scrittore moderno che abbia avuto più impatto nella letteratura italiana come Manzoni. Ecco le frasi più celebri tratte da "I promessi Sposi"
I promessi sposi è il celebre romanzo storico di Alessandro Manzoni, nato il 7 marzo 1785 e scomparso il 22 maggio 1873, ritenuto il più famoso e il più letto tra quelli scritti in lingua italiana. Preceduto dal Fermo e Lucia, spesso considerato romanzo a sé, fu pubblicato in una prima versione nel 1827 (detta edizione ventisettana); rivisto in seguito dallo stesso autore, soprattutto nel linguaggio, fu ripubblicato nella versione definitiva fra il 1840 e il 1841-42. In occasione dell’anniversario della morte di Alessandro Manzoni, vi riproponiamo alcuni delle frasi più celebri tratte dal primo romanzo storico italiano.
 
 
 
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“I promessi sposi”, otto passi che raccontano la peste ieri come oggi

Passi che descrivono l’arrivo della peste a Milano e che risuonano attuali, riportandoci inevitabilmente a quanto sta accadendo intorno a noi

 

Le frasi più celebri tratte da I Promessi Sposi

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“‘Or bene,’ gli disse il bravo all’orecchio, ma in tono solenne di comando, ‘questo matrimonio non s’ha da fare, né domani, né mai.”

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“Gli occhi non davan lacrime, ma portavan segno d’averne sparse tante.”

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“È uno de’ vantaggi di questo mondo, quello di poter odiare ed esser odiati, senza conoscersi.”

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“All’avvocato bisogna raccontar le cose chiare: a noi tocca poi a imbrogliarle.”

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“Que’ prudenti che s’adombrano delle virtù come de’ vizi, predicano sempre che la perfezione sta nel mezzo; e il mezzo lo fissan giusto in quel punto dov’essi sono arrivati, e ci stanno comodi.”

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“Con l’idee donna Prassede si regolava come dicono che si deve far con gli amici: n’aveva poche; ma a quelle poche era molto affezionata. Tra le poche, ce n’era per disgrazia molte delle storte; e non eran quelle che le fossero men care.”

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“Come il fiore già rigoglioso sullo stelo cade insieme col fiorellino ancora in boccio, al passar della falce che pareggia tutte l’erbe del prato.”

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“E s’inoltrava in quell’età così critica, nella quale par che entri nell’animo quasi una potenza misteriosa, che solleva, adorna, rinvigorisce tutte l’inclinazioni, tutte l’idee, e qualche volta le trasforma, o le rivolge a un corso impreveduto.”

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“Uno dei benefici dell’amicizia è di sapere a chi confidare un segreto.”

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“Ma noi uomini siam in generale fatti così: ci rivoltiamo sdegnati e furiosi contro i mali mezzani, e ci curviamo in silenzio sotto gli estremi; sopportiamo, non rassegnati, ma stupidi, il colmo di ciò che da principio avevamo chiamato insopportabile.”

 

 

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