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”Trame di cinema”, la mostra che ricrea la suggestione dei grandi film

Dal cappotto di ''Gradisca'' al Settecento di ''Casanova'', dalla Giocasta dell'''Edipo re'' alla giacca nera di Totò in ''Uccellacci e uccellini''. A Villa Manin di Passariano...

L’esposizione è allestita a Villa Manin di Passariano, nei pressi di Udine, fino al 22 giugno

MILANO – Dal cappotto di ”Gradisca” al Settecento di ”Casanova”, dalla Giocasta dell”’Edipo re” alla giacca nera di Totò in ”Uccellacci e uccellini”. A Villa Manin di Passariano vicino a Udine fino al 22 giugno è in programma  la mostra ”Trame di cinema. Danilo Donati e la Sartoria Farani, i costumi nei film di Citti, Lattuada, Faenza, Fellini, Pasolini, Zeffirelli” – realizzata dalla Regione Friuli Venezia Giulia, l’Azienda speciale Villa Manin e la collaborazione della Fondazione Crup – propone la straordinaria collezione di costumi di scena disegnati da una grande maestro del cinema e dello spettacolo quale Danilo Donati (due volte premio Oscar, nel 1969 per i costumi di Romeo e Giulietta di Zeffirelli e nel 1977 con il Casanova di Federico Fellini) nel corso della sua lunga carriera di scenografo e costumista, realizzati dalla storica Sartoria Farani di Roma, oggi diretta da Luigi Piccolo, curatore dell’allestimento.

IL PERCORSO DELLA MOSTRA – Nello spazio espositivo della dimora dogale dei Manin, la carriera professionale di questo geniale artista (nato a Suzzara nell’aprile del 1926 e morto a Roma nel 2001) è ripercorsa attraverso i costumi di scena realizzati per alcuni dei grandi maestri del cinema italiano: da Federico Fellini a Pier Paolo Pasolini, da Franco Zeffirelli ad Alberto Lattuada, Sergio Citti a Roberto Faenza. Le diciotto stanze del percorso espositivo di Villa Manin accolgono gli oltre cento costumi restaurati e perfettamente conservati nella collezione della storica sartoria fondata da Piero Farani a Roma alla fine degli anni Cinquanta e per molto tempo dimenticati. Un esempio su tutti: la giacca di Totò è stata ritrovata in un sacco da Luigi Piccoli quando ha ereditato la sartoria. Accanto ai costumi, il percorso espositivo è  arricchito da un ampio materiale iconografico comprendente gli ingrandimenti fotografici degli scatti realizzati sui set, la proiezione di celebri sequenze di film, le voci originali dei registi, colonne sonore , testi documentali e interviste filmate con i protagonisti e con lo stesso Danilo Donati.  

UN VIAGGIO DENTRO IL MONDO DEL CINEMA – La mostra è dunque una sorta di “ viaggio “attraverso gli abiti visionari, sontuosi e geniali di Danilo Donati: dalle marsine indossate da Donald Sutherland nel Casanova di Fellini (che valse l’Oscar a Donati nel 1977) al celebre vestito della “Gradisca” di Amarcord, fino a una splendida Silvana Mangano nella tunica millenaria di Giocasta, nell’Edipo Re di Pasolini, il frac blu di Marcello Mastroianni in Intervista o, sempre di Fellini, uno degli abiti dei suoi eccentrici Clowns: non poteva non essere che Donati a dar forma all’universo fantastico del regista romagnolo.  Li accomuna infatti la capacità visionaria e l’inesausto desiderio di sperimentazione, visibile nell’attenzione del costumista ai cromatismi e nella cura dei materiali. Ogni lavoro di Donati si lega a un tessuto o a una lavorazione particolare : la lana e il cotone grezzo e povero per il Vangelo pasoliniano in bianco e nero , il feltro semirigido del Decameron , i laminati de Le mille e una notte o gli intrecci di stoffe dell’Edipo Re adatti a comporre trame corpose.

LA COLLABORAZIONE CON PASOLINI – Proprio al sodalizio con  Pasolini è dedicato grande spazio in mostra perché Danilo Donati, assieme alla Sartoria Farani, realizzò gli abiti di praticamente di tutti i suoi film, ad esclusione dei costumi per Medea . Proprio nei costumi pasoliniani si può notare un altro tratto da aggiungere alla poliedrica personalità di questo costumista : l’amore per l’arte, soprattutto italiana, punto di riferimento insostituibile.  Lorenzetti è il modello del Decameron e Piero della Francesca, per il Vangelo, mentre Donati pensa a Pisanello di Verona, ricreandolo a suo modo, quando è alle prese con la Bisbetica domata di Zeffirelli .La mostra si chiude sulle immagini di Salò o le 120 giornate di Sodoma (1975) l’ultimo disperato film di Pier Paolo Pasolini con cui si interrompe prematuramente la collaborazione fra questi due grandi artisti. Danilo Donati morirà il primo dicembre 2001 all’età di 75 anni mentre stava ancora lavorando ai costumi di scena del film di Roberto Benigni Pinocchio (2002).

Alessandra Pavan

22 aprile 2014

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