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“L’arte per l’arte”, in mostra a Ferrara l’arte sacra del 500’

Torna a Ferrara presso il Castello Estense l’iniziativa del Comune “L’arte per l’arte” un progetto finalizzato alla valorizzazione del patrimonio storico e artistico

MILANO – Dal 26 gennaio al 26 dicembre si terrà presso il Castello Estense di Ferrara il progetto del Comune “L’arte per l’arte; Dipingere gli affetti: la pittura sacra a Ferrara tra Cinque e Settecento”, promosso dalla Fondazione Ferrara Arte e finalizzato alla valorizzazione del patrimonio storico e artistico, inaccessibile dopo il sisma del 2012.

 

Un viaggio nel tempo: i protagonisti

Dopo le opere di De Pisis, Boldini, Previati e Mentessi l’attenzione si sposta verso il periodo dal 500’ al 700’. Le sale affrescate dei Camerini del Castello Estense ospiteranno un vero e proprio capitale artistico di quadri quasi sconosciuti al pubblico. È l’inizio di un viaggio a ritroso nel tempo che va dal tramonto del dominio Estense sino al secolo dei Lumi, dalla soave magnificenza di Ippolito Scarsella (detto anche “Scarsellino”) alla dolente bellezza di Carlo Bononi. Ma questo viaggio non si ferma qui: si incontreranno altre personalità antecedenti o contemporanee ai due maestri, come il manierista Giuseppe Mazzuoli (detto il Bastarolo), il pittore dei duchi e dei committenti religiosi Gaspare Venturini, l’enigmatico Giuseppe Caletti per arrivare infine a Giuseppe Avanzi, colui che schiuderà il sipario al 700’ con protagonisti i singolari pittori Giacomo Parolini e Giuseppe Zola.

 

Dipingere gli affetti: una missione

Protagonisti della mostra non sono solo i dipinti, ma è la città stessa che rivela le sue radici moderne. In questa esposizione si scopre l’attivismo degli istituti religiosi e di una fetta della nobiltà e della borghesia cittadina, impegnata nell’attività di carità e solidarietà che portò ad ornare alcuni dei luoghi sacri più rappresentativi, oggi quasi tutti scomparsi o mutati per fattezze o destinazioni d’uso. Il fatto che l’ASP Centro Servizi alla Persona di Ferrara abbia ereditato questo patrimonio artistico e culturale e che se ne sia fatto promotore tramite questa esposizione rappresenta il collegamento tra l’attività umanitaria dei secoli precedenti con quella attuale per il benessere della città.

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