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Legge di bilancio, nuove assunzioni nelle università virtuose

Dal 2019 sono garantite più di duemila nuove assunzioni nelle università italiane, ma solo le più virtuose possono usufruire delle nuove risorse

MILANO – Nelle università, secondo la legge di bilancio appena approvata, ci saranno dei cambiamenti. Il Ministro Bussetti ha dichiarato che nel 2019 sono previste nuove assunzioni per più di duemila posti di lavoro negli atenei italiani. Questo è dovuto al ripristino dei posti lasciati vacanti da chi è appena andato in pensione. La distribuzione di queste assunzioni dipende però dalla virtù delle università: più l’ateneo è virtuoso più potrà migliorare la sua offerta formativa grazie alle nuove risorse.

Le nuove assunzioni

Nel 2019 il Ministro Bussetti ha dichiarato che verranno coperti più di duemila posti negli atenei italiani, per ripristinare il turn over e per la valorizzazione dell’offerta formativa. Si dovrebbe trattare pertanto di un grande cambiamento nel campo dell’istruzione, dato che il nostro rapporto docenti-studenti è risaputamente inferiore a quello straniero. Potendo assumere nuove risorse, si garantisce la qualità dell’offerta formativa.

I posti totali da riempire sono duemilatrentotto, però non tutte le università possono usufruire delle nuove risorse in modo uguale: gli atenei virtuosi, ossia con una spesa di personale inferiore all’80% e con l’indicatore di di sostenibilità economico-finanziaria superiore a 1, possono assumere al 110 %, sostituendo i pensionati e accrescendo il numero dei ricercatori e docenti; gli atenei meno virtuosi, invece, possono assumere al 50 % dei posti liberati, venendo quindi penalizzate.

Le università virtuose

Gli atenei più virtuosi si collocano per lo più nel nord Italia. L’università più virtuosa è quella di Bergamo, a seguire il Politecnico di Milano, l’Università di Milano Bicocca, l’Insubria di Varese, la Statale di Milano, Università degli Studi Magna Græcia di Catanzaro, la Parthenope di Napoli, l’Università di Chieti e Pescara, l’Università degli Studi di Urbino, il Politecnico di Torino, l’Università di Torino, il Politecnico di Bari, l’Università del Piemonte Orientale, l’Università di Verona e l’Università Ca’ Foscari di Venezia.

Fonte: MIUR

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