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Roberto Sbiroli, ”Il disinteresse della politica verso i beni culturali e i costanti tagli hanno messo le biblioteche italiane in grande difficoltà”

INCHIESTA BIBLIOTECHE - Richiedere un maggior impegno da parte dello Stato e ritrovare il contatto con la gente, anche grazie ad un uso intelligente dei nuovi mezzi di comunicazione. E’ questo ciò che le biblioteche devono fare oggi per ritrovare la loro centralità all’interno della società secondo Roberto Sbiroli, consigliere di ALAI, l’Associazione Librai Antiquari d'Italia patrocinata da Umberto Eco, e titolare di Libriantichionline.com ...

Il consigliere ALAI e titolare di Libriantichionline.com interviene sullo stato delle biblioteche italiane

 

MILANO – Richiedere un maggior impegno da parte dello Stato e ritrovare il contatto con la gente, anche grazie ad un uso intelligente dei nuovi mezzi di comunicazione. E’ questo ciò che le biblioteche devono fare oggi per ritrovare la loro centralità all’interno della società secondo Roberto Sbiroli, consigliere di ALAI, l’Associazione Librai Antiquari d’Italia patrocinata da Umberto Eco, e titolare di Libriantichionline.com . Alla luce anche degli ultimi fatti di cronaca, come il caso del furto di massa perpetrato ai danni della biblioteca dei Girolamini di Napoli, Sbiroli punta il dito sulla mancanza di competenza da parte di chi viene messo alla guida di alcuni di questi istituti di cultura.

 

Qual è secondo lei lo stato delle biblioteche italiane?
Il disinteresse della politica verso i beni culturali e i costanti tagli hanno messo le biblioteche italiane in grande difficoltà. Personale poco motivato e mancanza di ricambio generazionale completano il quadro non confortante. Le biblioteche italiane versano in una condizione di seria crisi ed è indispensabile un’inversione di rotta, in termini di investimenti e competenze.

 

Edifici dediti alla cultura come le biblioteche ricoprono ancora il loro ruolo di riferimento culturale per la gente?
La crisi della lettura investe i librai e le biblioteche in modo non dissimile. Anche le biblioteche, hanno però compreso, che oggi, per ritrovare il contatto con la gente, è indispensabile comunicare. Non sono più le persone ad avvicinarsi alle biblioteche spontaneamente, ma sono le biblioteche, anche attraverso un uso intelligente e a basso costo dei social network, ad avvicinarsi alle persone.

 

Di chi sono, a suo parere, le principali responsabilità, anche alla luce dei recenti fatti di cronaca?
Il caso del furto di massa (si parla di circa 4.000 libri antichi) perpetrato ai danni della biblioteca dei Girolamini di Napoli, una delle biblioteche più importanti d’Italia, ha acceso i riflettori sullo stato della conservazione del patrimonio librario in Italia.
E’ necessario che il merito torni a guidare le nomine. La politica, da una parte ha tagliato i fondi e dall’altra ha invaso il campo. La clientela ha surrogato il merito e a dirigere il settore dei beni librari e nel caso di specie anche una delle principali biblioteche storiche d’Italia, è stato nominato Marino Massimo De Caro che era semplicemente sprovvisto di titoli per ricoprire quel ruolo. Alla luce del fatto che anche il padre conservatore della biblioteca oggi si trova agli arresti domiciliari, si capisce quanto la situazione sia fuori controllo.

 

Quali azioni si possono intraprendere per migliorare lo stato delle biblioteche italiane?
Le biblioteche devono ritrovare centralità nella nostra società. Tutto parte dalla scuola. Uno Stato che non investe in cultura sui propri giovani, semina disinteresse e genera un vero e proprio vuoto culturale. Una proposta concreta per preservare edifici e libri potrebbe essere quella di consentire alle biblioteche di alienare, attraverso trasparenti aste pubbliche, le terze, quarte, quinte, seste copie (e in certi casi si potrebbe anche andare oltre nella numerazione, tale è la ricchezza potenziale del patrimonio librario italiano)  di una medesima edizione antica, utilizzando il ricavato per bonificare e restaurare gli immobili spesso fatiscenti e magari acquistare libri mancanti. Negli Stati Uniti è realtà, in Italia è pura eresia. In definitiva, a mio parere, tutto ruota intorno a tre punti: merito/competenze, fondi e modifiche alla legislazione vigente.

 

Come ALAI, quali azioni intendete intraprendere?
La nostra Associazione da anni collabora con le istituzioni competenti (Beni culturali e forze dell’ordine) e organizza tavole rotonde e conferenze incentrate sull’universo dei beni librari. Anche a noi spetta il compito di sensibilizzare e comunicare con maggior decisione rispetto al passato. Senza modernizzazione sarà improbabile rimediare al mancato ricambio generazionale dei lettori-bibliofili.

 

14 novembre 2012

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