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Luisa Marquardt, ”I tagli su istruzione, scuola, biblioteche sono un pericolo per il Paese”

INCHIESTA SULLE BIBLIOTECHE SCOLASTICHE - Le biblioteche scolastiche sono strumenti fondamentali per educare i ragazzi a una corretta competenza informativa e mediatica, formando le competenze critiche necessarie ai cittadini di domani. Lo afferma Luisa Marquardt, che dopo averci aiutato a ricostruire, in un nostro precedente articolo, la situazione delle biblioteche scolastiche italiane, ci parla delle campagne in loro favore...

La professoressa ci parla delle campagne a favore delle biblioteche scolastiche in Italia e spiega perché è importante investire in questo settore

MILANO – Le biblioteche scolastiche sono strumenti fondamentali per educare i ragazzi a una corretta competenza informativa e mediatica, formando le competenze critiche necessarie ai cittadini di domani. Lo afferma Luisa Marquardt, che dopo averci aiutato a ricostruire, in un nostro precedente articolo, la situazione delle biblioteche scolastiche italiane, ci parla delle campagne in loro favore: BIOS (una Biblioteca In Ogni Scuola), l’iniziativa “I libri spediamoli a scuola” e il progetto ministeriale Bibliorete21, della cui commissione la professoressa Marquardt fa parte.


Ci sono iniziative per richiamare l’attenzione sulla necessità che le scuole vengano dotate di biblioteche?

La IASL (Associazione Internazionale di Biblioteconomia scolastica), l’IFLA SLRC (Federazione internazionale delle biblioteche e delle istituzioni bibliotecarie – Sezione biblioteche scolastiche) e l’ENSIL (Rete Europea per le Biblioteche Scolastiche e la Competenza Informativa) hanno da tre anni varato una campagna di sensibilizzazione nei confronti delle biblioteche scolastiche chiamata ALIES (A Library In Every School), che  io ho tradotto in italiano con BIOS (una Biblioteca In Ogni Scuola). La campagna, non potendo contare su finanziamenti di nessun genere, si promuove soprattutto attraverso i canali di questi organismi e attraverso iniziative attuate nei vari Paesi, per esempio a ottobre in occasione del mese internazionale della biblioteca scolastica. In Italia BIOS ha incontrato e unito le sue forze con “I libri spediamoli a scuola”, campagna di promozione della lettura e del libro attraverso la scuola e la sua biblioteca nata da un’idea di Della Passarelli, direttore editoriale della Sinnos Editrice. Si tratta di una campagna attiva rivolta anche al semplice cittadino, non necessariamente a coloro che all’ambiente della scuola sono legati. Librerie e scuole sono invitate a gemellarsi, e tutti i cittadini che vanno in libreria possono scegliere di destinare un acquisto alla biblioteca della scuola gemellata. Tutto ciò avviene sulla base di progetti che garantiscano che i libri donati alla scuola vengano poi effettivamente utilizzati. Questa campagna consente anche di valorizzare le competenze del libraio: gli insegnanti e i genitori non sempre conoscono la proposta editoriale corrente, che nel settore dell’infanzia ha fatto passi da gigante, e laddove c’è un libraio specializzato in questo campo, per esempio, possono avvalersi di consigli molto buoni. È insomma una campagna di cittadinanza attiva, un modo per aggregare editori, librerie, cittadini comuni in un’azione efficace sul versante della promozione di libri, lettura, librerie e biblioteche, che anche nell’era del digitale non perdono la loro funzione di snodo d’accesso all’informazione.

Ci sono anche iniziative ministeriali?
Sul versante istituzionale, ad agosto 2010, in seguito a una serie di sollecitazioni da parte della Commissione nazionale biblioteche scolastiche, all’epoca coordinata dalla professoressa Donatella Lombello dell’Università di Padova e attualmente coordinata da me, si avviò un progetto finalizzato a costituire una rete di biblioteche per le competenze chiave del 21simo secolo, nominato Bibliorete21. La circolare che venne mandata alle scuole per invitarle a entrare a prender parte a questo progetto richiedeva come requisiti minimi che l’istituto fosse dotato di una biblioteca scolastica con del personale addetto, in qualunque modalità venisse impiegato, e che volesse operare in un’ottica di rete con le altre scuole e con il territorio.

Perché è importante investire nelle biblioteche scolastiche?
Ci sono tantissimi studi in ambito psicologico e anche nel campo delle neuroscienze  che evidenziano come la plasticità dell’intelletto umano sia inversamente proporzionale all’età, ed è importante proprio in questo stadio educare l’intelletto a un approccio integrato all’informazione, che passi attraverso canali diversi. Non si deve veicolare l’idea che soltanto computer e connessioni internet possano dare accesso ai contenuti dell’informazione e utilizzare così in una fiducia totale le nuove tecnologie e risorse digitali, privando bambini e ragazzi di una dimensione fondamentale quale quella della ricerca e dell’uso di più fonti informative. Sin dai primi anni e dai primi gradi dell’istruzione bisognerebbe costruire un percorso di educazione alla competenza informativa e mediatica mettendo a disposizione una pluralità di risorse e di strategie, altrimenti si rischia di favorire delle abilità più di tipo tecnico che non delle vere e proprie competenze. È una questione alla base anche di qualsiasi democrazia: sono le capacità critiche che consentono di esercitare in pieno i diritti di cittadinanza, la tenuta di un Paese viene messa a dura prova quando si taglia sull’istruzione e sulla cultura. Per questo è importante investire in strutture che la veicolino, come le biblioteche e, in prima istanza, le biblioteche scolastiche, che offrono questo servizio ai più giovani.
Un motivo in più che dovrebbe spingere il legislatore a investire nella biblioteca scolastica dovrebbero essere i risultati che provengono dalla realtà di Bolzano, dove alle biblioteche scolastiche è stata dedicata a partire dal 1990 grande attenzione da parte degli apparati legislativi della provincia. Non è un caso che i risultati degli allievi di Bolzano e provincia nelle indagini internazionali si allineino ai livelli più alti, mentre la performance italiana in generale è al di sotto della media europea.

 

7 febbraio 2013

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