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#Scuoleapezzi, l’iniziativa che denuncia il degrado degli edifici scolastici italiani

Edifici sovraffollati, privi di sistemi di sicurezza, che si allagano nei giorni di pioggia intensa: a questo stato di degrado sono ridotte le scuole frequentate dai ragazzi italiani. Dalle numerosissime segnalazioni di situazioni di disagio รจ nato #Scuoleapezzi...

Il progetto vive sul sito di ScuolaZoo, la community che racconta il mondo della scuola dall’interno, attraverso le testimonianze dei ragazzi. Ce ne parla Noemi Grillo, PR Manager di ScuolaZoo

MILANO – Edifici sovraffollati, privi di sistemi di sicurezza, che si allagano nei giorni di pioggia intensa: a questo stato di degrado sono ridotte le scuole frequentate dai ragazzi italiani. Dalle numerosissime segnalazioni di situazioni di disagio è nato #Scuoleapezzi, un progetto di ScuolaZoo – sito e community che raccoglie i racconti e le testimonianze degli studenti – mirato far conoscere le condizioni critiche in cui versano molti edifici scolastici italiani. Naturalmente l’iniziativa non poteva non catturare il nostro interesse, vista l’attenzione che abbiamo sempre riservato alla scuola – tra i numerosi appelli lanciati a favore dell’istruzione, il nostro diretto Saro Trovato si era proprio occupato del problema del degrado degli edifici scolastici in un suo editoriale. Ci siamo dunque fatti raccontare del progetto #Scuoleapezzi da Noemi Grillo, PR Manager di ScuolaZoo.

Com’è nata l’iniziativa #Scuoleapezzi?
ScuolaZoo ha nel suo DNA, fin dalle origini sette anni fa circa, uno spirito di attenzione verso ciò che accade nella scuole. La community è nata proprio grazie ai contenuti mandati dai ragazzi, video di denuncia o “goliardici”, la tendenza è sempre stata quella di raccontare la scuola dall’interno.
Il progetto #Scuoleapezzi è nato nel gennaio dell’anno scorso in seguito a una serie di segnalazioni fatte dai ragazzi in modo spontaneo su disagi vissuti all’interno delle scuole italiane, che abbiamo deciso di raccogliere sotto questo hashtag.
Ci sono state indicate numerosissime situazioni critiche, che abbiamo cercato di far conoscere  facendo comunicazione sia a livello locale sia nazionale. Ricordiamo per esempio il caso di una scuola in Sardegna in cui c’erano in corso lavori di smaltimento dell’amianto mentre i ragazzi continuavano a frequentare, o il caso di un edificio riutilizzato come scuola dopo il terremoto nonostante gli ingenti danni e la mancanza di un sistema di sicurezza.
In un anno di lavoro, #Scuoleapezzi ha raccolto un’ingente quantità di materiali audio e video e ha cercato di dare risalto al problema già prima che il cambio di governo e il giro di Renzi per le scuole italiane rendessero l’argomento più “notiziabile” sui media.

Come funziona nella pratica l’iniziativa?
Basta scrivere una mail, allegando foto e video, all’indirizzo scuolazoo@gmail.com. Diverse segnalazioni provengono dai R.I.S. Rappresentanti D’Istituto ScuolaZoo.
Dopo averle ricevute, noi vagliamo le segnalazioni e valutiamo se ci sono effettivamente gli “estremi per una denuncia”. A quel punto pubblichiamo un post sul nostro sito e ci muoviamo con comunicati stampa diffusi sia a livello locale sia a livello nazionale.

Qual è la realtà che emerge sulle scuole?
La realtà che emerge è che le scuole sono a pezzi, in senso letterale.
Ci sono casi esemplari, ma sono veramente pochi sul totale degli edifici scolastici italiani.
Le segnalazioni spaziano da scuole che si allagano quando c’è una giornata di pioggia più intensa a scuole sovraffollate, da edifici dove crollano pezzi di intonaco in testa agli alunni a quelli privi di un sistema di sicurezza.
Il rapporto annuale di Legambiente sulla qualità dell’edilizia scolastica, pubblicato qualche giorno fa, testimonia come lo stato sia veramente di degrado e abbandono.
Per risolvere il problema c’è bisogno di azioni forti da parte del ministro dell’Istruzione.
Da parte nostra, noi facciamo da canale di denuncia, facciamo sì che si parli di certe situazioni, e a volte questo porta anche a degli interventi sul piano pratico. Posso per esempio citare il caso di una scuola di Cosenza che aveva l’ingresso completamente occupato dai rifiuti: dopo svariate denunce e notizie sulla stampa locale, si sono presi finalmente dei provvedimenti e il problema è stato risolto.

C’è qualche caso che ha particolarmente colpito per la gravità della situazione?
Sicuramente quello di Modena cui accennavo prima.  Dopo il terremoto e il crollo della scuola, il Lice Sigonio è stato spostato in un edificio destinato alla demolizione, completamente fatiscente e decadente: le classi sono strettissime, si staccano pezzi di calcinacci – due studentesse sono state colpite e una è dovuta andare in pronto soccorso per farsi fare un lavaggio degli occhi –, le scale antincendio appoggiano su una parete chiusa…
I ragazzi hanno lottato per due anni prima di vedere ristrutturato uno solo dei piani della scuola. Un caso davvero grave, in cui il disagio si è andato ad aggiungere alla grande tragedia del terremoto.

6 marzo 2014

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