Non ce ne vogliano gli organizzatori del prestigioso premio letterario e il proprietario di La7 Urbano Cairo, ma riteniamo che il passaggio in tv della 52ma edizione del Premio Campiello dalla Rai a La7 non sia una scelta felice. Inoltre, la messa in onda della premiazione in differita ed in seconda è una scelta che conferma quello che sembra essere un trend inarrestabile, ovvero che la cultura in tv non trova i giusti spazi all’interno dei palinsesti televisivi.
Tante volte abbiamo chiesto ai responsabili delle programmazioni tv perchè ciò avviene, e la risposta resta sempre la stessa. In Italia i libri non piacciono, la gente non legge, quindi programmi dedicati ai libri e alla cultura non avrebbero audience. Ne segue che, almeno secondo la convinzione di questi geni del marketing televisivo, non ci sarebbe la pubblicità necessaria per sostenere programmi del genere.
Bisogna a tutti i costi capire che se si vuole salvare l’editoria, settore che sta conoscendo una fortissima crisi, ma soprattutto se si vuole stimolare la gente a leggere (le statistiche parlano chiaro riguardo all’arretratezza italiana in fatto di lettura) bisogna portare i libri e la cultura in prima serata. Già la conduzione del Campiello da parte di due artisti affermati e familiari al grande pubblico televisivo come Neri Marcorè e Geppi Cucciari, che sul palco della Fenice hanno presentato un mix di contenuti culturali e intrattenimento, poteva essere un modo per avvicinareil pubblico ad un evneto culturale di tal spessore come il Campiello.
La 52ma edizione del Premio Campiello non è stato solo un evento di premiazioni, ma un racconto vero e proprio che ha messo al centro i libri, gli scrittori finalisti e le loro storie, il tutto accompagnato dalla freschezza e dall’ironico ed al tempo stesso garbato modo di condurre la serata da parte di Marcorè e Cucciari. Trasmetterlo in differita ed seconda serata rappresenta, secondo noi un’occasione sprecata per avvicinare alla cultura la gente comune.
La Redazione di Libreriamo
17 settembre 2014
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