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Pietro Grasso dà il via a Più libri più liberi lodando il coraggio dei piccoli editori

E' nel ''coraggio dei piccoli e medi editori'', l'antidoto per resistere alla crisi. E per ''far vivere una società più matura, e dunque più libera'': è il saluto a distanza del presidente del Senato Pietro Grasso ad aprire idealmente la dodicesima edizione di Più libri più liberi...

Con il discorso del presidente del Senato si è aperta a Roma la dodicesima edizione della Fiera nazionale della piccola e media editoria, dal 5 all’8 dicembre al Palazzo dei Congressi dell’Eur

ROMA – E’ nel “coraggio dei piccoli e medi editori”, l’antidoto per resistere alla crisi. E per “far vivere una società più matura, e dunque più libera”: è il saluto a distanza del presidente del Senato Pietro Grasso ad aprire idealmente la dodicesima edizione di Più libri più liberi, dal 5 all’8 dicembre al Palazzo dei Congressi dell’Eur. In questo “fortino assediato” che è l’editoria, come lo definisce il presidente dell’Associazione Italiana Editori Marco Polillo: però con le porte aperte.

LA CULTURA E’ SVILUPPO ECONOMICO – Prende il via così un’edizione ancora più aperta alla città, in una “dimensione territoriale espansa”, come la definisce Marino Sinibaldi, direttore di Radio 3, con l’ampliamento del programma off di Più libri più luoghi. “L’obiettivo è irradiare il clima che c’è in questa fiera in tutta la regione – sottolinea Lidia Ravera, assessore alla Cultura della Regione Lazio – appoggiandoci alle biblioteche, presidi di alfabetizzazione che cerchiamo di conservare nonostante tutto, e poi agli istituti culturali che hanno mostrato i loro tesori. La cultura è sviluppo economico: per questo stiamo mettendo mano alla legge sulla promozione della lettura e del libro. La vogliamo rifinanziare – annuncia l’assessore – e riscrivere con gli addetti ai lavori. Partendo proprio da Più libri”.

IL CORAGGIO DELLA PICCOLA E MEDIA EDITORIA – E’ il coraggio evocato da Pietro Grasso, che nel suo messaggio parla degli editori indipendenti come “testimonianza viva della straordinaria capacità della piccola e media editoria italiana di resistere alla crisi”, la parola chiave che apre questa edizione: “Gli espositori che fanno vivere questo appuntamento – scrive Grasso – sono il simbolo di un’imprenditoria che sa difendere la propria indipendenza culturale ed economica”.

“In un momento di grande difficoltà economica e culturale che avvolge il pianeta libro – sottolinea Enrico Iacometti, presidente del Gruppo Piccoli editori dell’AIE – gli editori hanno ancora il coraggio di produrre cose nuove e stanno lottando con tutte le loro forze per sopravvivere”.

UNA MANIFESTAZIONE VITALE E GIOVANE – “Nel mondo del libro un’iniziativa che rimane per 12 anni è un record. Manifestazioni come questa sono il segno di vitalità maggiore nel mondo del libro in Italia negli ultimi anni – riflette Gian Arturo Ferrari, presidente del Centro per il libro e per la Lettura – il mondo del libro deve paradossalmente approfittare della crisi per rinsaldarsi. Come diceva Mao: è bene contare sulle proprie forze e lottare con tenacia”.

“Mi impegno a sostenere un’iniziativa come questa – sottolinea l’assessore alla Cultura del Comune di Roma Flavia Barca – il vociare di giovani che si sente qui è una bellissima cosa. La cultura è creatività, è il motore per uscire dalla crisi. Come amministrazione ci impegniamo a promuovere il libro e la lettura per diffondere nell’intera città il clima che si respira qui in questi giorni di manifestazione”.

UN FORTINO ASSEDIATO MA CON LE PORTE APERTE – “Questa manifestazione – conclude Marco Polillo, presidente di AIE – è uno spazio anomalo nell’editoria italiana. Qui si radunano gli editori indipendenti. Nell’editoria spesso ci si sente in un fortino assediato dai nemici: qui in questo fior di fortino che è il Palazzo dei Congressi, però, apriamo tutte le porte.  La speranza è che questo flusso, questo interesse continui e non si esaurisca. I libri sono libertà. Lo dimostra il fatto che il tasso di recidiva tra i detenuti in Italia è del 65 per cento: i dati dell’Istituto Superiore di Studi Penitenziari dicono che per chi frequenta i laboratori teatrali scende al 6. Questo fa capire la forza dirompente della cultura ”.

5 dicembre 2013

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