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Piero Manzoni, il valore spesso incompreso delle sue opere

Tutti, almeno una volta nella vita, davanti a un'opera d'arte contemporanea abbiamo pensato: 'Questo lo potevo fare anch'io!'. Eppure i critici ci assicurano che si tratta di capolavori, mentre i collezionisti spendono cifre da capogiro...

MILANO – Tutti, almeno una volta nella vita, davanti a un’opera d’arte contemporanea abbiamo pensato: ‘Questo lo potevo fare anch’io!’. Eppure i critici ci assicurano che si tratta di capolavori, mentre i collezionisti spendono cifre da capogiro per quadri che sembrano tele imbrattate e sculture che appaiono come ammassi di rottami. Come è possibile che una tela strappata possa chiamarsi ‘arte’?  Oggi vi sfidiamo ad “assaggiare” una delle opere più curiose senza pregiudizi, cercando di  capire cosa distingue un grande da un pessimo artista e per cercare di capire perché non è vero che potevamo farlo anche noi.

 

IL CASO MANZONI – Piero Manzoni, artista complesso, dirompente, di una vivace genialità, fu protagonista del panorama artistico italiano e internazionale dell’Avanguardia degli anni ’50 e ’60 del XX SECOLO. Le sue idee e i suoi progetti, i suoi testi e le sue opere hanno lasciato un’impronta fondamentale a tutta l’arte successiva. La sua opera più nota, ironica e controversa è senz’altro la celeberrima “Merda d’Artista”  (prodotta in 90 esemplari nel 1961) che è sorta come archetipo nell’immaginario generale per indicare l’artista dell’innovazione, al pari del barattolo di zuppa Campbell’s per Andy Warhol.

 

L’OPERA – Il 21 maggio 1961 l’autore sigillò le proprie feci in 90 barattoli di latta, identico a quelli per la carne in scatola, ai quali applicò un’etichetta, tradotta in varie lingue, con la scritta «merda d’artista. Contenuto netto gr. 30. Conservata al naturale. Prodotta ed inscatolata nel maggio 1961». Sulla parte superiore del barattolo è apposto un numero progressivo da 1 a 90 insieme alla firma dell’artista. L’artista mise a questi barattoli il prezzo corrispondente per 30 grammi di oro, alludendo al valore dell’artista che grazie ai meccanismi commerciali della società dei consumi poteva vendere al valore dell’oro una parte di se stesso.

 

CHE SIGNIFICATO HA LA “MERDA D’ARTISTA”? – Con questa opera così provocatoria Piero Manzoni voleva svelare i meccanismi e le contraddizioni del sistema dell’arte contemporanea. Questa ‘protesta’ continuò tramite le sue azioni, ad esempio quella di firmare modelle vive e nude o quella di dare uova sode con sopra le proprie impronte digitali. La critica ha visto la scelta di confezionare le feci come una protesta verso gli artisti che vedevano nell’arte un mezzo di eternarsi. Con quest’ottica l’opera diventa un reliquiario che contiene un ricordo ‘prezioso’ del maestro da venerare come sacro.

 

È una scelta originale dell’autore per mercificare se stesso con l’unico scopo di proporsi come qualcosa di nuovo che rompe gli schemi. Il mistero dell’esatto contenuto della scatola resta tutt’oggi irrisolto. Alcuni collezionisti americani sostengono che nel corso di un viaggio una scatoletta si sia rotta e ne sia fuoriuscito un liquido dalle origini imprecisate. Ma aprirne una sarebbe come tagliare un quadro e quindi fuori discussione.

 

La scatoletta è diventata un vero e proprio manifesto della sua epoca, contrastando le assurdità artistiche in quanto qualsiasi prodotto veniva premiato e considerato arte non per il valore intriseco, la capacità dell’artista o ciò che suscitava, ma solo dalla notorietà dell’artista.

 

RIASSUMENDO – L’arte in Manzoni non ha più la necessità di rappresentare il mondo così com’è e renderlo attraverso una serie di quadri statici ma il mondo si impone alla nostra attenzione attraverso cambiamenti continui. Egli non si occupa più di forme, colori, linee come facevano gli artisti tradizionali: la linea non esiste in natura ma è solo una visualizzazione del tempo che scorre all’infinito. La variabile fondamentale di Manzoni è quindi il tempo. Seguendo questo concetto Manzoni realizza opere anomale rispetto alla tradizionale estetica: superfici di panini veri verniciati di bianco, superfici fatte di batuffoli d’ovatta o di polistirolo, fiato, secrezioni e soprattutto la “Merda d’artista”.

 

 

6 febbraio 2015

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