MILANO – “Gli scatti fotografici di Marco Moggio si nutrono di luce. La assorbono. Se ne impossessano”, commenta Stefano Bianchi, il curatore della personale dedicata al fotografo e intitolata, non a caso, “In luce”. La mostra è stata inserita nell’ambito della settima edizione del PhotoFestival, circuito espositivo dedicato alla fotografia d’autore che coinvolge dal 21 marzo al 30 aprile le più importanti gallerie d’arte e gli spazi espositivi milanesi. Dopo l’inaugurazione il 19 marzo, l’esposizione sarà allestita fino al 14 giungo presso lo Studio del Dottor Guido Delli Ponti in via Luigi Vitali 1 a Milano.
IL LAVORO FOTOGRAFICO DI MARCO MOGGIO – Fotografo per gioco dal 1990, Moggio collabora da anni con Franco Canziani, esperto di scatti industriali e pubblicitari. Co-ideatore di CARTALUCE, propone un’innovativa visione dell’arte fotografica enfatizzando il binomio emotivo modernità/tradizione. Il suo è un percorso continuo che “rende vive” le opere coinvolgendo ed emozionando lo spettatore.
GLI SCATTI IN MOSTRA – In un accavallarsi di luci e ombre, di bianchi e neri, gli scatti fotografici di Marco Moggio affiancano corpi e sassi formulando un identico linguaggio. Staticità e calma assoluta, punti di vista estetici e meditativi, consentono all’artista di “disegnare” letteralmente con la luce. Una serie di stampe è stata realizzata su carta cotone 100% che valorizza le opere grazie a un’elevata precisione nella descrizione dei dettagli e un’ottimizzazione nell’utilizzo dei pigmenti colore. Un’altra è stata invece sviluppata su carta fotografica HARMAN by Hahnemühle Gloss art fibre, simile alle vecchie baritate da camera oscura.
IL NUDO DI DONNA, IDEALE SUPREMO DI BELLEZZA – “Fotografare, per l’artista lombardo, significa disegnare letteralmente con la luce affinché la materia risulti morbida, levigata, sensuale”, scrive Stefano Bianchi. “In un suggestivo, solenne accavallarsi di bianchi e neri che colgono l’immobilità del tempo, vengono alla luce tracce nel buio. Sono corpi e sassi che, se accostati fra loro, formulano inaspettatamente il medesimo linguaggio estetico/meditativo. Elementi e pensieri così diversi, interagiscono in un afflato che è sempre e spontaneamente poetico. Freme, impreziosito dalla luce e circondato da uno spazio che è respiro assoluto, il nudo di donna che si raggomitola e si accuccia sul piedistallo quasi a voler nascondere, proteggere la propria energia vitale. Ma poi, l’immobilità cede il passo al preludio del movimento, alla torsione dei muscoli, a una possibile ripartenza. […] Moggio rilancia così il nudo femminile come ideale supremo di bellezza, armonia, equilibrio.”
LA SOSTANZA DELLA MATERIA – “Un alito di vento, invece, potrebbe all’improvviso disperdere nell’aria quei sassi teatralmente posizionati in scena […]”, scrive ancora Bianchi. “Legati fra loro da un’impercettibile linea bianca che rappresenta per il fotografo il motivo, la scelta, 4 sassi volanti proiettano a terra le loro ombre virtuali e si mettono a viaggiare, trasportati da uno spazio denso di chiaroscuri anziché dalle onde marine. Una piccola roccia islandese, d’origine vulcanica, si spacca in sequenza innescando una dinamica, fluttuante scissione. […] Corpi. Sassi. È la sostanza, messa in luce, della materia.”
PONTI X L’ARTE – La mostra è allestita nella sala d’attesa dello studio dentistico del Dr. Guido delli Ponti e di Chiara Minoli, ideatori del progetto no-profit Ponti x l’Arte. Realizzato con la consulenza di Eleonora Tarantino, giornalista pubblicista e art consultant, e di Stefano Bianchi, giornalista professionista/critico d’arte, consiste in una serie di appuntamenti culturali riservati a chi desidera conoscere e collezionare l’arte emergente e non. Gli appuntamenti sono ospitati in locations inconsuete, come la sala d’attesa di Guido delli Ponti e Chiara Minoli, ubicata in un prestigioso palazzo degli Anni Trenta, nei momenti più imprevisti.
23 marzo 2013
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