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Mimmo Rotella, l’artista che ha inventato i décollages

Oggi il mondo dell'arte ricorda l'anniversario di nascita di Mimmo Rotella, tra le figure più influenti dell'arte del Novecento. Rotella è diventato celebre per aver inventato il décollage, forma artistica che crea a partire dai primi anni Cinquanta...

Oggi il mondo dell’arte ricorda l’anniversario di nascita di Mimmo Rotella, tra le figure più influenti dell’arte del Novecento. Rotella è diventato celebre per aver inventato il décollage, forma artistica che crea a partire dai primi anni Cinquanta, staccando i manifesti pubblicitari dai muri per ri-assemblarli sulla tela, assegnando loro nuovi significati

MILANO – Oggi il mondo dell’arte ricorda Mimmo Rotella, nato il 7 ottobre 1918 a Catanzaro. Amico di Klein, Spoerri e degli artisti che hanno fatto l’arte americana negli anni ’50, ha inventato un nuovo linguaggio artistico, a metà tra il Cubismo e il Dadaismo: il décollage. Nella photogallery, le 5 sue opere più celebri.

GLI ESORDI – Mimmo Rotella incomincia effettivamente a dipingere solo nel 1945, dopo aver terminato il servizio militare e due anni più tardi incomincia a partecipare alle esposizioni, con la Mostra Sindacale di Arti Figurative e con quelle annuali dell’Art Club. La prima mostra personale, con opere astratto-geometriche, nel 1951, presso la Galleria Chiurazzi di Roma, non riscuote però il favore della critica. Tra il 1951 ed il 1952, ottiene una borsa di studio da parte della Fullbright Foundation, che gli permette di recarsi negli Stati Uniti in qualità di ‘Artist in Residence’, all’Università di Kansas City. Qui ha modo di conoscere i rappresentanti delle nuove correnti artistiche come Robert Rauschenberg, Oldenburg, Twombly, Jackson Pollock e Yves Klein.

L’ILLUMINAZIONE ZEN – Nel 1953, dopo una crisi, interrompe la produzione pittorica. Ormai convinto che non ci sia più niente da fare di nuovo nell’arte, ha improvvisamente quella che egli definisce ‘illuminazione Zen’: la scoperta del manifesto pubblicitario come espressione artistica della città. Così nasce il décollage (all’inizio collage): incolla sulla tela pezzi di manifesti strappati per strada, adottando il collage dei cubisti e contaminandolo con la matrice dadaista del ready made. Nel 1955, a Roma, nella mostra ‘Esposizione d’arte attuale’, espone per la prima volta il ‘manifesto lacerato’. In seguito, pratica il cosiddetto doppio décollage:il manifesto staccato prima dal cartellone, poi, strappato in laboratorio. In quegli anni si serve anche dei retro d’affiche, adoperando i manifesti dalla parte incollata e ricavandone opere non figurative e monocrome. Nel 1960 aderisce al Nouveau Réalisme teorizzato da Pierre Restany e che riunisce, fra gli altri, Klein, Spoerri, Tinguely, César, Arman e Christo. La Pop Art e l’Espressionismo astratto americani, assieme all’Informale ed alle ricerche spaziali e materiche che in quegli anni Lucio Fontana e Alberto Burri stanno svolgendo in Italia, giocano un ruolo di rilievo nell’orientamento di Rotella. Nel 1964 gli viene dedicata una personale alla Biennale di Venezia.

GLI ULTIMI ANNI – Nel 1990 partecipa al Centre Pompidou di Parigi alla mostra ‘Art et Pub’ e al Museum of Modern Art di New York all’esposizione ‘High and Low’. Nel 1992 riceve dall’allora Ministro della Cultura francese, Jack Lang, il titolo di Officiel des arts et des Lettres. Nel 2000 viene costituita, per volontà dell’artista, una fondazione a lui dedicata: la Fondazione Mimmo Rotella, con l’obiettivo di raccogliere le opere e le documentazioni catalogate della vita artistica del maestro. Muore a Milano l’8 gennaio 2006.

7 ottobre 2014

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