Lo scrittore peruviano Mario Vargas Llosa, vincitore della decima edizione del Premio letterario ''Giuseppe Tomasi di Lampedusa'' e Premio Nobel per la letteratura 2010, dal palco di Santa Margherita di Belìce (Ag) lancia un appello per candidare l'isola di Lampedusa e i suoi abitanti al prossimo Premio Nobel per la Pace...
L’isola divenuta simbolo di salvezza come esempio di solidarietà umana
AGRIGENTO – Lo scrittore peruviano Mario Vargas Llosa, vincitore della decima edizione del Premio letterario «Giuseppe Tomasi di Lampedusa» e Premio Nobel per la letteratura 2010, dal palco di Santa Margherita di Belìce (Ag) lancia un appello per candidare l’isola di Lampedusa e i suoi abitanti al prossimo Premio Nobel per la Pace come «esempio di comprensione e solidarietà umana».
LAMPEDUSA – «Impegnandosi ad aiutare i migranti provenienti dal Maghreb e dall’Africa sub sahariana che spesso arrivano in condizioni disumane – ha spiegato Vargas Llosa – questo popolo ha dato un esempio di comprensione e di solidarietà umana ad una Europa dove ancora ci sono molti pregiudizi nei confronti dell’immigrazione e di quello che rappresenta»
IL PREMIO – Ospite a Palermo, nella prestigiosa sede di Palazzo Lanza Tomasi, lo scrittore peruviano quest’anno si è aggiudicato l’ambito premio dedicato all’indimenticato romanziere siciliano Giuseppe Tomasi di Lampedusa. “Ho una grande ammirazione per Tomasi di Lampedusa e per la sua opera – ha raccontato Llosa – Ho letto il suo romanzo 25 anni fa e sono rimasto meravigliato per la ricchezza la bellezza e la sottigliezza della storia. Ho scritto su di lui un saggio, dopo ho riletto l’opera tutta, credo che quello di Tomasi di Lampedusa sia uno dei grandi romanzi del secolo ventesimo, è un caso eccezionale perché a differenza di altri romanzi non ha antecedenti”
13 agosto 2013
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