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Le affinità elettive tra un fotografo e il suo cagnolino in mostra a Firenze

Un progetto fotografico del designer americano Ryan Fisher Martino in un'epoca in cui cani e gatti sono gli incontrastati protagonisti degli scatti e dei selfie sui social network, ha un sapore quasi retrò la 'personale'...

MILANO – Un progetto fotografico del designer americano Ryan Fisher Martino in un’epoca in cui cani e gatti sono gli incontrastati protagonisti degli scatti e dei selfie sui social network, ha un sapore quasi retrò la ‘personale’ che il designer americano Ryan Fisher Martino dedica alla sua cagnetta Zoe dal 21 febbraio al 6 marzo alla Galleria Rosanna Tempestini Frizzi – la Corte Arte Contemporanea di Firenze (Via De’ Coverelli 27/R). Si intitola ‘affinità elettive’ e la citazione goethiana è immediatamente comprensibile per chiunque abbia un compagno o una compagna a quattro zampe.

LA MOSTRA – Il titolo infatti, trae spunto dal celebre romanzo di Goethe, ha come soggetto non una modella, un reportage di un viaggio o una serie di paesaggi ma Zoe, la cagnetta del designer americano Ryan Fisher Martino. La mostra è essenzialmente un omaggio, un atto d’amore per la “compagna” a quattro zampe con la quale l’artista trascorre gran parte della sua vita e per la quale nutre un amore profondo, un’affinità elettiva appunto.

Il progetto, durato diversi anni e presentato in anteprima assoluta presso la galleria fiorentina è suddiviso in cinque sezioni: i ritratti, di cui alcuni ironici come Cinco de Mayo, o Mickey Mouse Zoe, in cui la cagnetta è ritratta in pose divertenti e con allegri costumi; il viaggio nella Death Valley (Valle della Morte), una serie di otto scatti in cui Zoe è la protagonista, in assoluta libertà, negli spazi sconfinati della natura arida e incontaminata della California; gli autoscatti, nei quali si ritrovano Zoe e Ryan insieme; le viste in controluce, tra le quali Bike Ride In Florence, un bellissimo profilo di Zoe sui lungarni di Firenze al tramonto, città eletta dal Fisher come seconda dimora. Isolato infine, il grande ritratto Marilyn (123 cm x 93 cm) in cui Zoe, come la diva americana posa per il suo fotografo quasi consapevole di ciò che le sta accadendo. Come afferma lo stesso Ryan: “.. fotografare Zoe è qualcosa d’inevitabile, è una ricerca, è lo sforzo di cogliere le sue molteplici espressioni ma soprattutto il tentativo di rappresentare l’intensità del suo animo”.

11 febbraio 2015

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