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La Grande Madre, la mostra che celebra il potere creativo della donna nell’arte

La raffigurazione della maternità vista nelle diverse epoche dalle principali correnti artistiche. E’ stata inaugurata “La Grande Madre”, la mostra ideata e prodotta dalla Fondazione Nicola Trussardi e Palazzo Reale per Expo in città 2015...

MILANO – La raffigurazione della maternità nell’arte del Novecento, dalle avanguardie fino ai nostri giorni. E’ stata inaugurata “La Grande Madre”, la mostra ideata e prodotta dalla Fondazione Nicola Trussardi e Palazzo Reale per Expo in città 2015. Attraverso le opere d’arte di centoventisette artisti e artiste di fama internazionale, “La Grande Madre” analizza l’iconografia e la rappresentazione della condizione femminile e della maternità nell’arte, dalle avanguardie futuriste, dadaiste e surrealiste alle artiste femministe degli anni Settanta del Novecento, fino ai nostri giorni.
 
IL POTERE GENERATIVO DELLA DONNA – Il percorso, curato da Massimiliano Gioni e cuore del palinsesto di Expo in città, sarà l’occasione per approfondire il tema della donna come incarnazione dell’idea di nutrizione che è il tema centrale di Expo Milano 2015, ma anche per riflettere sulla presenza della figura femminile nella società grazie a un allestimento che coprirà circa duemila metri quadrati all’interno di Palazzo Reale. “Ci sono molte opere in relazione con il tema di Expo Milano 2015, immagini in cui è il Pianeta a nutrire noi e forse questa prospettiva ecologista si lega profondamente al tema della maternità: le madri sono più sensibili alla generosità della terra” spiega Gioni “Nelle fotografie di Ana Mendieta vediamo per esempio l’artista immergersi e nascondersi nella terra, ritornare alla terra: sono immagini forti e ricche di associazioni mitologiche ed ecologiste”. La mostra sarà arricchita da installazioni, video e cicli fotografici di pregio. Tra le tante artiste presenti, ricordiamo Giannina Censi, Marisa Mori, Sophie Taeuber-Arp, Frida Kahlo, Dora Maar, Maria Maiolino, Yoko Ono, Barbara Kruger e Cindy Sherman.
 
TRASFORMAZIONI CULTURALI – Saranno passate in rassegna le rappresentazioni della maternità che hanno caratterizzato il corso del Novecento, i rapporti familiari tesi e le trasformazioni culturali che hanno attraversato lo scorso secolo, il mito della donna meccanica di impronta dadaista, il simbolismo e le opere di rottura delle artiste femministe degli anni Sessanta e Settanta. “Forse il cliché più diffuso e pericoloso legato alla donna nella storia dell’arte è la sua rappresentazione passiva. Nel corso del Novecento si inseguono tanti stereotipi e miti: quelli della femme fatale o quelli della musa” racconta il curatore “Questi sono esempi particolarmente importanti all’inizio del secolo, anche nel mondo dell’arte d’avanguardia che pure immaginava nuove società e nuovi ruoli sessuali. Spero che la nostra mostra racconti l’emergere di visioni più complesse e ricche della donna”. Mi sono soprattutto chiesto se e quanto fosse legittimo parlare di madri e donne, come se appunto essere donna fosse sempre necessariamente collegato alla maternità” afferma Gioni “Gran parte della mostra, soprattutto nelle parti concentrate sull’inizio Novecento, raccontano di donne che cercano di sfuggire alle aspettative opprimenti proiettate su di loro dalla famiglia, dalla tradizione, dallo Stato”.
 
L’ARTE CONTEMPORANEA – “In molte civiltà antiche la Dea Madre era spesso una divinità protettrice dei raccolti e della terra, quindi la fertilità e la nutrizione si legano intimamente alla figura della madre, non solo a livello individuale, ma anche sul piano della religione e della cultura” spiega il curatore “Molti di questi aspetti tornano più o meno traslati in mostra. In vari momenti storici l’immagine della Grande Madre è stata utilizzata da molte artiste per impossessarsi di un nuovo senso di potere e forza, una forza femminile in cui il potere è esercitato non semplicemente come violenza, ma soprattutto come capacità di dare e trasformare la vita”.
 
26 agosto 2015
 
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