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La fotografia dialoga con le altre arti nella mostra ”Le figlie di Eva”

Un percorso espositivo che vede protagoniste sei giovani artiste italiane, Paola Angelini, Elenia Depedro, Sara Enrico, Mariangela Levita, Silvia Mariotti, Giusy Pirrotta, nell'esposizione ''Le figlie di Eva'', allestita alla FaMa Gallery di Verona...
Alla FaMa Gallery di Verona, fotografia, pittura e arti performative  raccontano un percorso tutto al femminile

MILANO – Un percorso espositivo che vede protagoniste sei giovani artiste italiane, Paola Angelini, Elenia Depedro, Sara Enrico, Mariangela Levita, Silvia Mariotti, Giusy Pirrotta, nell’esposizione “Le figlie di Eva”, allestita alla FaMa Gallery di Verona. A cura di Andrea Bruciati, sarà visitabile fino al 16 marzo. La mostra è costituita da pratiche artistiche eterogenee quali fotografia, ma anche pittura, performance, video, installazione. Il progetto non intende rinverdire un post-femminismo d’annata, ma evidenziare la validità della pratica creativa caratterizzata dalle forme, dalle variabili del linguaggio e dalla forza espressiva dei medium.

I CONTENUTI, TRA BIOGRAFIA E RAPPORTO CON L’ESTERNO – Il progetto “Le figlie di Eva” pone in risalto e, allo stesso tempo, problematizza alcune pratiche mediali quali la fotografia, il video, la pittura e la pratica performativa, secondo soluzioni immaginative inedite proposte dalle artiste coinvolte. Come sottolinea il curatore Andrea Bruciati "alle artiste invitate non interessa catturare la realtà ma crearla secondo nuove ipotesi ricostruttive. Non interessa rappresentare ma ‘presentare’ un linguaggio attraverso modalità mimetiche che aderiscano all’infinita ricerca d’identità che connota la forza delle singole poetiche. In fondo, come amava ripetere Louise Bourgeois, ‘il fare è uno stato attivo’, è un’affermazione positiva, dove si procede verso uno scopo, una speranza o un desiderio. Per tutte si tratta di riscoprire una diversa sintassi che consenta di dare voce ai particolari e corpo al racconto, inteso quale relazione, attenzione, esistenza, […]. In fondo lo spazio non esiste ed è sempre una metafora della struttura della nostra esistenza. Qualsiasi soluzione ipotizzata dalle artiste, conduce sempre a un racconto mediato dall’esperienza personale, lieve e feroce che sia, apparentemente fragile ma non per questo inevitabilmente crudele e autentico".

LA FOTOGRAFIA – Le fotografie di Silvia Mariotti, nata a Fano nel 1980, ritraggono una realtà spesso nuda e desolata. Paesaggi avvolti nella nebbia e ruderi attraversati dal silenzio – che sembrano non serbare traccia di una presenza umana, ma che nascondono storie e avvenimenti a noi sconosciuti – uomini e donne bloccati in una fissità quasi innaturale, apparentemente estranei al contesto che li circonda. Il lavoro di Mariotti sembra voler svelare una sorta di inganno, raccontando, attraverso le immagini, la realtà così come essa è e mettendo lo spettatore di fronte alla verità di un mondo precario e artificiale che sembra appartenere a verità lontane.

OLTRE LA FOTOGRAFIA – Muovendo dall’osservazione delle immagini fotografiche l’artista Paola Angelini (San Benedetto del Tronto, 1983), mette in discussione l’illusoria capacità attribuita al mezzo fotografico di rappresentare gli oggetti, per riappropriarsi, invece, della realtà, grazie alla pittura e al disegno. Seppur in modo differente anche il lavoro di Elenia Depedro (Breno, 1976) si struttura intorno a una radicale ridefinizione della realtà. La sua pratica artistica – incentrata sulla performance ma che spazia tra vari linguaggi, dalla pittura, alla fotografia e al video – risponde, infatti, all’esigenza di dare forma e rendere reale il lato invisibile del mondo. L’atto performativo, nella sua immaterialità, unicità e irripetibilità, corrisponde per Depedro all’autentico gesto artistico capace di creare uno scambio di idee ed energie con il pubblico.

ALTRI LINGUAGGI – La ricerca di Sara Enrico (Torino, 1979) muove dalla pittura e, in particolare, dalla tela e dai colori a olio – vocabolario di base di questa pratica – per sperimentare nuove letture della realtà che la circonda. Le sue tele testimoniano una pratica artistica che procede per intuizioni, tesa a una ricerca estetica in continua evoluzione. Giusy Pirrotta (Reggio Calabria, 1982) parte per la realizzazione dei propri lavori video dallo studio dei codici di rappresentazione e dalla manipolazione delle immagini per indagarne la natura effimera. Nei suoi lavori, la struttura delle immagini in movimento viene studiata e costruita in relazione allo spazio espositivo, dando vita a film e video. Il lavoro di Mariangela Levita (Aversa, 1972), infine, nota per le importanti opere pubbliche realizzate sia all’estero sia in Italia,  pone al centro della propria ricerca la pittura, procedendo a una ridefinizione del ruolo che essa riveste nella società contemporanea, attraverso una radicale messa in discussione della pittura stessa e dei suoi codici.

26 febbraio 2013

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