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In mostra un Joan Mirò inedito a Udine

Fino al 3 aprile 2016 Villa Manin ospiterà una grande mostra di uno degli artisti più celebri del ‘900, Joan Mirò.

MILANO – Un Mirò inedito e ricco di sfaccettature. La mostra “Joan Miró a Villa Manin. Soli di notte” in esposizione fino al 3 aprile 2016 nel Corpo Gentilizio di Villa Manin ripercorrerà un iter artistico diverso e non ancora perfettamente indagato, eppure di indubbia rilevanza, proponendo un imponente numero di opere appartenenti all’ultimo periodo di Joan Miró, uno degli artisti più significativi e rappresentativi del Novecento. Di indole taciturna e riservata, nella sua vita Miró ha portato avanti un lavoro di continuo rinnovamento espressivo, senza però mai tradire il suo stile e soprattutto la sua coerenza. Il suo lavoro inconfondibile ha attraversato varie fasi profondamente connesse ai luoghi in cui ha operato (Barcellona, Parigi e la campagna catalana) e ai contesti artistici con cui è venuto in contatto, in primis il dadaismo e il surrealismo.

PITTURA CHE MUTA – La mostra riunisce un’importante nucleo di opere, molte delle quali mai esposte in Italia, legato ad uno specifico momento del suo lavoro; una fase artistica estremamente fertile e poco conosciuta, racchiusa fra i primi anni cinquanta e la sua scomparsa. Nonostante l’età avanzata è in questi anni nel pieno della sua forza, immaginazione e vitalità, che realizza gran parte della sua produzione artistica. Un lungo intervallo caratterizzato da profondi mutamenti espressivi, con cui la sua opera diventa più libera, forte ed aggressiva. I “suoi colori” e le “sue figure”, lasciano progressivamente spazio al nero e a segni che ricordano primitive scritture.
Come egli stesso dichiarerà: “Più invecchio, più forte è la tensione. Questo inquieta mia moglie. Più invecchio, più divento folle o aggressivo. Cattivo se vuole!”

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UNA NUOVA STAGIONE – Un mutamento collegato al suo trasferimento definitivo nel 1956 a Palma di Maiorca, nelle Baleari. In questo luogo così profondamente ricco di legami affettivi, Miró incarica l’amico architetto Luis Sert di realizzare un grande atelier per soddisfare le sue esigenze. Finalmente, a 63 anni, per la prima volta nella sua vita, Miró ha a disposizione uno studio che non deve condividere con altri, un luogo dove isolarsi e convivere a stretto contatto con le sue opere. Inizia così una radicale analisi critica del suo lavoro precedente e l’avvio di una nuova stagione ricca di sperimentazione. Nel 1959 Miró acquista un secondo edificio adiacente allo studio Sert, Son Boter, che diviene il luogo per creare sculture e opere grafiche. Attraverso dipinti, disegni, opere grafiche e sculture questa mostra fa emergere un nuovo aspetto del lavoro di Miró, di grande potenza e suggestione. Il percorso è arricchito da un’importante selezione di fotografie che ritraggono Miró realizzate da grandi autori come Cartier Bresson, Mulas, Brassaï, List, Halsman, Català Roca e Gomis.

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