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Giambattista Tiepolo, l’artista dello splendore del Settecento

Il mondo dell’arte oggi ricorda la nascita di Giambattista Tiepolo, nato a Venezia nel 1696. Considerato uno dei maggiori pittori del Settecento veneziano, la sua fama universale lo portò a realizzare gli affreschi di Villa Pisani a Stra...

“Io ammiro il Tiepolo e lo amo sinceramente. Quella sua insolenza di fantasia, quella sua abbondanza miracolosa nel comporre abilità prodigiosa nell’eseguire stupiscono, rallegrano e attraggono l’animo. Il suo colpo di pennello è magistrale; la sua tavolozza, sapiente nell’ombreggiare, inarrivabile nei contrasti delle tinte sporche e nette, neutre e intere, opache e lucide, cupe e soavi, è un incanto” (Camillo Boito)

 

 

MILANO – Il mondo dell’arte oggi ricorda la nascita di Giambattista Tiepolo, nato a Venezia nel 1696. Considerato uno dei maggiori pittori del Settecento veneziano, la sua fama universale lo portò a realizzare gli affreschi di Villa Pisani a Stra (commissione ricevuta nell’anno 1760) che precedono la partenza per Madrid dove Tiepolo venne chiamato da Carlo III per decorare le sale del nuovo Palazzo Reale. Nella odierna capitale spagnola Giambattista Tiepolo morì il 27 marzo 1770 all’età di 74 anni.

 
INFANZIA E PRIMA FORMAZIONE – Giambattista nasce a Venezia il 5 marzo del 1696, in corte San Domenico nel sestiere di Castello, da Domenico Tiepolo, ‘mercante di negozi da nave’, e Orsetta Marangon. La sua prima formazione artistica si svolge, dal 1710 circa, nella bottega di Gregorio Lazzarini, pittore eclettico, capace di unire i differenti insegnamenti della tradizione veneziana, da cui apprende, oltre che i primi rudimenti, il gusto per il grandioso e teatrale nelle composizioni. Ben presto si dirige verso la cosiddetta pittura “tenebrosa” di Federico Bencovich e di Giovanni Battista Piazzetta, oltreché ai contemporanei il suo studio si rivolge ai grandi del cinquecento Veneto, Tintoretto e Paolo Veronese, ma anche all’opera di Jacopo Bassano.

 
LA MATURITÀ E IL SUCCESSO – A 1717 risale la prima menzione dell’artista nella Fraglia dei pittori veneziani. Nello stesso anno quattro incisioni del libro il Gran teatro delle pitture e prospettive di Venezia sono riprese da suoi disegni. Del 1719 è il Ripudio di Vasti, ora in collezione privata a Milano. Tra il 1719 e il 1720 esegue la decorazione ad affresco del salone del primo piano della villa Baglioni a Massanzago, in questa la sala viene completamente rivestita dagli affreschi, che sfondando illusionisticamente le pareti, creando così uno spazio infinito, nelle pareti è il Mito di Fetonte mentre nella volta è il Trionfo d’Aurora. Con questo ciclo ha inizio la collaborazione con il pittore di quadrature Gerolamo Mengozzi detto il Colonna, che dipingerà per Tiepolo negli anni successivi la maggior parte delle decorazioni a finte architetture che inquadrano i suoi affreschi.

 
Tra il 1724 e il 1725 lavora alla decorazione di Palazzo Sandi, con sul soffitto del salone il Trionfo dell’eloquenza, tema iconografico probabilmente dovuto alla professione del committente l’avvocato Tommaso Sandi; al centro contro il cielo azzurro percorso da nubi sono le figure di Minerva e Mercurio mentre sul cornicione quattro episodi mitologici: Orfeo che conduce Euridice fuori dall’Ade, Bellerofonte su Pegaso uccide la Chimera, Anfione col potere della musica costruisce le mura di Tebe e Ercole incatena Cercope con la sua lingua. Lo schema compositivo è simile a quello utilizzato da Luca Giordano in Palazzo Medici comunque questo schema con poche figure al centro e molte accalcate ai lati sarà tipico di tutta la sua successiva produzione. Ma è lo schiarimento del colore che diventerà suo tratto stilistico inconfondibile, questo derivato dalla riscoperta dell’opera di Paolo Veronese. Per lo stesso palazzo realizza anche tre tele tra cui Ulisse scopre Achille tra le figlie di Licomede, ora tutte in collezione privata a Vicenza.
Giambattista Tiepolo fu anche un grandissimo pittore di dipinti religiosi: realizzò straordinari capolavori lungo tutto l’arco della sua vita, dai Gesuati a Sant’Alvise alla Scuola dei Carmini, sempre a Venezia.

 
Nel 1740 torna a Milano dove in Palazzo Clerici affresca la volta della galleria con la scenografica Corsa del carro del sole, al centro il carro di Apollo trainato da quattro cavalli, mentre sul cornicione si assiepano una moltitudine di gruppi e figure di divinità; l’affresco venne realizzato probabilmente in occasione del matrimonio tra il committente Anton Giorgio Clerici e Fulvia Visconti, previsto per il 1741. Nel 1740 invia a Camerino la pala con l’Apparizione della Vergine a San Filippo Neri.

 
I CAPOLAVORI – Tra il 1746 e il 1747 esegue il complesso decorativo di Palazzo Labia a Venezia nel salone da ballo affresca le Storie di Antonio e Cleopatra, con la quadratura di Gerolamo Mengozzi Colonna, che si integra perfettamente con gli episodi narrativi, dove personaggi sontuosamente vestiti assumono pose teatralmente eloquenti. Nella volta entro un oculo centrale è Bellerofonte su Pegaso va verso la Gloria e l’Eternità, nelle pareti tra figure allegoriche e mitologiche sono presenti le due scene principale l’Incontro tra Antonio e Cleopatra e Banchetto di Antonio e Cleopatra; nella Sala degli Specchi nel soffitto realizza il Trionfo di Zefiro e Flora. Nel 1747 Tiepolo si trasferisce nella parrocchia di Santa Fosca, vicino al Ponte di Noal. Il 12 dicembre 1750, chiamato dal principe vescovo Karl Philipp von Greiffenklau, si reca a Würzburg, insieme ai figli Giandomenico e Lorenzo, per decorarne la Residenza del principe vescovo; qui esegue la decorazione della Kaisersaal, allora la sala da pranzo, con le Storie di Federico Barbarossa, dove il programma iconografico deriva dal fatto che fu proprio il Barbarossa a investire il primo principe vescovo di Würzburg: Aroldo.

 
Nel 1757 acquista una villa a Zianigo e realizza la decorazione di Villa Valmarana presso Vicenza decorando nel corpo principale la sala centrale detta di Ifigenia e i quattro ambienti attigui detti Sala dell’Iliade, della Gerusalemme liberata, dell’Eneide e dell’Orlando Furioso. Il programma iconografico probabilmente deriva dalla passione per l’epica classica e l’epopea cavalleresca del committente Giustino Valmarana, morto proprio nel 1757.

 
GLI ULTIMI ANNI E LA MORTE – Nel 1761 Carlo III di Spagna chiama Tiepolo a Madrid per decorare con affreschi le sale del nuovo Palazzo Reale. Il pittore, partito il 31 marzo 1762, giunge a Madrid il 4 giugno, accompagnato dai figli Lorenzo e Giandomenico, vivendo in Plaza de San Martín e lavora ai soffitti di tre sale: l’Apoteosi della Spagna nella vasta Sala del Trono, opera a cui contribuirono in larga parte i figli conclusa nel 1764, l’Apoteosi di Enea nella sala degli Alabardieri e la Grandezza della monarchia spagnola nell’Anticamera della regina, concluse nel 1766. Giovan Battista Tiepolo muore improvvisamente il 27 marzo 1770 a Madrid e viene sepolto nella chiesa di San Martin; a causa della successiva distruzione della chiesa, i resti del grande artista sono andati perduti.

 
5 marzo 2015

 

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