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“ConPasolini”, i luoghi simbolo della sua vita

In occasione del festival “ConPasolini” abbiamo intervistato il direttore della manifestazione Roberto Ippolito

MILANO – Domani termineranno i 10 giorni della manifestazione “ConPasolini” che, a 40 anni dalla sua morte, vuole scoprire l’uomo Pasolini oltre che l’artista, con un ricco calendario di incontri. Dopo il successo del primo appuntamento in programma, la mostra fotografica del 25 settembre, che ha attirato non solo intenditori, ma anche tantissimi curiosi, per domani si attende l’incontro più particolare “Le strade di Pasolini”.
Noi abbiamo intervistato il direttore Roberto Ippolito e gli abbiamo chiesto perché ha deciso di organizzare questa manifestazione e in cosa consisterà quest’ultimo evento.

– Cosa l’ha spinta a realizzare questa manifestazione e cosa rappresenta Pasolini oggi?
Il motivo per cui ho deciso di mettere in piedi questa manifestazione è attribuibile alla grande varietà, la grande ricchezza di Pasolini, in fondo non conosciuta ancora. C’è tanto da capire e tanto da approfondire; me ne sto accorgendo io in prima persona mentre realizzo questo evento. Cercando mi rendo conto che c’è sempre altro da trovare, sempre di più. Pasolini è un intellettuale estremamente prolifico su tanti fronti, tant’è che noi proporremo qualcosa di poco conosciuto come anche le canzoni scritte da lui e, caso davvero unico, le raccontiamo in una libreria, attraverso musica e canzoni. Questo ci dà anche un po’ il senso dell’evento che si propone di raccontare e scoprire insieme la vita di Pasolini, non tanto soffermarci sulla morte sebbene quest’anno cada il quarantesimo anniversario dalla sua scomparsa. Un aspetto molto importante che a me sta a cuore e quello di mostrare che Pasolini sicuramente faceva parte del mondo intellettuale e culturale, però non si sentiva parte di un’elite, lui viveva fra la gente, tra i più umili, andava tra le persone disagiate, sceglieva i suoi attori per strada e nel mondo addirittura più basso. Questo è molto importante perché molto spesso la cultura tende ad isolarsi; c’è chi crede che la cultura sia appannaggio di pochi e sia un fatto elitario e non deve essere assolutamente così.

– Come diceva, ci sono molti eventi in calendario, tra cui anche questa mostra fotografica, realizzata dall’Archivio Riccardi. Cosa propone di diverso dalle foto che sono alla portata di tutti o che si possono trovare on line?
Propone proprio il diverso. La mostra si intitola “I tanti Pasolini” perché esprime la diversità, la varietà delle espressioni di Pasolini. Pasolini riesce ad essere molto riflessivo, concentrato, sorridente o serio; riesce ad elegantissimo e distinto al Premio strega ma può essere più sportivo con un giubbotto o con una maglietta alla mostra del cinema di Venezia. La sua stessa postura può essere impeccabile, dritta o più ripiegata. La ricchezza di una persona viene trasmessa anche dalle immagini, in questo caso dagli scatti dell’Archivio Riccardi, e queste foto ci ridanno il lato esteriore di Pasolini, sono in grado di comunicarci anche l’anima.

– Uno degli eventi più attesi è quello del 4 ottobre, “Le strade di Pasolini”. Cosa hanno di suggestivo i luoghi che toccherete?
Se l’idea della manifestazione è passare questi 10 giorni con Pasolini e comprenderlo, la cosa migliore è andare sui luoghi simbolo della sua vita. Vedere direttamente ciò che ha visto e che ha vissuto lui ci permette di valutare una sua scelta o capire come viveva. Come dicevo prima, gli aspetti più personali si intrecciano in lui con gli aspetti più culturali; il suo lavoro si intreccia con la sua vita privata. E allora andare insieme in pullman e vedere questi luoghi, ascoltare e approfondire la ricostruzione di ciò che è accaduto, ascoltare delle letture ( perché saremo accompagnati da due attori che leggeranno anche alcuni passi delle poesie di Pasolini) è sicuramente il modo migliore per rendersi conto della vita di questa persona unica.

3 ottobre 2015

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