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Come scrivere una lettera d’addio. Le regole da seguire

Una lettera deve essere scritta con il cuore: si può scrivere per ridere, per rabbia o per dolore..ma mai con indifferenza o formalismo.

MILANO – “Una lettera deve essere scritta con il cuore: si può scrivere per ridere, per rabbia o per dolore..ma mai con indifferenza o formalismo.” La scrittrice Angeles Doñate, intervistata qualche giorno fa in merito al suo libro “Il club delle lettere segrete“, ci da alcuni suggerimenti da seguire per scrivere una lettera d’addio. Consigli utili anche in occasione della nostra nuova campagna social “Caro, ti scrivo”. Scopriamoli insieme.

1. Ogni cosa ha il suo tempo. Ogni persona anche. Credo che sia necessario scegliere il momento e il luogo in cui scrivere ogni singola lettera. Bisogna mettere tutte le nostre emozioni in quelle righe: pensare a chi la riceverà.

Possiamo scriverla in una caffetteria per noi speciale, in un angolo della nostra casa in compagnia di una tazza di the e buona musica, in un giardino carino o in una piazza che abbiamo scoperto durante un viaggio, in treno…A seconda della persona con cui vogliamo parlare e in base a cosa vogliamo condividere con lei.

2. I dettagli sono importanti. Credo che sia necessario scegliere la carta, la busta e la penna con amore. Colui che riceverà la nostra lettera lo percepirà. Magari si può aggiungere qualche foto, un disegno, un ritaglio di stampa, una foglia secca…

3. Saramago diceva che le lacrime non macchieranno mai una mail. Questo non rende le lettere meravigliose? Penso che un foglio di carta con cancellature, tracce di lacrime, un goccia di caffé,la cattiva grafia alla fine della lettera quando ormai siamo stanchi…non dia fastidio!Una lettera viva, con la quale inviamo parte del nostro stato d’animo è un regalo! Cosi’che, anche se abbiamo una pessima calligrafia, dobbiamo sforzarci di scriverla a mano!

4. La lettera è una conversazione cristallizata in inchiostro. Non importa se si salta da un tema all’altro, se ti allunghi in un ricordo o… Non è un saggio ( non hai bisogno di bibliografia,nè citazioni né…), non è un manifesto o un manuale di istruzioni o un romanzo di inizio, metà o fine. E’ una chiaccherata con qualcuno che non hai la possibilità di vedere. Quindi la cosa importante è condividere quello che vogliamo: il tempo, una storia, un ricordo, un sentimento..e che questo arrivi all’altra persona. Se l’altra persona lo capisce è già abbastanza.

5. Tuttavia, anche se si tratta di una conversazione, bisogna ricordare che rimane scritta! Quello che scriviamo, diventerà parte della nostra storia. Sia di chi scrive che di chi legge.Dobbiamo essere consapevoli che le parole se le porta via il vento..a meno che non restino intrappolate in un foglio.

6. Prima di salutare il nostro interlocutore, facciamogli un regalo! Scriviamogli qualcosa di carino, qualcosa con affetto…sfruttiamo il momento per dirgli qualcosa che, forse, faccia a faccia ci farebbe vergognare. Dimostriamo a quella persona quanto è importante per noi, ciò che ci ha insegnato, chiediamole scusa per una ferita che le abbiamo procurato, ringraziamola per averci regalato il suo affetto.

7. Amo i Post Scriptum. Consiglio di metterne sempre uno! O due.. è come se il tempo che abbiamo passato con quell’amico non fosse mai sufficiente, come se ci fosse sempre qualcosa in sospeso da dirgli. I Post Scriptum lo dimostrano. Usiamoli!

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