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Bill Viola e Lanfranco in mostra tra presente e passato

La Fondazione Magnani di Reggio Emilia presenta un’esposizione che mette a confronto arte moderna e contemporanea.

MILANO – Esplorare l’arte nei secoli e rintracciarne rimandi, legami, significati che ritornano. Far dialogare due opere, estremamente distanti nei secoli, ma accumunate da una tensione emotiva e spirituale profonda. Fino al 10 gennaio 2016 la Fondazione Palazzo Magnani presenta, all’interno del progetto “Arte in agenda. A tu per tu con…”, due opere straordinarie: l’Ascensione di Isotta (La forma della luce nello spazio dopo la morte), 2005 di Bill Viola – uno dei massimi artisti contemporanei di video art – e La Maddalena assunta in cielo, 1616 – 1618 del maestro emiliano Giovanni Lanfranco, in un evento espositivo dal forte potere evocativo reso possibile dalla collaborazione tra Palazzo Magnani e due prestigiose Istituzioni italiane, il Museo Nazionale di Capodimonte di Napoli e il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino.

ARTE ANTICA E MODERNA – Il progetto “Arte in Agenda. A tu per tu con…” ideato e promosso dalla Fondazione Palazzo Magnani di Reggio Emilia, attraverso il dialogo tra due opere, così lontane nel tempo eppure così vicine per forza espressiva, intende esaltare il rapporto inscindibile tra arte antica e moderna, generato dal fascino che l’arte del passato ha esercitato sugli artisti a partire dalle avanguardie del Novecento fino alla contemporaneità.

OPERE A CONFRONTO – La relazione e il dialogo tra l’Ascensione di Isotta di Bill Viola e l’Assunzione di Lanfranco sono ravvisabili su due piani: quello compositivo e quello semantico. Del resto è noto come Bill Viola, nella costruzione della sua narrazione per immagini, tragga chiara ispirazione stilistica e compositiva propriamente dalle opere degli artisti italiani del Rinascimento e non solo, “colpevoli”, forse, l’origine italiana della sua famiglia e la sua permanenza tra Los Angeles e il nostro paese. I punti di contatto tra queste opere di Bill Viola e di Lanfranco sono davvero evidenti e di grande intensità. Isotta e Maddalena si librano avvolte nei panneggi delle loro vesti lasciandosi portare dove il loro destino le chiama, in un gesto di ardente accettazione che è dono d’amore. Il legame tenace e indissolubile tra la dimensione spirituale e materiale emana dalle due immagini condensandosi in una tensione emotiva profonda.

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L’ASCENSIONE DI ISOTTA DI BILL VIOLA – Magnifica e struggente opera di proprietà della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT in comodato presso il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino – presenta, attraverso un monitor al plasma di ampie proporzioni, l’immagine misteriosa di un mondo fluttuante, rischiarato soltanto da un fascio di luce, che viene improvvisamente scosso dalla presenza di un corpo femminile, ormai liberato da ogni traccia di pesantezza terrena. Come attratto da una dimensione ulteriore, il corpo ascende, lasciando dietro di sé una scia luminosa. L’opera del 2005, nasce nell’ambito di Love/Death: the Tristan Project (Amore/morte: il progetto di Tristano), un ciclo creato da Bill Viola in relazione all’opera di Richard Wagner Tristano e Isotta, che indaga la relazione tra l’amore e la morte. Viola parte da questa riflessione, interpretando e sublimando il tema in una sapiente e intensa ricerca di una dimensione che trascende la vita terrena. La video installazione presenta pertanto il percorso di Isotta, la sua ricerca di unione con l’amato attraverso la morte. Nell’immagine ottenuta da Viola sono rintracciabili evidenti tracce dell’iconografia dell’arte cristiana del Rinascimento e del manierismo.

LA MADDALENA DI LANFRANCO – Proveniente dal Museo Nazionale di Capodimonte di Napoli – è un’opera di grande visionarietà e di estrema modernità. La composizione si fonda sul contrasto tra il realistico e “terreno” nudo della Santa sorretta da putti, da un lato e, dall’altro, il cielo dominato da forti contrasti chiaroscurali e da fredde tonalità cromatiche. L’opera dunque manifesta una intensa dimensione ultraterrena insieme un’esplicita presenza nel mondo. Lanfranco, innovativo e originale maestro della scuola emiliana del Seicento, affronta la sfida di rendere il movimento, di rappresentare un’azione che sottende lo scorrere del tempo nell’avvicinamento dell’uomo al divino.

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