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Arriva la casa museo dedicata a George Orwell

La casa natale dello scrittore Eric Arthur Blair, meglio conosciuto come George Orwell, diventerà un museo che racconterà al grande pubblico la vita e le opere del maestro. L'edificio...

La casa natale in India del grande scrittore britannico, George Orwell, sarà restaurata e presto verrà trasformata in un museo dedicato alla sua vita e alle sue opere.

MILANO – La casa natale dello scrittore Eric Arthur Blair, meglio conosciuto come George Orwell, diventerà un museo che racconterà al grande pubblico la vita e le opere del maestro. L’edificio è composto da tre stanze ed è situato nella cittadina di Motihari, nello stato del Bihar (India Settentrionale), dove il padre del futuro romanziere lavorava per conto del governo britannico al controllo della produzione di oppio. E’ attualmente fatiscente e a rischio crollo, ma fortunatamente il governo ha deciso di rimetterlo in sesto e di adibirlo ad esposizione permanente.

IL MUSEO – L’edificio situato nella cittadina di Motihari, e che ben presto verrà trasformato in un museo dedicato a George Orwell, si trova in pessime condizioni: si tratta di un bungalow coloniale che necessita al più presto di un pronto restauro. Richard Blair, figlio dello scrittore, ha annunciato che guiderà lui stesso il nuovo progetto del museo: «Sono felice – afferma Blair sul The Guardian – che la casa natale di mio padre sia restaurata e poi trasformata in un museo, un museo che sarà l’unico del genere nel mondo. Per decenni la casa ha versato in pessime condizioni e ora posso solo applaudire il sostegno che il governo del Bihair fornirà al progetto del museo». La University College di Londra, che conserva il più grande archivio orwelliano del mondo, fornirà diverse riproduzioni di materiali, e grazie al loro contributo, finiti i lavori di manutenzione, il museo ospiterà quindi numerose copie di manoscritti, lettere, diari e fotografie.

BIOGRAFIA – Nato con il nome di Eric Blair a Motihari nel 1903, studiò a Eton grazie a una borsa di studio. Nel 1921 decise di lasciare gli studi e si recò a Burma, in Birmania, dove per cinque anni si mise al servizio della poizia imperiale indiana, ma la ferocia della repressione inglese lo indusse presto a rassegnare le dimissioni, e lasciò la Birmania prima per Parigi e poi per Londra nel 1927. Nelle due metropoli si adattò a qualsiasi genere di lavoro per potersi mantenere: insegnò come maestro elementare, lavorò nei ristoranti e fece i più umili mestieri nei quartieri più poveri di Parigi e Londra. Tutto questo per lui divenne fonte d’ispirazione e con “Down and out in Paris and London” nel 1933 iniziò la sua carriera di scrittore. Già da alcuni anni si era orientato verso il socialismo, e questo lo condusse nel 1936 in Spagna a combattere nelle file repubblicane. Una delle sue opere più famose risale al 1945: “Animal Farm”, in cui lo scrittore si pone su un piano antietico alla Russia stalinista, nella quale vede una forma di totalitarismo. In “1984”, il suo ultimo romanzo pubblicato nel 1949, Orwell proiettò la sua utopia in un prossimo futuro e descrisse i pericoli provenienti dal lavaggio del cervello e da un troppo rigido controllo sociale e politico. In questo testo l’umorismo di Animal Farm è sparito, e viene ritratta la morte spirituale dell’uomo.

21 luglio 2014

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