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Albrecht Dürer, la ricerca e il genio di un grande artista

Oggi, 6 aprile, il mondo dell’arte ricorda la scomparsa di uno dei più grandi artisti di tutti i tempi: Albrecht Dürer. Nato a Norimberga il 21 maggio 1471, Dürer rivoluzionò il mondo artistico tedesco. Pittore, incisore, matematico...

“Un buon pittore è interiormente pieno di figure”

 
MILANO – Oggi, 6 aprile, il mondo dell’arte ricorda la scomparsa di uno dei più grandi artisti di tutti i tempi: Albrecht Dürer. Nato a Norimberga il 21 maggio 1471, Dürer rivoluzionò il mondo artistico tedesco. Pittore, incisore, matematico e trattatista, protagonista del Rinascimento d’Oltralpe, una volta giunto a Venezia entrò in contatto con ambienti neoplatonici. Il carattere perennemente in bilico fra entusiasmo e soddisfazione del proprio successo e insoddisfazione e quasi una sorta depressione, o almeno di malinconia esistenziale, lo resero piuttosto inquieto, da cui l’interesse per i viaggi, la sete di conoscere, capire e vedere.

 
INIZI – Albrecht Dürer, esponente fra i più importanti del Rinascimento tedesco e intellettuale fra i più incisivi del panorama europeo, nasce nel 1471 a Norimberga da Albrecht Dürer il Vecchio e da Barbara Holper, esponente di una famiglia agiata di artigiani. Il padre aveva origini ungheresi, discendente di una famiglia di orafi e, trasferitosi a Norimberga in Germania, era entrato nella bottega dell’orafo e argentiere Hyeronimus Holper e ne sposa la figlia nel 1467, aprendo in seguito una bottega propria. Albrecht Dürer il giovane nasce il 21 maggio 1471 ed è il terzo di diciotto figli, molti dei quali saranno impiegati nella bottega del padre, pur senza eccellere come il fratello.

 
LA FORMAZIONE ARTISTICA – Le doti artistiche di Albrecht sono talmente evidenti che il padre decide di affidarlo al pittore Michael Wolgemut, non appena il ragazzo ha quindici anni: si tratta di una delle botteghe di pittori più interessanti ed importanti di Norimberga, che cura le più importanti illustrazioni di libri stampati, ottenute con la tecnica della xilografia. Forse per questo, o forse per necessità economiche, le tecniche di incisione entrano nella vita dell’artista e non lo abbandonano più: Dürer infatti considera l’incisione come una forma d’arte a se stante, e ne sviluppa e cura temi diversi e innovativi, che lo portano ad essere forse il migliore incisore di stampe antiche, insieme a Goya e Rembrandt.

 
A NORIMBERGA – Albrecht Dürer è ben inserito anche nella vita di società a Norimberga, anche in livelli sociali assai elevati e culturalmente stimolanti: questo grazie al suo fascino, composto dalla bellezza arricchita da spirito e simpatia. Sposa a ventitré anni, il 14 luglio 1494, Agnes Frey, figlia di un orafo e in questi anni trova il suo primo influente mecenate in Federico di Sassonia, detto il Saggio, grande elettore di Wittenberg, che gli commissiona numerose opere e ne determina sicuramente una velocissima carriera. Il carattere perennemente in bilico fra entusiasmo e soddisfazione del proprio successo e insoddisfazione e quasi una sorta depressione, o almeno di malinconia esistenziale, lo rendono piuttosto inquieto, da cui l’interesse per i viaggi, la sete di conoscere, capire e vedere.

 

I VIAGGI E IL RINASCIMENTO ITALIANO – Nel 1495 compie il primo viaggio in Italia, per conoscere dal vero le opere dei maggiori artisti rinascimentali italiani, per vedere le opere di Giotto, Raffaello, Leonardo e altri ancora. Proprio in questa occasione egli soggiorna brevemente sul Garda e nel Trentino, producendo la bellissima serie di acquarelli dedicati ai castelli alpini e fra questi lo splendido ‘Fenediger Klausen’, la chiusa veneziana, cioè il castello di Arco. Proprio dai viaggi in Italia (ne farà un secondo nel 1505) avrà una maturazione dello stile ben evidente: la figura viene indagata con un’attenta introspezione psicologica, nuovo spessore acquistano i ritratti ed anche le ambientazioni, perché si crea in ogni opera del Dürer un rapporto intenso fra la figura ed il paesaggio dove essa è inserita, alla ricerca di una perfetta armonia.
In particolare è quasi certo che in occasione del secondo viaggio in Italia Dürer incontrò Leonardo da Vinci con il quale condivideva la visione dell’uomo come parte armoniosa della natura.

 

Alla morte del padre, Dürer si occupa di proseguire l’attività della bottega di oreficeria, coinvolgendo nella gestione uno dei fratelli, Hans, il più dotato. Per tutta la vita egli resterà in bilico fra il piacere di creare opere grandi dal punto di vista artistico e la realizzazione di lavori commercialmente validi per mantenere agiatamente la famiglia. Nel 1509, acquista una casa e si afferma come artista agiato e benestante, oltre che come uomo di notevole cultura. Questa sua affermazione personale si coglie molto bene nella collezione dei ritratti ai potenti, dove è evidente che il Dürer non subisce soggezione da alcuno, neppure dall’Imperatore, e si mantiene libero e autonomo nelle sue determinazioni, quando assume ruoli importanti nella vita della città.
Lo spirito libero lo porta anche a dedicarsi a forme d’arte inconsuete e originali, come per esempio alla realizzazione di oggettistica di alta oreficeria, mettendo a frutto le conoscenze apprese da ragazzo nella bottega del padre, oppure l’attenzione alla miniatura ed alle illustrazioni di libri (in particolare quelli dell’amico umanista Wllibald Pirkheimer) e addirittura alla progettazione di sculture e di particolari di architettura e arredo, come fontane, monumenti o lampadari e cornici per le proprie opere.

 

IL CLIMA DELLA RIFORMA LUTERANA – Albrecht Dürer però vive nel clima difficile e socialmente agitato della Riforma Luterana, cerca di mantenere equilibrio e moderazione, suoi principi ispiratori da sempre, quasi una filosofia di vita che l’artista trasmette attraverso le sue opere. Il 15 luglio 1520 parte per i Paesi Bassi, con destinazione prima Anversa, visitando Olanda e Fiandre; questo viaggio consolida la sua fama e soprattutto la posizione di prestigio nel panorama artistico non solo Tedesco, ma anche Europeo. Gli allievi di Durer non furono solo quelli presenti nella sua bottega, ma i pittori di tutta Europa, che copiano la sua personale capacità di fondere l’influenza del Rinascimento italiano con la pittura locale.

 
GLI ULTIMI ANNI – Durante gli ultimi anni il pittore tedesco, in parte amareggiato e colpito dall’incalzare di eventi violenti (come la rivolta contadina) e le imponenti tensioni sociali, abbandona la pittura per dedicarsi alla realizzazione di trattati didattici: ne porterà a compimento tre corredati di illustrazioni ed incisioni bellissime. Il ‘Trattato di geometria’, edito in lingua tedesca, è del 1525; il secondo, del 1527, è un Trattato sulle fortificazioni e sulle mura capaci di resistere alle armi da fuoco; il terzo, del 1528, pubblicato dopo la sua morte è dedicato allo studio della simmetria e le proporzioni del corpo umano, che fu pubblicato in tedesco ed in latino. Restò incompiuto il quarto dei trattati pensati dal Dürer, forse il più ambizioso dedicato all’arte. Dopo il viaggio nei Paesi Bassi, dove era caduto gravemente malato, la salute di Dürer non si riprende più e muore improvvisamente il 6 aprile 1528.

 
6 aprile 2015

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