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A Pordenonelegge, Enrico Brizzi presenta MontagnAv(v)entura, la montagna come filo conduttore delle grandi storie di ieri e di oggi

DAL NOSTRO INVIATO A PORDENONELEGGE - E' un breve filmato sulle nuove forme di letteratura di montagna ad introdurre il nuovo presidente di giuria del premio Itas, il primo riconoscimento nazionale dedicato alla letteratura d'alta quota: si tratta dello scrittore Enrico Brizzi, chiamato a sostenere MontagnAv(v)entura...

L’autore bolognese, nelle vesti di nuovo presidente di giuria del premio Itas, ha parlato della nuova sezione specificatamente dedicata ai giovani e dei suoi altri progetti

 

PORDENONE – E’ un breve filmato sulle nuove forme di letteratura di montagna ad introdurre il nuovo presidente di giuria del premio Itas, il primo riconoscimento nazionale dedicato alla letteratura d’alta quota: si tratta dello scrittore Enrico Brizzi, chiamato a sostenere MontagnAv(v)entura, la nuova sezione specificatamente dedicata ai giovani tra i 16 e i 26 anni, presentata a Pordenonelegge. E l’autore  bolognese crede davvero e fino in fondo al rilancio del premio, giunto alla sua quarantesima edizione, nell’orizzonte del mondo giovanile, lui che è partito giovanissimo ed ha compreso subito nel mondo difficile della letteratura cosa siano l’umiltà e la solidarietà, un po’ come quando dopo “una lunga camminata ci si trova in un rifugio tra gente sconosciuta dopo una fatica immensa e bellissima e si capisce quanto sia importante aprirsi a un nuovo mondo ignoto”.

 

SCRIVERE E CAMMINARE – Il tema della conversazione finisce per essere la ricerca delle similitudini tra il mestiere di scrivere e le lunghe camminate, da tempo la seconda professione di Brizzi. “Sono entrambi – dice lo scrittore – due lavori stagionali e vicini alla terra, cosi come le lunghe traversate o ascensioni si possono compiere solo nella buona stagione, cosi anche lo scrivere deve essere fatto al momento giusto ed entrambi hanno in comune un certa aura di sacralità, un sapore antico e l’essere in un certo senso  fuori moda”.

 

I NUOVI CANALI DELLA SCRITTURA ALPINA – Negli ultimi tempi però sembra esserci una nuova attenzione nei confronti dell’escursionismo e nei confronti della montagna. Questa attenzione è diffusa soprattutto tra i giovani, i quali hanno i sensi tattili e spalancati verso le novità. Ciò che cambia, rispetto al passato, è il modo in cui si racconta la natura, perché non esiste un format o un modello fisso; un tempo c’erano i dispacci del duca degli Abruzzi dal Ruwenzori o dal Karakorum, oggi ci sono i blog, i tweet o i post su Facebook e in un paese dove si studia “ Mi illumino d’immenso”  – sostiene Brizzi – anche un post può essere letteratura. Di conseguenza, sta cambiando anche il ritratto  tradizionale dello scrittore non più immaginato dietro una scrivania polverosa e assorto in un mondo tutto suo, ma più interattivo e dinamico tanto da conoscere tutti i nomi degli alberi o  inerpicarsi sulle rocce con passione.

 

LO ZAINO DELL’ESISTENZA – Sulla lezione che il mondo della montagna ha dato alla letteratura, ma anche al senso di vita Brizzi cita il racconto “La carne dell’orso” di Primo Levi, sublime metafora dell’arrischiarsi in territori non urbanizzati, non garantiti e proprio per questo fertili e preziosi.  Per ritrovare questo senso epico e antico della vita ma anche per comprendere “cosa mettere nello zaino della propria esistenza”, lo scrittore bolognese da tempo si è impegnato in lunghi percorsi come Italica 150 che l’ha portato dalle Alpi alla Sicilia  o il Giro della libertà per ripercorrere da Roma a Venezia lo stesso cammino che compirono durante il Risorgimento Anita e Giuseppe Garibaldi.

 

DA “LA LEGGE DELLA GIUNGLA” AI PROGETTI FUTURI – Ma, accanto ai progetti di lunga percorrenza, c’è una piccola casa editrice da lui fondata, Italica editrice, che raccoglie il senso di queste esperienze, e un libro da poco uscito "La legge della giungla" ( edizione Laterza), scritto per raccontare alle figlie cosa è stata la sua infanzia. Un’infanzia inizialmente contesa tra due opposti poli; il matriarcato familiare e il mondo anarchico dei compagni di scuola e poi risolta nella esperienza del mondo scout come “lupetto”, ma per arrivarci molti riti di passaggio come il matrimonio a soli quattro anni con Sissi “dal grembiule arancione e sporcato di mocio” e l’accettazione nel gruppo degli “ Indomabili”. Al mondo adulto Brizzi tornerà con il terzo romanzo della trilogia che già comprende  “La nostra guerra” e “L’inattesa piega degli eventi” (entrambi editi da Dalai editore) con il protagonista Lorenzo Pellegrini alle prese con un’Italia tutta alternativa degli anni Cinquanta. Ma la novità, solo accennata perché ancora top secret, è una nuova collana dedicata alla cucina e alla funzione del cibo: “Non un libro di ricette – promette Brizzi – ma una serie di racconti con la cucina come trait d’union”.

 

Alessandra Pavan

 

21 settembre 2012

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