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Su Repubblica, Nicola Gradini riflette sull’eloquenza delle lacune e delle omissioni nei grandi romanzi

LA CRITICA QUOTIDIANA - Dalle pagine di Repubblica, Nicola Gardini affronta un argomento molto interessante ed in grado di catalizzare l'attenzione di tutti i veri amanti della letteratura, dei libri e della lettura: il silenzio dei romanzi...

Spesso, soprattutto nei romanzi dei grandi autori, si è soliti imbattersi in misteriose lacune che permettono però al lettore di mantenere viva la propria immaginazione e di metterla così a frutto 

 

LA CRITICA QUOTIDIANA – Dalle pagine di Repubblica, Nicola Gardini affronta un argomento molto interessante ed in grado di catalizzare l’attenzione di tutti i veri amanti della letteratura, dei libri e della lettura: il silenzio dei romanzi, ovvero tutti quei momenti in cui gli autori decidono, volontariamente, di lasciare in sospeso una situazione e affidare all’immaginazione del lettore quanto svoltosi in quei frammenti di storia non raccontati.

L’ELOQUENZA DEL NON DETTO – Agli amanti della lettura sarà capitato infinite volte di imbattersi, all’interno di un racconto più o meno corposo, in momenti di “non detto”, in cui l’autore, per sua scelta personale stilistica, decide di dare al lettore gli strumenti per comprendere come si svolgerà l’azione e di lasciare alla sua immaginazione i dettagli di quanto seguirà. “La lacuna espande il senso, portando la significazione oltre i limiti fisici delle parole scritte. Il lettore interprete fa agire il testo oltre i limiti della scrittura e, a sua volta, è attraversato dalla voce nascosta del testo”.

IL LETTORE COME IL CERCATORE D’ORO – Già il grande Cicerone, nel descrivere il ruolo del lettore nell’atto della fruizione di un testo, lo aveva definito come lettore interprete e “cercatore d’oro”, che va a scavare dove il romanzo gli suggerisce. Le lacune non esistono però soltanto in letteratura. Prendiamo ad esempio le nostre conoscenze sociali: queste non sono basate su di una effettiva completezza, bensì sulla proiezione delle nostre aspettative. E con i testi accade esattamente lo stesso.

29 agosto 2013

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