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Noemi Cuffia, ”I blog letterari iniziano ad acquistare credibilità, incominciando dai lettori”

Suggerire al lettore un'immagine suggestiva e semplice di sé e del suo lavoro. Da ciò nasce il nome che Noemi Cuffia ha voluto dare al suo blog letterario ''Tazzina di Caffè''. Abbiamo chiesto alla blogger l'influenza delle pagine come la sua per il successo o meno di un libro in uscita e quali sono onori ed oneri del mestiere di blogger letterario, una figura che, secondo Noemi Cuffia, sta iniziando ad ottenere sempre più fiducia da parte dei lettori...

L’ideatrice di Tazzina di caffè parla del suo bookblog e spiega quali sono onori ed oneri del mestiere di blogger letterario

MILANO – Suggerire al lettore un’immagine suggestiva e semplice di sé e del suo lavoro. Da ciò nasce il nome che Noemi Cuffia ha voluto dare al suo blog letterario “Tazzina di Caffè”. Abbiamo chiesto alla blogger l’influenza delle pagine come la sua per il successo o meno di un libro in uscita e quali sono onori ed oneri del mestiere di blogger letterario, una figura che, secondo Noemi Cuffia, sta iniziando ad ottenere sempre più fiducia da parte dei lettori.

Come è nato il suo blog?
Tazzina-di-caffè è nato nel 2008 come un semplice blog personale. Un "diario di bordo" fatto di suggestioni, piccoli racconti, immagini che rappresentavano i miei stati d’animo del momento. Pian piano ho iniziato a raccontare alcuni aspetti della mia vita più profondi, fino a scegliere di unire le mie due più grandi passioni, il caffè e i libri e iniziare a parlare delle mie letture. Sono sempre stata una lettrice, sono laureata in letteratura angloamericana, e ho pensato che quello del blog potesse essere un bel veicolo per trasmettere anche ad altri questa mia curiosità. E così "tazzina" è diventato un cosiddetto bookblog.

Ci può spiegare la scelta del nome?
Ho scelto questo nome perché volevo restituire al lettore un’immagine suggestiva e semplice. Volevo che il mio blog evocasse una sensazione anche fisica leggera e piacevole. E poi il mio tavolo di lavoro è sempre circondato da tazzine e caffettiere, mi pareva il modo più letterale per dire qualcosa di me.

In che modo, all’interno del suo blog, si parla di libri e lettura?
Su Tazzina-di-caffè racconto i libri che mi sono piaciuti. Non sono una critica letteraria, perciò il criterio di scelta è sempre e solo il mio semplice gusto. Alla sola descrizione del libro, spesso aggiungo episodi della mia vita o discorsi più generali intorno all’editoria, concentrandomi anche sulle nuove tecnologie. Di tanto in tanto, mi diverto a inserire anche piccoli racconti. Amo scrivere e sono contenta se posso avere un riscontro immediato su ciò che ho scritto. Il mio sogno segreto è sempre stato, poi, quello di essere una scrittrice, che qualche editore notasse i miei scritti, benché imperfetti. E finalmente è successo, a maggio pubblicherò il mio primo romanzo: adesso che è una cosa vera, sono molto felice e anche un po’ spaventata.

Quale importanza riveste oggi, secondo lei, un blog letterario per il successo di un libro?
Domanda molto interessante. Non lo so. Di recente, però, ho partecipato, a Roma a Più libri più liberi, proprio a una conferenza su questo argomento. Il mio blog, insieme ad altri, è stato infatti preso in esame dall’AIE per studiare queste dinamiche di "spostamento delle vendite" e dell’influenza dei blogger sull’acquisto dei libri. Per essere sintetica, a determinare i maggiori flussi di acquisto restano ancora i canali tradizionali (tv prevalentemente) e le opinioni dei cosiddetti "personaggi famosi" sia in ambito letterario (ad esempio Baricco) che non: emblematico il caso di Valentino Rossi che, con un semplice tweet, sembra aver provocato un considerevole numero di vendite di “Open” di Agassi. D’altro canto, monitorare i blog e incrociare i dati è un’operazione molto complessa. Le variabili sono infinite. Personalmente, cercherò di dare il mio contributo all’AIE per capire come tutto questo funzioni. Ma se devo dire proprio la mia sincera opinione, resto convinta che i bei libri, per così dire, "si vendano da soli", cioè conta sempre la qualità e l’emozione che sanno suscitare. Su questo non ho dubbi.


Quali sono i vantaggi – e le insidie – dei blog letterari rispetto alla critica che si esercita sulle testate giornalistiche?

Credo che siano realtà e istanze molto diverse. Il vantaggio dei blog è comunque una certa libertà, non tanto di espressione, quanto di scelta, ad esempio, dei temi da trattare, dei libri da "recensire" (ma ci tengo sempre a precisare che le mie non sono vere e proprie recensioni). Lo svantaggio è che spesso il lavoro dei blogger non è retribuito, non è considerato proprio un lavoro e ai blogger, specie in Italia, oggi tocca ancora lottare per la propria credibilità. Le cose però, fortunatamente, stanno iniziando a cambiare e i blogger stanno iniziando a ottenere più fiducia, specialmente da parte dei lettori.

Pensa che i lettori oggi nella scelta di un libro si rivolgano alle classiche recensioni sulle riviste, o siano più sensibili ai rumors provenienti dal mondo della rete?
Penso che nella scelta di un libro da leggere incidano diversi fattori, non sempre circoscrivibili. Oggi conta moltissimo la rete, conta il passaparola, sia in rete che su carta. Conta la televisione, molto. E in ultima analisi, ma non meno importante, contano le copertine. Moltissime persone scelgono i libri a seconda della bellezza della copertina, è giusto ricordarlo.


Cosa ne pensa dell’attuale panorama editoriale italiano?

Penso che, contrariamente al pessimismo legato alla crisi economica, questo sia un momento particolarmente vivace per l’editoria. Senz’altro, è un momento di cambiamenti: l’avvento dell’ebook è una delle maggiori e consistenti novità, come anche l’attenzione alla rete: sono sempre di più i libri che nascono dai blog. Ed è un momento di grande fermento proprio creativo e artistico. Ci sono alcuni autori contemporanei che seguo con interesse, si sta configurando una nuova generazione di scrittori che ha molto da raccontare. Il lavoro, come i rapporti umani, sta cambiando la vita delle persone e gli scrittori sono chiamati a raccontare queste mutazioni.

 22 gennaio 2013

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