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Lorenza Biava, ”Promuovere la lettura lungo lo Stivale deve essere una priorità per l’editoria italiana”

Allargare il mercato distributivo lungo lo Stivale e promuovere la lettura, prendendo spunto anche da ciò che avviene all'estero, dove ci sono più iniziative, fondi stanziati e soprattutto una maggiore fantasia riguardo alle iniziative proposte. Sono queste le priorità per avvicinare sempre più non lettori al libro secondo Lorenza Biava, responsabile del sito del Giornale della Libreria...

La redattrice del Giornale della Libreria parla delle novità della testata, la più antica in Italia dedicata al mondo dell’editoria, e  commenta la situazione della lettura nel nostro Paese, dove si regista un netto divario tra Nord e Sud per quanto concerne il numero dei lettori

MILANO – Allargare il mercato distributivo lungo lo Stivale e promuovere la lettura, prendendo spunto anche da ciò che avviene all’estero, dove ci sono più iniziative, fondi stanziati e soprattutto una maggiore fantasia riguardo alle iniziative proposte. Sono queste le priorità per avvicinare sempre più non lettori al libro secondo Lorenza Biava, responsabile del sito del Giornale della Libreria e redattrice della versione cartacea della rivista nata nel 1888, più antica dedicata al mondo editoriale italiano. Lorenza parla delle novità introdotte negli ultimi anni sulla testata e  commenta la situazione della lettura nel nostro Paese, dove si regista ancora un netto divario tra Nord e Sud per quanto concerne il numero dei lettori.

Com’è nata la tua passione per la lettura?
Ho iniziato a leggere per imitazione: vengo da una famiglia dove la lettura è stata sempre una buona abitudine e dove non si è mai detto di no all’acquisto di un libro. A un certo punto però sono diventati troppi per la mia cameretta e quindi sono stata caldamente incoraggiata ad andare in biblioteca. Fortunatamente, qui ho trovato una libraria molto brava che mi ha fatto amare ancora di più le storie, facendomi scoprire alcuni grandi classici che ono felice di aver letto allora perchè so che oggi non riuscirei più a leggerli con la voracità di quando ero bambina. Al liceo, poi, la mia professoressa d’inglese mi ha insegnato ad apprezzare in maniera più critica i testi. Ed è così che adesso, possiedo una vasta libreria di cui sono davvero orgogliosa.

Ci sono letture o autori che preferisci in particolare?
In realtà, come spesso si dice, compro molti più libri rispetto a quanti ne legga. Amo molto i saggi storici e quelli legati al mondo dell’editoria anche se dopo essere stata a Più libri più liberi ho una pila di libri di narrativa che non vedo l’ora di cominciare a leggere.  Oltre alla saggistica ho riscoperto recentemente alcuni generi che avevo sempre, colpevolmente, sottovalutato come il giallo e la fantasy. Ciò è dovuto anche all’osservatorio che stiamo portando avanti con l’Ufficio studi AIE dove siamo particolarmente attenti ai nuovi fenomeni editoriali, non ultimo lo sdoganamento di alcuni generi letterari fino a pochi anni fa considerati di serie B e che oggi sono invece stati riabilitati da fenomeni pop di larga portata, da Le cronache del ghiaccio e del fuoco, portato alla ribalta dalla serie tv del Trono di spade al fenomeno delle Cinquanta sfumature.

Il Giornale della Libreria è la rivista italiana più antica dedicata al mondo dell’editoria. Quali sono i valori che nel corso degli anni l’hanno caratterizzata?
La rivista è cambiata moltissimo, soprattutto negli ultimi anni. Dal 2012 una storica sezione del giornale, l’”Attualità”, si è trasformata in un vivace sito internet il giornaledellalibreria.it, dove pubblichiamo tutti sia gli ultimi articoli del cartaceo sia notizie quotidiane sul mercato editoriale nazionale e internazionale. Siamo una rivista di settore, ci rivolgiamo prevalentemente agli editori. Non parliamo delle ultime novità pubblicate e non recensiamo libri. Ci occupiamo di dare degli strumenti a chi già fa parte di questo mondo e vuole capire meglio alcuni fenomeni in atto.
Una parte sempre più importante della rivista punta a dare uno sguardo internazionale, recentemente abbiamo infatti pubblicato un instant ebook dedicato ai big player Apple, Amazon, B&N e Kobo nato proprio dal lavoro quotidianamente svolto per la rivista. Altro tema caldo è quello legato al cambiamento nei format dei canali di vendita che ultimamente stanno subendo una vera e propria trasformazione; basti pensare alle librerie IBS.it che uniscono due format, quelli della libreria online e fisica, o ad un’operazione analoga fatta da Libreriauniversitaria.it.

Il digitale, secondo il suo punto di vista, è avvertito dagli editori come un’opportunità o un pericolo?
Il problema non è tanto il digitale in sé quanto la ridefinizione del ruolo dell’editore che esso impone. L’editore deve iniziare a capire come il suo core business siano i contenuti, non i libri che rappresentano solo una delle possibili declinazioni. È una rivoluzione copernicana in un certo senso.  L’argomento poi è a doppio taglio: da una parte c’è per gli editori la possibilità di aprirsi a un nuovo mercato, quello dei device, in crescita e che danno la possibilità di leggere più contenuti. Non è un caso che il grande profitto di Amazon provenga più dai contenuti che dalla vendita dei device. D’altro canto, la smaterializzazione dei contenuti implica delle criticità, come la necessità di pensare a nuovi modi di tutelare il diritto d’autore e la pirateria. Non si può fermare l’attuale processo in atto, e quindi la palla passa al lettore; più esso diventa digitale, maggiormente gli editori saranno portati a proporre contenuti digitali pensati nativamente in modo diverso.

Dagli ultimi dati si evince come in Italia si legga sempre meno. Da cosa dipende?
E’ difficile rispondere a questa domanda. L’Italia non è una nazione unita da questo punto di vista: esistono due “Italie”: il Nord, con il Trentino alto Adige dove legge il 58,3% della popolazione > di 6 anni rispetto ad una media nazionale che si assesta secondo Istat sul 45,3%, e il Sud, con la Campania maglia nera per l’Istat per il numero dei lettori (39,8%). Mentre al Nord esiste una rete di librerie, biblioteche, e più in generale una serie di servizi che permettono  di sviluppare la lettura, al Sud il discorso è diametralmente opposto, con una percentuale di librerie molto più bassa, e che quindi favorisce meno l’approcciarsi della gente ai libri. Allargare il mercato deve essere una priorità per gli editori, una migliore politica per la promozione per la lettura che prenda spunto anche da ciò che avviene all’estero, dove ci più iniziative, fondi stanziati e soprattutto una maggiore fantasia riguardo alle iniziative proposte.

 

15 dicembre 2012

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