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Elvira Serra, ”Le donne leggono di più perché hanno più voglia di mettersi in discussione”

Celebrare la festa della donna non vuol dire andare a cena con le amiche o farsi regalare un rametto di mimose: l'8 marzo è un'occasione per fare il punto sulla condizione femminile in Italia e nel mondo. Parola di Elvira Serra, giornalista del Corriere della Sera...

MILANO – Celebrare la festa della donna non vuol dire andare a cena con le amiche o farsi regalare un rametto di mimose: l’8 marzo è un’occasione per fare il punto sulla condizione femminile in Italia e nel mondo. Parola di Elvira Serra, giornalista del Corriere della Sera e autrice del libro “L’altra. Storia di un amante”. Tra le curatrici de La 27a Ora, il blog al femminile del Corriere della Sera, Elvira Serra analizza la condizione delle donne oggi e sottolinea l’importanza di rivalutare il ruolo delle donne all’interno della società odierna.

 

Qual è il senso di una giornata come quella di oggi, legata al ruolo della donna oggi ed ai cambiamenti della figura femminile nella storia recente?

Celebrare la festa della donna non vuol dire andare a cena con le amiche o farsi regalare un rametto di mimose: a cena tra di noi, per fortuna, possiamo andare quando vogliamo, e non è necessario saccheggiare le povere mimose per sentirci al centro dell’attenzione. Una giornata dedicata alle donne, però, è importante per molti motivi: per fare il punto, anzitutto, sulla condizione femminile in Italia e nel mondo; perché esiste ancora un divario salariale importante tra uomini e donne; perché la conciliazione casa/lavoro è ancora un obiettivo lontano; perché le storie di stupri e di matrimoni combinati dall’India all’Afghanistan non possono non riguardarci; perché l’inattività delle donne produce un calo importante del Pil e non ce lo possiamo più permettere.

 

La presenza e l’influenza delle donne è abbastanza radicata nella società di oggi, o si dovrebbe darle più spazio a tuo avviso?

Il messaggio culturale sta passando e le cose stanno cambiando: ora l’uomo in casa aiuta molto di più rispetto al passato e non possiamo non esserne contente. E’ ancora presto, però, per dire quali effetti abbia prodotto, per esempio, l’applicazione in Italia della legge sulle quote di genere, che ha permesso l’ingresso obbligatorio delle donne nei cda delle società pubbliche creando un dibattito acceso anche tra noi donne sulla necessità o meno di un intervento del parlamento su un tema che per alcune dovrebbe riguardare soltanto il merito. Eppure da poco sul New York Times Sheryl Sandberg e Adam Grant, rispettivamente direttore operativo di Facebook e docente della Wharton School of Business dell’Università della Pennsylvania, in un articolo dal titolo eloquente («Signora amministratore delegato, vada a farmi un caffè») hanno spiegato che fare il caffè, le fotocopie, prendere appunti alle riunioni, mandare fiori, fare commissioni, organizzare feste per i colleghi, restano compiti assegnati alle donne, anche alle dirigenti. E a parità d’impegno e di lavoro l’uomo viene valutato il 14% più favorevolmente della donna, mentre di fronte a un no la donna è valutata il 12% più sfavorevolmente.

 

I lettori di libri oggi sono soprattutto donne: perché secondo te?

Perché sono più curiose, hanno voglia di entrare nelle vite degli altri, di sognare anche. Perché hanno più voglia di mettersi in discussione, credo.

 

Ci sono delle autrici che hai particolarmente amato e che secondo te hanno contribuito a risvegliare l’attenzione nei confronti della scrittura femminile?

Ho amato Jane Austen, per la sua capacità di raccontare senza fronzoli e talvolta con ironia spietata la società del suo tempo. Ha scritto pagine molto istruttive sull’amore e sul matrimonio pur non essendosi mai sposata.  Emily Brontë ci ha regalato Cime tempestose, che è un libro duro, violento, ma pieno di passione. Da nuorese, un passaggio fondamentale nella mia educazione letteraria sono stati i romanzi di Grazia Deledda, così legati alla terra e alla società del suo tempo. Però sto pensando soltanto ai classici! Oggi mi vengono in mente Elena Ferrante, l’autrice invisibile, ma anche Margaret Mazzantini o Silvia Avallone, capaci di storie che catturano. Tra le straniere penso a Donna Tartt, fantastica scoperta degli ultimi anni. Sono tutte scrittrici che ti sanno catturare, farti dimenticare la tua vita per condurti per mano dentro quella di un’altra persona.

  

Il 9 marzo è il compleanno della 27esima ora, il blog del Corriere per cui scrivi sensibile alle tematiche femminili. Puoi riassumere in brevi righe alcune delle sue tappe principali dalla sua nascita ad oggi? 

La 27esima Ora compie adesso quattro anni e per ogni compleanno ha voluto fare lei un regalo alla comunità di lettrici e lettori che ci segue: il primo anno fu il docuweb Le (r)esistenti, sulle donne dell’Aquila post terremoto;  quello successivo il libro Questo non è amore, sul femminicidio; l’anno scorso l’impegno del blog  si è concentrato per creare Il tempo delle donne, con oltre cento eventi dedicati alle donne a Milano. Quest’anno l’abbiamo festeggiato con la nascita della nostra webradio, Radio27, con la quale faremo compagnia ai lettori con dei radiopost sempre dedicati alle tematiche femminili. Per la festa della donna, invece, abbiamo creato l’ashtag #ringraziounadonna, per ringraziare chi è stata importante nella nostra vita.   

 

Infine, che letture consiglieresti in occasione dell’8 marzo?

Beh, quelle che ho citato prima, se c’è qualche fortunata che ancora non le ha fatte. Sono una lettrice onnivora e credo che valga la pena leggere sempre un libro, anche per scoprire, magari, che non ti è piaciuto. Sul mio comodino adesso c’è Madri, comunque, di Serena Marchi (Fandango): uno spaccato interessante sulla maternità.

 

8 marzo 2015

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