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Patrizia Marzocchi, ”Leggere è fondamentale per vivere il presente e costruire il futuro consapevolmente”

Senza la comprensione, l'accettazione, il superamento dei nostri errori siamo condannati a ripeterli, a stupirci ogni volta delle loro conseguenze, a disperarci all'infinito sempre per gli stessi motivi. E’ quanto afferma la scrittrice Patrizia Marzocchi, insegnante di lettere ed autrice del libro “Ricordare Mauthausen”...

L’autrice de “Ricordare Mauthausen” analizza le diverse facce dell’intolleranza ieri come oggi, ponendo l’accento sull’importanza di leggere per non dimenticare

MILANO – Senza la comprensione, l’accettazione, il superamento dei nostri errori siamo condannati a ripeterli, a stupirci ogni volta delle loro conseguenze, a disperarci all’infinito sempre per gli stessi motivi. E’ quanto afferma la scrittrice Patrizia Marzocchi, insegnante di lettere ed autrice del libro “Ricordare Mauthausen”, opera che parla di antisemitismo, razzismo e bullismo, le diverse facce dell’intolleranza ieri come oggi viste attraverso gli occhi di Mariangela, una 15enne alla quale, improvvisamente,  tutto il suo mondo crolla. Nell’opera, le atrocità subite dagli ebrei sotto il regime nazista affiorano lentamente attraverso il sofferto racconto del nonno di Mariangela, il quale per la prima volta nella sua vita decide di affrontare il ricordo dell’esperienza che aveva racchiuso in un “cassetto” della mente.

Da cosa nasce l’idea di questo libro?
L’idea nasce in primo luogo dalla passione per la storia e dal desiderio di creare un filo che colleghi il passato e il presente.
Mi interessava in particolare individuare dei comportamenti positivi di fronte alla prevaricazione. Credo che questo sia un problema attuale per molti ragazzi: come si fronteggia il bullismo, per esempio? I protagonisti del romanzo inventano dei modi per reagire a chi è più forte e tutelato di loro. In parallelo a questa vicenda scorre il filo della storia, la terribile memoria della Shoah, che non appare un episodio lontano, ma una delle tante facce della violenza.

Quanto c’è di biografico nella storia di Mariangela?
A me piace inventare storie, non raccontare la mia vita, è tuttavia evidente che l’autore mette qualcosa di se stesso in tutti i suoi personaggi.
Mariangela, improvvisamente travolta dalla tragedia, si chiude nel silenzio e trova conforto nei libri, nella ricerca della verità, nel rapporto con il nonno, una persona provata da un dolore profondo. Di fronte agli atteggiamenti razzisti dei bulli del paese, lei reagisce difendendo i più deboli, alleandosi con chi ha la sua stessa sensibilità.
Mi sento molto vicina a questi comportamenti del mio personaggio.

Ci sono state difficoltà nell’affrontare un tema come l’olocausto rivolgendosi ad un pubblico di 11-15 anni?
Insegno storia a ragazzi di questa età e sono abituata a cercare i modi e le parole per coinvolgerli senza sconvolgerli. Ho sempre riscontrato in molti di loro un forte interesse per gli avvenimenti della seconda guerra mondiale e in particolare per la terribile persecuzione subita dagli ebrei. Alcuni leggono classici sull’argomento come “Il diario di Anna Frank’, ‘L’amico ritrovato’, ‘Se questo è un uomo’ o anche romanzi più recenti, per esempio ‘Il bambino con il pigiama a righe’.

Quanto è importante ricordare il proprio passato, soprattutto gli errori come l’olocausto, per porre le basi per il futuro? In questo senso, quale contributo può dare la lettura?
Per capire quanto sia importante la memoria, possiamo pensare alla nostra vita privata: senza la comprensione, l’accettazione, il superamento dei nostri errori siamo condannati a ripeterli, a stupirci ogni volta delle loro conseguenze, a disperarci all’infinito sempre per gli stessi motivi.
La storia ci consegna i percorsi che sono stati compiuti nel passato e i risultati che hanno portato, nel bene e nel male. Per vivere il presente  e costruire il futuro consapevolmente non si può prescindere da questa conoscenza che si acquisisce in gran parte con la lettura. Un romanzo, in più, ci proietta dentro le vicende del passato anche emotivamente e ci permette di comprenderle non solo razionalmente, ma anche per empatia.
Al di là di tutto, io amo la storia e spero di trasmettere questa mia passione a chi mi legge.

27 gennaio 2014

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