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Questo non è amore, un libro inchiesta per dire basta ai maltrattamenti sulle donne

In tema di violenza sulle donne il vero dramma è la scarsa consapevolezza del dramma. È quanto emerso nel corso della conferenza sul volume ''Questo non è amore. Venti storie raccontano la violenza domestica sulle donne''...
Venti voci di dolore, forza e speranza in “Questo non è amore”, a cura delle giornaliste del “Corriere”. Per fermare la violenza

MILANO – In tema di violenza sulle donne il vero dramma è la scarsa consapevolezza del dramma.È quanto emerso nel corso della conferenza sul volume “Questo non è amore. Venti storie raccontano la violenza domestica sulle donne”, libro inchiesta a cura di un gruppo di giornaliste del “Corriere della Sera” e del blog “La 27esima ora”. Il libro, pubblicato da Marsilio, è stato presentato all’Urban Center, in Galleria Vittorio Emanuele, in presenza di molte giornaliste del “Corriere”, avvocati, psicologhe criminali e personalità attive nel campo delle Associazioni che offrono aiuto alla donne vittime di maltrattamenti.

PLURALITÀ DI VOCI PER LO STESSO PROBLEMA – Alla presentazione, svoltasi mercoledì 13 febbraio, sono intervenute le giornaliste del “Corriere” e blogger Sara Gandolfi, Luisa Pronzato, Giovanna Pezzuoli, la vicedirettrice Barbara Stefanelli. Presenti anche Manuela Ulivi, avvocato e presidente della Casa d’accoglienza per le donne maltrattate e la delegata alle Pari opportunità, Francesca Zajczyck. La serata si è conclusa con la lettura, emozionante, di tre brani del libro grazie all’interpretazione di alcuni attori.

IL LIBRO INCHIESTA – Il libro è nato da un’inchiesta condotta delle giornaliste e dal blog “La 27esima ora”, nato nel marzo 2011, che è riuscito a creare una rete attorno al quotidiano di via Solferino. Il volume raccoglie venti testimonianze, in prevalenza storie di donne che hanno deciso di raccontare e denunciare quanto accaduto, sei testimonianze di addetti al settore e operatori che lavorano sull’altro fronte per aiutare le vittime della violenza, e anche due di uomini che, dopo essersi interrogati sulla rabbia che li ha portati a trasformarsi in carnefici, hanno intrapreso un percorso di guarigione. Gli incassi saranno devoluti alla Biblioteca delle donne dell’Aquila. La serata ha dato spazio ai racconti, solo “un punto di partenza” come ha spiegato Olivi, per concentrarsi maggiormente sulle possibilità d’intervento.

PER USCIRE DAL BARATRO DI IGNORANZA – Gli interventi, nella fattispecie quelli di Zajczyck e Ulivi, si sono indirizzati soprattutto alla necessità di diffondere e promuovere una rete di Associazioni, ma anche di provvedimenti istituzionali, volti a accrescere il sostegno dato alle vittime della violenza, poiché già molto è stato fatto ma è necessario ottenere di più. “Deve avvenire un cambio – ha detto Barbara Stefanelli – dati agghiaccianti ci rivelano che per il 44% della popolazione europea le violenze sessuali sono un problema ma non un reato. Questo ci indica il deficit di consapevolezza attorno a questi drammi. I discorsi degli abusi devono uscire dalla rete vittime-addetti al settore e coinvolgere tutti”. Il libro, che ha visto il coinvolgimento di tanti, uomini, donne, vittime, operatori, avvocati, psicologi, è un primo contributo per passare ad una fase più consapevole, adulta, di maggior maturità. “In questa situazione di crisi –  ha affermato Zajczck – dove anche il linguaggio esprime la violenza delle relazioni, è necessario riflettere sulla costruzione sociale e intervenire”. Spunti di riflessione anche da parte di Sara Gandolfi: “noi donne vogliamo stare nella società come gli uomini e la violenza è un attacco a questa volontà”.

15 febbraio 2013

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