Sei qui: Home » Libri » Perché il messaggio di Dante è ancora attuale

Perché il messaggio di Dante è ancora attuale

Francesco Fioretti ha sentito l’urgenza di riscrivere la Divina Commedia in una lingua attuale e moderna così da consentire a tutti di entrare nell’immaginario dantesco agevolmente. Il risultato non è più un poema, ma un romanzo contemporaneo.

PORDENONE – Dopo anni di studi dedicati a Dante, Francesco Fioretti ha sentito l’urgenza di riscrivere la Divina Commedia in una lingua attuale e moderna così da consentire a tutti di entrare nell’immaginario dantesco agevolmente. Il risultato non è più un poema, ma un romanzo contemporaneo in cui le passioni, le debolezze e i risvolti dell’animo umano restano misteriosi, universali e senza tempo. Francesco Fioretti presenterà La selva oscura ( ed Rizzoli) a Pordenonelegge mercoledi 16 settembre.

Anche se è specificato nella postfazione, vorrei capire meglio perchè ha scritto questo libro e soprattutto a quale pubblico ha pensato di rivolgersi.

Ho pensato soprattutto ai milioni di italiani che hanno studiato Dante a scuola, che hanno letto i canonici trenta canti (o meno) di tutto il poema e che così facendo hanno perso persino la percezione del fatto che si trattasse di una straordinaria opera narrativa oltre che poetica.

Perchè , tra le tre cantiche. l’Inferno , secondo lei, è sempre stato quello che ha avuto più fascino tra i lettori?

Il fascino del male, è questo il segreto dell’Inferno. Si tratta della cantica più visionaria e più rappresentata dai pittori di tutti i tempi. In più ha la struttura narrativa di un videogame, che ripete più volte lo stesso schema (ambientazione della pena, figure demoniache, dannati di turno che raccontano la propria storia) e di livello in livello si complica: la pena è più crudele, i diavoli più cattivi, i dannati più spietati. Il Purgatorio ad esempio ha la struttura inversa, è un cammino che via via si alleggerisce verso la cima. Più si va, più è semplice per il viaggiatore, come spesso succede nelle attività della vita: un esempio, quando impari a suonare uno strumento all’inizio è noioso e faticoso, alla fine leggero e bellissimo. Malgrado la vita somigli spesso di più al Purgatorio, normalmente si preferisce la pratica vagamente masochista del videogame. Bisognerebbe riflettere su questo. Non a caso un videogame dell’Inferno esiste, del Purgatorio no.

E, a questo proposito, dopo l’Inferno, ci sono in programma Purgatorio e Paradiso?

Io ci provo. La prima stesura del Purgatorio è già pronta.

Nel libro ci sono anche delle attualizzazioni (vedi sodomiti e Maometto) : ci sono nel mondo odierno dei peccati “ nuovi” rispetto all’epoca di Dante e viceversa dei peccati passati di moda?

Direi che nelle sue grandi linee il sistema morale dell’Inferno dantesco, malgrado siano trascorsi 700 anni, ha una straordinaria tenuta. La differenza è più quantitativa che qualitativa: oggi per compiere scelleratezze disponiamo di mezzi incredibilmente più sofisticati. Un esempio: una speculazione in borsa sul prezzo futuro dei cereali, facendolo aumentare nel presente, può causare la morte per fame di centinaia di migliaia di esseri umani nei paesi più poveri. Dante ne avrebbe punito gli autori tra i violenti contro Dio, natura e arte, e noi non potremmo fare di meglio. Ciò che cambia in modo agghiacciante sono ovviamente le dimensioni di fenomeni del genere. Tra i peccatori contro natura, poi, invece che i sodomiti, potremmo mettere i responsabili dei grandi disastri ambientali.

Quale messaggio dantesco sarebbe il più utile per capire le complessità del mondo politico di oggi?

La politica ai suoi tempi era forse meno complessa, più diretta ma anche molto più rischiosa, facile pagarne il prezzo con la vita. Ma già allora Dante era consapevole che l’unico modo per salvare l’Italia da se stessa e dalla propria inconcludente rissosità politica sarebbe stato farne una parte dell’Europa. Ai suoi tempi l’Impero a trazione tedesca.

Ed, infine, quali sono state le difficoltà maggiori nella realizzazione del libro?

Quelle stilistiche, ovviamente. Usare una lingua moderna e tradire Dante il meno possibile, far sentire comunque la sua voce originalissima pur in un linguaggio che si è molto trasformato, acquistando una maggiore universalità, a costo però di perdere in espressività e incisività, tutto questo è stato difficilissimo. Peraltro con un linguaggio ricco come quello dantesco non era possibile seguire una regola fissa e, canto dopo canto, si trattava di trovare soluzioni adeguate ad ogni specifico problema di questo genere. Non è stato però solo difficile, è stata anche un’esperienza di scrittura (o riscrittura) molto appassionante, in alcuni casi anche divertente.

 

Alessandra Pavan

15 settembre 2015

© Riproduzione Riservata