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Lorenzo Rosso, ”Ho raccolto in un libro le mie chiacchierate con il maestro Camilleri”

''Mi piace in maniera straordinaria sentire i suoi racconti e ascoltare le sue opinioni sugli argomenti più disparati. Ogni volta riesco a riempire block notes di appunti… e ad arricchirmi culturalmente''. E' quanto affermato da Lorenzo Rosso, giornalista torinese autore de “Una birra al Caffè Vigàta” (Imprimatur editore)...

L’autore de “Una birra al Caffè Vigàta” parla dell’opera, frutto delle lunghe conversazioni avvenute nel corso degli anni con Andrea Camilleri, sottolineando l’emozione di essere a stretto contatto con uno dei più celebri scrittori a cavallo dei due secoli

MILANO – “Mi piace in maniera straordinaria sentire i suoi racconti e ascoltare le sue opinioni sugli argomenti più disparati. Ogni volta riesco a riempire block notes di appunti… e ad arricchirmi culturalmente”. E’ quanto affermato da Lorenzo Rosso, giornalista torinese autore de “Una birra al Caffè Vigàta” (Imprimatur editore), il libro che racchiude i diversi incontri ed interviste realizzate con Andrea Camilleri. Da semplici chiacchierate a interviste, realizzate anche assillando il celebre autore siciliano, Lorenzo Rosso spiega la sua emozione nel trovarsi a stretto contatto con uno dei più celebri scrittori a cavallo dei due secoli. Il libro contiene un racconto inedito del creatore del Commissario Montalbano.

Cosa ha rappresentato, per lei, prendere contatto con uno dei più celebri scrittori italiani?
Ho conosciuto Andrea quasi vent’anni fa, ad Agrigento, nella galleria d’arte di Rosetta Romano, un’intellettuale siciliana che all’epoca pubblicava a proprie spese un’elegante rivista di cultura, “Sintesi”, che periodicamente ospitava scritti di Camilleri. Considerando che non sono siciliano ma di origine piemontese, confesso che la prima volta che lessi un racconto di Camilleri sulla rivista, ebbi non poche perplessità circa quel suo modo di scrivere. E ricordo che fu proprio Rosetta Romano a spiegarmi che quello era “il suo modo di raccontare” e alla prima occasione me lo presentò. Da allora ho iniziato a seguirlo attraverso tutti i suoi interventi e a frequentarlo, qualche volta anche assillandolo (ahimè!) con le mie interviste.

 

Cosa l’ha colpita di Camilleri, sia come uomo sia come scrittore?
Mi ha colpito venire a sapere che per tutta la vita si è dedicato alla scrittura nelle varie forme, ma che solo in età avanzata, se non erro a 72 anni “suonati”, ha iniziato ad avere quel successo letterario che si merita. In sostanza se uno crede fermamente nelle cose che fa, prima o poi otterrà, se non il successo, almeno il riconoscimento ufficiale delle proprie fatiche!

Quali sono state le sue emozioni? Cosa le hanno lasciato questi incontri?
Ogni incontro con Andrea è sempre un’emozione. A volte mi è capitato di andarlo a trovare nella sua casa romana a due passi dalla Rai, oppure nell’appartamento siciliano nel centro storico di Porto Empedocle. Il più delle volte, però, l’ho incontrato, per l’appunto, al mitico “Caffè Vigàta” dove tra i tavolini di quel bar è nato questo libro-intervista. Mi piace in maniera straordinaria sentire i suoi racconti e ascoltare le sue opinioni sugli argomenti più disparati. Ogni volta riesco a riempire block notes di appunti… e ad arricchirmi culturalmente.

Come le è sembrato Camilleri nel corso dei vari incontri?
Va detto che Il libro – intervista (che è pure uscito in Germania con il titolo Cafè Vigàta” pubblicato da Lubbe)  è frutto delle nostre lunghe conversazioni avvenute nel corso degli anni. All’inizio erano semplici chiacchierate oppure interviste che pubblicavo successivamente sui vari giornali. Solo più tardi è scaturita l’idea di mettere tutto insieme in un libro. E ho chiesto ad Andrea il permesso di pubblicare le interviste in un unico tomo. Camilleri, a mio giudizio, non ama molto le interviste e men che meno, ama parlare con un microfono sempre piazzato sotto il naso. In questo senso, ho cercato di non infastidirlo troppo ma non sempre mi è andata bene…!

C’è una domanda che avrebbe voluto fare a Camilleri, ma che non ha fatto?
Si! Mi sarebbe piaciuto chiedergli se non abbia mai pensato di nominare un suo “biografo ufficiale”. Uno destinato a raccontare la sua storia ai posteri. Ma è una domanda che temo susciti in lui una reazione scaramantica…!

Il libro contiene anche un racconto inedito dell’autore. Di cosa parla?
Si tratta del racconto “Il figlio disobbediente” che Andrea Camilleri ha scritto per il Catalogo della Mostra d’Arte di Fausto Pirandello “Ritorno alla marina”. Un racconto autobiografico che narra l’incontro tra un giovane Camilleri, all’epoca studente all’Accademia a Roma e l’artista, figlio del premio Nobel, Luigi Pirandello, nonché suo compaesano, poi divenuto un Maestro della pittura del Novecento.

E’ al lavoro su nuovi progetti?
Ho in itinere un curioso lavoro di narrativa. Si tratta de “Il romanzo di Andrea” una sorta di giallo che ruota attorno ad alcune carte giudiziarie che dovrebbero servire al nostro grande Autore per scrivere una storia siciliana di mafia e di riscatto e sull’improvvisa morte di un personaggio che quelle carte avrebbe dovuto farle arrivare allo scrittore Camilleri. Riuscirà il nostro amato autore nonostante la morte del protagonista e la scomparsa delle carte giudiziarie a portare comunque a compimento il romanzo e a consegnarlo in tempo utile al suo editore siciliano? Stop. Non vado avanti per non svelare la trama. Come si può dedurre ancora e sempre Andrea Camilleri al centro di tutto. Giuro che se mi metto di buona lena, il testo potrà essere pronto tra un anno!

 

27 novembre 2012

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