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Il mondo delle biblioteche visto da Matteo Corona

INCHIESTA BIBLIOTECHE - Le biblioteche stanno scomparendo come i dinosauri: sempre meno gente le frequenta e sempre meno fondi vengono impiegati per la loro sopravvivenza. La crisi della biblioteca è la crisi della carta, e, in maniera più vasta, la crisi di un intero sistema di catalogazione e divulgazione del sapere e dell'intrattenimento la cui identità un tempo combaciava totalmente nell'oggetto libro.

Le biblioteche stanno scomparendo come i dinosauri: sempre meno gente le frequenta e sempre meno fondi vengono impiegati per la loro sopravvivenza. La crisi della biblioteca è la crisi della carta, e, in maniera più vasta, la crisi di un intero sistema di catalogazione e divulgazione del sapere e dell’intrattenimento la cui identità un tempo combaciava totalmente nell’oggetto libro.

 

Al giorno d’oggi la lettura non è più l’unico strumento per la formazione di un individuo. Ce ne sono altri, altrettanto validi, forse ancora più efficaci, meno complicati, più diretti. Vuoi vedere come si monta e avvia una macchina industriale? Scarichi un filmato da Youtube. Marchingegni codificati e omologati sono una comodità globale che permette agli imprenditori di ogni nazione di istruire operai in tutto il mondo. E con un solo click.

 

Vuoi emozionarti lasciando che una magia luminosa coinvolga tutti i tuoi sensi? Detto fatto: dai in pasto al lettore dvd il film che hai scelto e non ti rimane che parcheggiare le chiappe a letto o in poltrona. Vuoi leggere l’ultimo romanzo del tuo scrittore preferito? Devi sostenere un esame di storia dell’arte ma non riesci a reperire il saggio “Saturno e la melanconia” di Erwin Panofsky perché non hai tempo per la biblioteca nazionale Marciana di Venezia? Google libri ti dice dove comprarli, così puoi leggerli o studiarli comodamente a casa, col vantaggio di poterli sottolineare e riempire di post-it.

 

Chi, nel 2012, va ancora in biblioteca e, soprattutto, perché? Ci vanno gli studenti, anche se ben poche sono le biblioteche fornite di una vastità tale di volumi da coprire ogni esigenza. Spesso si finisce inevitabilmente per acquistare i libri mancanti. Ci vanno i bambini, come estensione dell’asilo, per imparare i rudimenti della lettura, stare con gli amici e lasciare un po’ di respiro serale ai genitori. Ci va chi in biblioteca lavora, un commesso o il sinologo che deve comparare antichi testi cinesi conservati nelle più prestigiose collezioni del mondo.

 

Dal momento che i libri han perso il ruolo di custodi del sapere, la biblioteca è diventata un’alternativa, uno dei tanti spazi che ospitano frammenti di informazioni. E se a questi ingredienti si aggiunge un mondo governato dalla bestia economia, che si lascia carezzare da traders in doppio petto e dagli indici importexport ma riduce a brandelli tutto ciò che non crea ricchezza alla velocità di quotazioni in borsa, allora rimane ben poco da fare. Perfino il prode Don Chisciotte s’è arreso alla fine, riconoscendo come follie i suoi tentativi di lottare contro i mulini a vento. E se ha ceduto lui, il “Cavaliere dei leoni”…

 

Amo andare fuori tema. Perciò do sfogo a un’intuizione con la speranza di riallacciarmi poi alla tematica di partenza. Mi vengono in mente le storie di due cari amici. Uno ha studiato lettere e filosofia all’università. E’ il classico topo da biblioteca. Le lenti degli occhiali sembrano vetri da laboratorio in cui è schiacciata dentro un’ameba nera che si dimena, tanto ingrandiscono le pupille dei suoi occhi presbiti. E’ un pozzo di sapere, laureato col massimo dei voti in ateneo prestigioso. L’altro giorno, incontrandolo, gli ho chiesto se mi fa 20 euro diesel, per favore. Abbiamo chiacchierato davanti la pompa di benzina presso cui lavora. E’ in attesa di un impiego che giustifichi gli anni passati davanti ai libri.

 

L’altro ha frequentato e concluso gli studi presso una scuola professionale (al posto del liceo) dove ha imparato un linguaggio moderno e specifico: quello dei programmatori che gestiscono il software dei macchinari industriali. Ha avuto, (lo ammette anche lui) la fortuna di essere selezionato per fare parte di un team di giovani leve in un’importante azienda, guadagna bene e può definirsi “a posto”. Gli ho chiesto se vuole continuare gli studi e ha detto no, perché la sua strategia, meditata fin da giovanissimo, gli ha permesso risultati immediati e che una carriera da laureando, adesso, sarebbe solo d’intralcio.

 

Entrambi sono persone intelligenti, sensibili e disponibili a cui io voglio bene. Uno ha letto montagne di libri, dai saggi alla narrativa, l’altro non ne è minimamente interessato. Non voglio dire che i libri e i luoghi che li contengono non servono a nulla, anzi, ma non voglio neppure fare il feticista delle pagine scritte. Attorno al nostro mondo orbitano ormai centinaia di universi grondanti informazioni audio-video-scritte. Un individuo, in base ai suoi gusti, si avvicina a l’uno o all’altro e, se è una persona ricettiva e dotata di un briciolo di materia grigia, saprà  fare ottimo uso e trarre profondi insegnamenti per se stesso e per gli altri da qualsiasi serbatoio,  reale o digitale che sia.

 

Magari le biblioteche sono come le rock star, che diventano immortali solo quando passano a miglior vita. Scomparendo,  forse, ci insegneranno che il sapere, la cultura e il coltivare lo spirito non risiedono in un luogo preciso ma, più semplicemente, dentro di noi.

 

16 novembre 2012

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