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Gian Arturo Ferrari, Pierluigi Battista e il rogo ”lento” dei new media

Gian Arturo Ferrari e Pierluigi Battista, presentati da Gian Mario Villalta dialogano su La missione del libro: capire, conoscere, preservare. Pierluigi Battista è editorialista del “Corriere della Sera”...

PORDENONE – Gian Arturo Ferrari e Pierluigi Battista, presentati da  Gian Mario Villalta dialogano su La missione del libro: capire, conoscere, preservare. Pierluigi Battista è editorialista del “Corriere della Sera”, dove tiene la rubrica settimanale Particelle elementari e Gian Arturo Ferrari, dopo l’insegnamento universitario, presso la casa editrice Boringhieri, ha maturato una forte esperienza in ambito editoriale e culturale riconosciuta a livello internazionale.

 

SONO GLI UOMINI COLTI AD AVERE PAURA DEI LIBRI – Al centro dell’incontro è proprio il volume di Gian Artuto Ferrari Libro, pubblicato da Bollati Boringhieri e dall’importanza della parola scritta prende avvio la vivace conversazione. Sono stati proprio i piú assidui frequentatori di libri e non gli incolti, paradossalmente. ad agitare lo spettro del pericolo che essi potevano rappresentare. Spesso uomini di potere. Da Hitler, ricchissimo, una volta gerarca,  ‘proprio per i diritti d’autore’ precisa Ferrari, legati al successo di “Mein Kampf”, di cui era anche editore.  A Pol Pot, meticoloso sterminatore di chiunque possedesse in casa un libro o perfino soltanto un paio di occhiali, o ancora Mao Tse Tung, per arrivare a Khomeini e molti altri ancora. C’è stato però un tempo in cui il libro era un oggetto sacro ed era curato con meticolosità dagli amanuensi: erano i secoli  cosiddetti “ bui” del Medioevo, ma allora gli esemplari scritti erano limitati e pochi ne erano a conoscenza.

 

LA NASCITA DELLA STAMPA E LA DIFFUSIONE DELLA LETTURA PRIVATA – Nel momento in cui, invece da oggetto privato diventa di incontrollata disponibilità, con l’invenzione della stampa di Gutenberg nel 1455, il libro comincia ad essere ritenuto una minaccia ed è la Bibbia il libro piú vietato, il primo messo all’indice per secoli, la cui lettura pura e semplice già comportava la scomunica. “ La possibilità di una lettura privata e silenziosa – concordano tutti – faceva paura”.  Per la capacità di raccontare una verità “ diversa” i libri iniziano ad essere bruciati, come le streghe, anche se  “ Il rogo dei libri – spiega Battista – è più lento, silenzioso e strisciante. E con delle pericolose code nell’epoca contemporanea”.

 

LA DIFFICILE CRESCITA DELL’ E-BOOK – Però prima di arrivare a quello che oggi noi consideriamo un libro , passano ancora molti anni e solo nella metà dell’Ottocento possiamo parlare di un oggetto libro simile al nostro e di un vero e proprio mercato editoriale . Che oggi sta subendo una radicale mutazione per le versioni digitali, un fenomeno certamente in crescita, ma non con la rapidità che ci si aspetterebbe: in Italia occupa solo il 3 % del mercato. “Il libro come nozione, come unità concettuale, aveva consistenza in quanto riferito a un oggetto fisico. Scomparso o in via di sparizione quello – spiega Ferrari – è molto difficile identificare il criterio in base al quale certi testi, certe forme testuali, si possono definire libri e certi altri no” .  Viene meno il libro, ma si scrive di più “Mai  come in questa epoca – conclude Battista – si è scritto così tanto per scopi diversi, pubblici e privati”  E questo fa ancora paura, tanto da “ bruciare” virtualmente libri e parole nei new media.

Alessandra Pavan 

23 settembre 2014

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