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Francesco De Gregori. “Vi leggo uno dei libri della mia vita, ‘America’ di Franz Kafka”

È uscito l’11 marzo l’ultimo audiolibro di Emons edizioni. Si tratta di un classico di uno degli autori più importanti del Novecento, “America” di Franz Kafka. Le lettura è stata affidata a una delle voci più riconoscibili, una vera e propria istituzione della musica italiana...

Intervista a Francesco De Gregori. Il cantautore romano ha prestato la sua voce per la realizzazione dell’audiolibro di ‘America’, di Franz Kafka, pubblicato da Emons l’11 marzo

 

MILANO – È uscito l’11 marzo l’ultimo audiolibro di Emons edizioni. Si tratta di un classico di uno degli autori più importanti del Novecento, “America” di Franz Kafka. Per questo progetto la lettura è stata affidata a una delle voci più importanti della musica italiana: a leggere le avventure del protagonista Karl Rossmann è infatti Francesco De Gregori. Il cantautore, attualmente impegnato con le prove del Vivavoce tour 2015, che partirà il 20 marzo dalla sua Roma, ha concesso quest’intervista agli amici di Libreriamo per raccontare la sua esperienza di “lettore” di audiolibri.

 

Com’è nata l’idea di registrare un audiolibro e la collaborazione con Emons?

La prima volta mi ha cercato Emons: loro sono editorialmente interessati a far leggere i titoli che vogliono riprodurre non solo ad attori professionisti, ma anche a persone che in qualche modo abbiano la capacità di narrare, e alla fine un cantautore non è altro che un narratore. Il primo audiolibro che ho registrato per loro è stato romanzo di Joseph Conrad (“Cuore di tenebra” ndr). Prima di accettare ci ho riflettuto parecchio, ho proposto di fare prima un provino per vedere se sarei stato in grado. Ero molto titubante, perché so che non è il mio mestiere. In realtà poi mi sono divertito molto a farlo e sono rimasto molto soddisfatto del risultato. Al punto che per “America” sono stato io a chiedere a Emons di leggere Kafka. Questo è un romanzo che ho sempre amato moltissimo, sin dalla prima volta in cui l’ho letto, avrò avuto vent’anni.

 

“America” è un classico di Franz Kafka, ma è anche un romanzo incompiuto. Le è mai dispiaciuto il fatto di non sapere come finisca questa storia?

No, anzi, fa parte del suo fascino. C’è stato anche un dibattito su come Kafka avrebbe voluto concludere questo romanzo. Si ipotizza che avrebbe potuto essere una chiusura in negativo, con il protagonista Rossmann che soccombe, fisicamente e moralmente, a tutte le sue disavventure. Al contrario c’è chi sostiene che alla fine del suo lungo pellegrinaggio americano Rossmann avrebbe trovato la pace. Da quello che posso capire dalla scrittura e dal tono generale del romanzo, e anche perché mi piacerebbe che fosse così, sarei più propenso per una soluzione positiva. La questione rimane un grande punto interrogativo, e la non soluzione del “giallo” Rossmann è parte integrante del fascino di questo libro. Ci sarebbe anche da aggiungere che Max Brod, amico di Kafka e suo biografo, ha detto che nelle intenzioni dell’amico autore ci sarebbe stato un finale positivo. Non lo sapremo mai.

 

Confessi: è più difficile incidere un disco o incidere un audiolibro?

Sicuramente incidere un disco! (ride) Il libro va letto: bisogna trovare il tono giusto e ho cercato di essere assolutamente naturale. Ho sempre detto sin dall’inizio di non essere un attore: non ho voluto interpretare il racconto, ma ho cercato di avere lo stesso spirito e la stessa vocalità che userebbe un padre quando legge un libro ai figli piccoli. Questo era l’obiettivo stilistico che mi sono prefissato. Per me è stato abbastanza facile: ho solo dovuto ignorare di avere una leggera inflessione romanesca e che la mia dizione non è perfetta. Accettato tutto questo, abbiamo registrato il libro in quattro o cinque pomeriggi. Chiaramente realizzare un disco è molto più complesso: ci sono musicisti, strumenti, una strada da trovare…

 

“Cuore di tenebra” e “America”, Joseph Conrad e Franz Kafka. Due libri importanti di due autori che hanno fatto la storia. Potendo scegliere, quale altro libro le piacerebbe “incidere”?

Io amo moltissimi libri, ma temo che probabilmente le cose che mi piacerebbe di più leggere siano fuori dalla mia portata. Non so, forse direi “Moby Dick” di Melville. È un romanzo che amo fortemente, un libro che ho letto e riletto molte volte nella mia vita, ma ce ne sono molti altri. Saranno trenta o quaranta i libri che reputo fondamentali e ovviamente sarebbe bello leggerli tutti, ma non credo lo farò. Con “America” chissà, forse ho concluso la mia carriera di lettore di audiolibri. Forse.

 

Se dovesse dedicare una delle sue canzoni a Franz Kafka, quale sceglierebbe?

In realtà io da Kafka ho preso in prestito un fuochista (non a caso presente in “America”) e l’ho messo in una mia canzone, L’abbigliamento di un fuochista, dal disco “Titanic”. Ho raffigurato questo giovane fuochista che si imbarca sul Titanic: una figura disgraziata, uno sventurato, un perdente. Per “sdebitarmi” quindi restituirei a Kafka questa canzone, L’abbigliamento di un fuochista, in cui c’è anche qualcosa di suo.

 

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13 marzo 2015

 

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