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Cristina Garducci, ”La famiglia è il luogo dove cominciamo subito a conoscere il bene e il male”

Concedersi aperture fiabesche per aprire i limiti della realtà, spesso troppo noiosa e stretta. E' questo l'approccio alla scrittura di Cristina Guarducci, da oggi in libreria con la sua nuova opera Malefica luna d'agosto. Dopo i suoi due primi romanzi...

MILANO – Concedersi aperture fiabesche per aprire i limiti della realtà, spesso troppo noiosa e stretta. E’ questo l’approccio alla scrittura di Cristina Guarducci, da oggi in libreria con la sua nuova opera Malefica luna d’agosto. Dopo i suoi due primi romanzi, i quali hanno avuto un buon riscontro sia di pubblico che di critica (ne scrisse, tra gli altri, anche Sandro Veronesi), l’autrice torna alla scrittura con un nuovo romanzo, ambientanto in una provincia toscana dove si snoda la vicenda, piena di scontri e incidenti per un’eredità contesa, di una famiglia nobile decaduta, una genia maledetta, i cui numerosi e peculiari membri presentano tutti caratteristiche di tipo animalesco. Psicoterapeuta (di scuola junghiana), Cristina Guarducci ama innestare e confuire nei suoi romanzi i simboli, i sogni, la dimensione onirica appunto  e metafisica,  in una trama invece molto reale e concreta. 

 
Il suo romanzo colpisce per l’originalità: alle faide interne di una famiglia in lotta per l’eredità si uniscono elementi fiabeschi. Come nasce l’idea di questa narrazione non convenzionale?
Perché appunto si parla di famiglia , dentro la quale troviamo di tutto, i sentimenti più sublimi d’amore e quelli più meschini di odio e di interesse. La famiglia è il luogo che ci fa sbocciare alla vita, nella quale cominciamo subito, appena nati, a conoscere il bene e il male cercando di destreggiarci per sopravvivere.
 
“Malefica luna d’agosto” sembra riallacciarsi, come genere, al suo romanzo d’esordio “Mitologia di famiglia”: il genere fantastico è quello che meglio esprime l’immaginario narrativo di Cristina Guarducci?
Il genere fantastico è quello in cui mi sento più libera, non per nulla il personaggio principale di Malefica Luna d’Agosto è un uomo che vola. Concedendomi le aperture fiabesche apro i limiti della realtà che a volte forse mi sembra noiosa e stretta. Mi tuffo a capofitto dentro i miei sogni  come quando ero bambina mi immergevo nei libri. Però appunto nei sogni si incontrano tutti gli aspetti più difficili, tutti i nodi e le problematiche da cui avevamo cercato di fuggire. È un effetto boomerang e siamo obbligati di affrontarli comunque. Il mio personaggio ha le ali, ma è proprio colui che ha la vita più difficile.  
 
Con quali strumenti la narrativa fantastica può raccontare sensazioni e problemi reali?
Perché li racconta simbolicamente, come fanno appunto i sogni, come fanno da secoli le fiabe, che non sarebbero di certo così amate, seguite, riprodotte  e reinterpretate se non ci parlassero di qualcosa che ci sta molto a cuore, cioè di come funziona la nostra anima.
 
Che genere narrativo preferisce in qualità di lettrice?
Preferisco tutti i generi narrativi. A partire dai grandi classici fino ai miei  contemporanei, sono una lettrice bulimica da quando ho imparato a leggere.
 
Un racconto fantastico che svolge al contempo un’analisi approfondita dei personaggi e dei loro rapporti. Aveva qualche modello di riferimento in mente, mentre lo scriveva?
Se fossi stata un genio avrei voluto essere Bulgakov.

 

26 marzo 2015
 
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