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Come preparare un cenone natalizio, le regole da seguire secondo Simonetta Agnello Hornby

Copiare gli ospiti che non seguono il bon ton a tavola per non farli sentire a disagio, servire le pietanze in primis ai commensali, coinvolgere i più timidi e azzittire i chiacchieroni offrendogli del cibo. Sono alcune delle regole base...

MILANO – Copiare gli ospiti che non seguono il bon ton a tavola per non farli sentire a disagio, servire le pietanze in primis ai commensali, coinvolgere i più timidi e azzittire i chiacchieroni offrendogli del cibo. Sono alcune delle regole base da seguire per organizzare un pranzo o un cenone natalizio all’insegna delal convivialità secondo Simonetta Agnello Hornby, autrice del libro “Il pranzo di Mosè”. Opera tratta dall’omonimo programma in onda su RealTime, ma soprattutto un omaggio alla madre ed a zia Teresa, nel quale sono descritti i pranzi che si facevamo quando l’autrice era una bambina. Un volume che celebra la convivialità, l’ospitalità e la condivisione, divenute merce rara in questo mondo convulso.  

 

Leviamo subito un dubbio a tutti i lettori: chi è il “Mosè” citato nel titolo del libro?

E’ il nome di una masseria ottocentesca, che sorge su una collina a pochi chilometri dalla Valle dei Templi, in provincia di Agrigento. A me piace pensare che il suo nome derivi dal Mosè “biblico”, ma non abbiamo nessuna certezza su questo.

 

Il libro è una sorta di parallelo tra il modo di vivere attuale e quello di un tempo. Quali sono le maggiori differenze e cosa andrebbe recuperato del passato?

La differenza principale è il fatto che non si mangia più insieme. Il convivio è fondamentale: uomo è diventato “umano” cucinando e mangiando insieme. Oggi, si mangia quasi sempre soli e, quando capita di mangiare insieme, non si condivide lo stesso cibo: ognuno segue la sua dieta, i bambini fanno i capricci, spesso si cucinano cibi precotti o surgelati. Cucinare, mangiare insieme, commentare, godendo della compagnia è l’essenza del piacere, della condivisione.

 

All’interno del libro, le ricette di sua sorella Chiara. Quale consiglia ai nostri lettori in vista dei pranzi e dei cenoni di fine anno?

Sono una grande appassionata delle polpette di melanzane: secondo me sono semplici da preparare, soprattutto per il pranzo di fine anno che si prepara in anticipo. Una ricetta originale, sempre squisita. Praticamente sono delle polpette di melenzane, bollite o fatte al forno. A me piace servirle con la salsa del pomodoro separata, perché la melanzana deve essere mangiata croccante.

 

Non solo ricette, il libro fornisce anche utili consigli su come far sentire a proprio agio i propri ospiti. In vista dell’avvicinarsi delle festività natalizie, ci dà qualche consiglio in merito alla convivialità?

La prima norma è: copiare gli ospiti che si comportano male, non secondo il galateo, anziché farli sentire a disagio. Se prendono con le mani qualcosa o fanno la scarpetta con il pane, lo facciamo anche noi. Occorre far attenzione anche alla sensibilità dell’ospite: se parla troppo, meglio azzittirlo offrendogli cose, mentre se è timido e silenzioso occorre metterlo a proprio agio. Bisogna far attenzione che venga offerto loro ciò che gli piace, che non venga servito per ultimo. Piccoli automatismi, facili da applicare una volta imparati.

 

A proposito di convivialità, con quali autori o personaggi letterari le piacerebbe organizzare una tavolata?

Se devo essere onesta, nessuno, perché non ho mai pensato ad un autore con cui condividere un pranzo o una cena. Non vorrei come ospite un tipo come Marcel Proust, sarebbe un ospite difficile, mentre sarebbe una gioia mangiare con Andrea Camilleri: non solo gode di quello che mangia, ma è sempre attentissimo alle “norme di mamma”.  

 

5 dicembre 2014

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