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A Pordenonelegge, Pierluigi Battista e il suo ultimo libro, tra vecchiaia negata e ricerca dell’eterna giovinezza

PORDENONE - Un libro che non avrebbe mai voluto scrivere e un libro che avrebbe voluto scrivere, ma non ha potuto: queste le due anime de La fine del giorno di Pierluigi Battista, editorialista del Corriere della Sera, presentato a Pordenonelegge...

PORDENONE – Un libro che non avrebbe mai voluto scrivere e un libro che avrebbe voluto scrivere, ma non ha potuto: queste le due anime de La fine del giorno di Pierluigi Battista, editorialista del Corriere della Sera, presentato a Pordenonelegge. Il primo libro è quello sulla malattia della moglie Silvia, scoperta la stessa mattina in cui il protagonista del romanzo, volutamente alla terza persona, P., legge un passo illuminante di Philip Roth sulla vecchiaia e la libido, tema di un saggio a cui si sta dedicando.


PERPETUA GIOVINEZZA
– Saggio che parte da un appunto scoperto per caso: “ Claudio Gora aveva 49 anni”. Chi è Claudio Gora? Un attore italiano che ne “ Il sorpasso” di Dino Risi impersona un “ vecchio mal vissuto” alle prese con una ragazzina interpretata da Catherine Spaak, allora diciassettenne. Un divario anagrafico che oggi non sorprende, ma che all’epoca del film sembrava abissale. Il romanzo prende le mosse da qui, da come è cambiata l’idea della vecchiaia e di tutti i mezzi scoperti per allungare più che la vita la fase di una perpetua giovinezza, soprattutto a livello sessuale . Sotto questa luce il protagonista rilegge i suoi autori preferiti: Coetzee, Amis, Mann, Svevo, ma soprattutto Philip Roth e i suoi registi. I vecchi, una volta perversi, che attentavano mentalmente e carnalmente alle giovani protagoniste dei romanzi, alle volte accondiscendenti e perfino manipolatrici, cambiano luce per rivelarsi a P., degli uomini impauriti ma anche coraggiosi perché decisi a non arrendersi alla mollezza delle membra e all’addio al piacere del letto. Il tutto per merito di una magica pillolina blu, che ha risolto il dilemma di generazioni ritrovatesi con quasi metà della vita davanti, ma senza la possibilità di attingere alla linfa vitale, ciò che ha reso gli anni passati “pieni” e non solo lunghi.

L’EPOCA ATTUALE – Battista, che ha una passione per la storia, ci conduce in lunghe digressioni, quasi fossero flussi di coscienza, sui pregressi di questo fenomeno, per soffermarsi nell’epoca attuale perché è oggi che la smania di giovinezza è tale da far perdere la testa, contemporaneamente, a tanti personaggi pubblici – DSK, Petraeus, Berlusconi, per nominare i più noti – e dunque da imporre uno studio sulla faccenda e sul rapporto tra potere politico, economico, culturale e seduzione.


GIROTONDO DI EMOZIONI
– L’altra storia non è dimenticata e qui sta il paradosso del libro: da una parte la vecchiaia negata a una donna ancora giovane e dall’altra la vecchiaia allontanata con tutti i mezzi possibili. La storia privata viene raccontata con estremo pudore, senza che assuma mai tinte troppo intime o sconvolgenti per il lettore, ma come in un sogno, un incubo ovattato, quello in cui si viene gettati come per effetto di un’anestesia totale, quando ci viene annunciato qualcosa di più grande di noi. L’autore ci descrive senza cercare la nostra compassione, il girotondo di emozioni che si innescano, senza linearità: la rabbia contro i medici, le teorie complottistiche su una presunta cura contro il cancro, conosciuta da tempo ma tenuta sigillata in qualche scantinato, per proteggere case e casse farmaceutiche. La smania della conoscenza di tutto ciò che riguarda il cancro, per sentirsi più padroni, meno impotenti. La ricerca della normalità, dei momenti preziosi come se fossero ogni volta gli ultimi, mentre dall’altra parte , nell’altro libro, si indaga sullo sciocco desiderio dell’uomo di domare la natura, rimanendo eternamente giovani.

CORTOCIRCUITO TRA SESSO E MORTE – Dal cortocircuito tra queste due dimensioni, dallo scandalo di questa vicinanza indicibile, eppure inevitabile, tra sesso e morte nasce questo libro di una vita che silenziosa scivola via per lasciare il posto , come nella cartolina a una sedia vuota, una Adirondack rossa, la preferita della moglie altrimenti detta “ la falegnama”.

Alessandra Pavan

 

21 settembre 2013

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