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A Pordenonelegge, il Cristianesimo ”leggero” di Vito Mancuso

DAL NOSTRO INVIATO A PORDENONE - In anteprima nazionale a Pordenonelegge Vito Mancuso ha presentato il suo ultimo saggio 'Il principio passione' edito da Garzanti. Un tiolo che l’autore ha fortemente voluto in omaggio al Principio speranza di Bloch...
PORDENONE – In anteprima nazionale a Pordenonelegge Vito Mancuso ha presentato il suo ultimo saggio ‘Il principio passione’ edito da Garzanti. Un tiolo che l’autore ha fortemente voluto in omaggio al Principio speranza di Bloch. Il saggio è la prosecuzione di un percorso, iniziato con la  riflessione de Il dolore innocente, in cui Mancuso si chiedeva il senso della sacralità della vita, interrogandosi su tutti quei bambini che nascono ogni anno con malformazioni genetiche e iniziando a vacillare nella sua sicurezza dogmatica. Da lì la riflessione è proseguita con L’anima e il suo destino.  Per Mancuso la scienza ci permette di leggere nel cosmo la parola di Dio così come si fa con le Sacre Scritture  e ci ha dimostrato che nell’universo esiste un Principio ordinatore, quello che gli antichi chiamavano Logos, che si esprime attraverso delle formazioni sempre più complesse. Nella natura cioè esiste un’energia ordinatrice che dalla materia inorganica procede verso quella organica sino all’avvento di esseri intelligenti e dotati di morale. Il discorso della scienza conferma il messaggio evangelico, poiché quell’essenziale energia alla base dello sviluppo dell’essere è la ‘relazione’ capace di un’armoniosa sintesi degli opposti che impedisce la dissoluzione caotica dell’universo. 
L’IMPORTANZA DELLA RELAZIONE – Anche a Pordenonelegge Mancuso ribadisce l’importanza di un Cristianesimo più “ leggero”  e “ della relazione” che pare portato avanti dal nuovo Pontefice : “ Bella e importante l’immagine della Chiesa – dice il teologo – come ospedale da campo e questo segna la fine della confusione tra Chiesa e Governo, ritenuti interscambiabili ancora nel Seicento dal cardinal Bellarmino” . “La Chiesa ora guarda avanti – dice- ma ritorna anche alle radici antiche del Vangelo e finalmente mi sento meno eretico e controcorrente.” Anche perché a fine mese in Germania esce  L’anima e il suo destino e questa è un ulteriore prova di come ora la sua riflessione sia sentita meno “diversa”.
VITA E AMORE – Ma Mancuso insiste su una prospettiva meno teorica e più vicina al mondo, cioè: “E’ importante – dice – fare la verità” e da qui parte la riflessione del suo ultimo saggio.  “Negli anni mi sono spesso chiesto se questo mondo e questa vita meritassero di essere amati oppure no, se gli uomini meritassero di essere amati oppure no, se Dio meritasse di essere amato oppure no, rimanendo il più delle volte senza una risposta soddisfacente dal punto di vista teorico. Non per questo però ho cessato di amare il mondo e la vita, né ho cessato di amare la nobiltà cui ogni uomo può giungere se lavora onestamente su di sé esponendosi alla luce del bene e della giustizia, né ho cessato di amare l’idea sussistente di questo bene e di questa giustizia cui tradizionalmente ci si riferisce con il nome di Dio. E questo non accade solo a me, ma a tutti coloro che vedono nell’amore la definitiva dimensione dell’essere e per questo amano il mondo, gli uomini, Dio. Ma come spiegare tutto ciò? Incoerenza, follia, ingenuità? Stupidità, ignoranza, alienazione? Oppure c’è in gioco qualcosa di più profondo? La discrepanza tra l’analisi oggettiva della realtà, che condurrebbe a non amare né il mondo né l’uomo né Dio, e il sentimento interiore che non si rassegna a cadere vittima dell’indifferenza o del cinismo e fa dell’amore la più alta dimensione dell’essere, è lo spazio in cui sorge e si muove quell’energia particolare chiamata passione”. La risposta è nel principio passione che mette insieme il logos, cioè l’ordine e la razionalità e il caos cioè la disarmonia ottenendo il pathos ovvero il sentire, la passione, il vivere in sintonia con la natura, come una nuova guida per rinnovare in modo responsabile la fiducia nella vita e nell’amore come suo scopo supremo.
Alessandra Pavan

22 settembre 2013
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