Caro padre,
quanti saluti prima di partire…
Ognuno ha avuto un suono diverso, impresso nella memoria.
Era importante salutarsi bene e dovrebbe esserlo sempre, un gesto quotidiano di cui non dovremmo dimenticarci mai.
Anche se erano saluti talvolta silenziosi, io ho trascritto tutti quei dialoghi immaginari. Erano nei gesti, quelle parole tenute dentro.
Quando le frasi sono terminate, le mani si sono strette e, prima, la tua nuca, un guscio, si è appoggiata sulla mia spalla.
Sembrava così piccola da essere rinchiusa nel palmo della mia mano.
Mi hai raccontato in primavera quale sia la strada per la felicità, hai parlato un giorno di tre cose:
“Per essere felice mi basta la bici (l’andare, osservando lentamente – ho pensato io – calcolando la vita in attimi), la terra, coltivare (gettare semi, far crescere frutti, non accontentarsi del fiore) e un pezzetto di mare”.
E già allora pensai che era una grande verità e ti sarei venuta a trovare così, quando mi saresti mancato.
Ti cercherò in quei luoghi di cui narravi e in cui andavi a nasconderti all’alba, nell’entroterra, su quelle stradine strette.
Le calcherò lentamente, forse non in bici, non posso assicurartelo, ma con gli scarponi nuovi, quelli che all’inizio stanno stretti e fanno male.
Ti cercherò negli alberi, sulle vette, nel sapore della focaccia la mattina, nel profumo del tabacco e nella nostra bella città che amerò per sempre.
Ti troverò ogni volta che il vento scompiglia i capelli e tra le pagine di quello scrittore che ti piaceva tanto.
Cercherò di far crescere, di coltivare, annaffierò anche le piante, me ne ricorderò.
Suonerò, come mi hai suggerito tu. Riprenderò l’archetto nella mano destra.
Non pronuncerò mai la parola morte con leggerezza, nemmeno per sussurrarla.
Quando la malinconia busserà alla mia porta, cercherò di non pensare a te.
Volgerò lo sguardo indietro quando le giornate saranno vibranti e, con un sorriso, verrò a trovarti allora.
E guarderò il mare, come mi hai consigliato tu: accorderò il mio respiro a quello del mondo.
Ti voglio bene
Per sempre,
Tua, figlia